30 maggio 2012
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Biografia di Ettore Gotti Tedeschi
• Pontenure (Piacenza) 3 marzo 1945. Economista. «La famiglia meriterebbe un Nobel per l’Economia». Cattolico di orientamento liberale, amico del cardinale Giovanni Battista Re, in ottimi rapporti con l’Opus Dei. «Uomo di punta della finanza bianca» (Ignazio Ingrao). Presidente dello Ior dal 23 settembre 2009 al 24 maggio 2012, quando fu sfiduciato all’unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza dello Ior «per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio».
• Insieme agli altri vertici dello Ior, nel settembre 2010 era stato indagato dalla Procura di Roma per supposta violazione delle norme antiriciclaggio: l’indagine è legata al sequestro preventivo di 23 milioni di euro, dietro segnalazione di un’operazione sospetta da parte dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Il procedimento nei suoi confronti è stato poi archiviato il 19 febbraio 2014. Il decreto di archiviazione afferma che, non solo Gotti Tedeschi non aveva responsabilità alcuna nell’operazione che nel 2010 aveva portato la magistratura a sequestrare 23 milioni di euro dello Ior per violazione della normativa antiriciclaggio. Ma la sua attività – scrivono i giudici – «è stata orientata a creare una nuova policy dell’Istituto nel quadro dell’adozione di un insieme di misure miranti ad allineare lo Stato Città del Vaticano, sul versante del contrasto al riciclaggio, ai migliori standard internazionali».
• «Una riabilitazione giudiziaria dopo anni in cui il nome di Gotti Tedeschi era stato collegato a sospetti di operazioni quanto meno opache. Ma al banchiere ex presidente dello Ior questo non basta. Gotti Tedeschi chiede adesso giustizia, e non solo a parole ma in tribunale, per il licenziamento in tronco deciso dal consiglio di amministrazione dello Ior. Il cda dello Ior – accusa oggi Gotti tramite i suoi legali – gli ha mosso “addebiti infondati e palesemente strumentali al fine di rimuoverlo dal suo incarico”. E annuncia “una serie di iniziative in sede giudiziaria per reagire ai numerosi attacchi mediatici tesi a denigrare la propria figuraumana e professionale, essendo deciso a dimostrare anche per le vie giudiziali l’infondatezza delle accuse che gli sono state mosse dai consiglieri al momento della sua estromissione”. La vicenda Gotti aveva scosso i palazzi vaticani e non solo. Erano i tempi di Vatileaks. E anzi la sfiducia a Gotti avvenne nel medesimo giorno in cui veniva arrestato il maggiordomo di Papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele, accusato di essere il corvo che diffondeva i documenti riservati della Santa Sede. La sfiducia a Gotti sembrò ancora più sconvolgente perché il banchiere aveva ricevuto il mandato di mettere ordine nei torbidi dello Ior da Papa Ratzinger. Quando arrivò la sfiducia, sembrò quasi una sconfessione dall’alto del modo in cui stava conducendo l’operazione trasparenza che gli era stata affidata. Oltre un anno dopo, padre Georg Gaenswein, il segretario di Papa Ratzinger che è anche prefetto della Casa Pontificia di Papa Francesco, disse in un’intervista al Messaggero quel che sospettavano in molti e cioè che Benedetto XVI non era stato neppure informato della decisione. E che rimase molto sorpreso per l’atto di sfiducia al professore, ma per rispetto delle competenze scelse di non intervenire» (Sabrina Cottone) [Grn 29/3/2014].
• Esordi alla Sema di Parigi, già docente di Finanza all’Università Cattolica di Milano e di Etica economica alla Statale di Torino, fondatore e rappresentante della filiale italiana del gruppo Banco Santander (primo istituto di credito in Spagna, secondo in Europa), presidente della Santander Consumer Bank (seconda banca di credito al consumo in Italia), consigliere d’amministrazione della Cassa depositi e prestiti, «è soprattutto l’ambasciatore nel nostro Paese del potentissimo Emilio Botín, erede di quell’Emilio Botín y López che nel 1857 aprì un piccolo sportello con 13 impiegati nel capoluogo della Cantabria. L’hanno ribattezzato Ettore il Cattolicissimo, un complimento per un uomo d’affari che a Natale è solito regalare una plaquette fatta stampare per gli amici intimi, numerata a mano da 1 a 300, con meditazioni religiose distillate da lui e dalla moglie Francesca».
• «Un banchiere di solida formazione cristiana che ha sempre avuto come riferimento il mercato. Non a caso ha scritto che i principi del liberalismo non sono figli della rivoluzione industriale e dell’etica protestante. Sono nati prima. Molto prima. Già nei monasteri medioevali funzionavano meccanismi di scambio e di concorrenza che covavano frutti destinati a diventare copiosi» (Nino Sunseri) [Lib 24/9/2009].
• «La sveglia di Gotti Tedeschi squilla alle 5. Alle 5.40 il banchiere è già al volante della sua Bmw X3. Da Piacenza, dove abita, si reca a Milano. “Arrivo in ufficio intorno alle 6.30. A quell’ora non c’è ovviamente nessuno ad aprirmi per cui mi è capitato di far scattare l’allarme”. Legge i quotidiani per un’ora e mezzo. Verso le 8 saluta e se ne va. Lo aspetta il momento più importante della giornata: la messa. Dove? “A San Babila. Finita la celebrazione torno in ufficio, ovviamente”. Quante ore lavora al giorno? “Minimo 10. Ma se non trovassi il tempo per andare a messa ogni mattina mi sentirei uno squilibrato. Tutte le persone che lavorano con me lo sanno. Da una vita scelgo gli alberghi in funzione della chiesa più vicina. A Londra, per esempio, scendo allo Sheraton Park Towers perché lì accanto, proprio di fronte ai grandi magazzini Harrods, c’è la chiesa di San Filippo Neri, dove si celebrano messe ogni mezz’ora, alcune anche in latino”» (Stefano Lorenzetto).
• «Essere ricco non è un demerito, essere povero non è un merito. Il ricco Epulone non finì all’inferno per colpa dei soldi, ma per aver lasciato al povero Lazzaro solo le briciole che cadevano dalla sua mensa imbandita. Cristo ha avuto bisogno dei ricchi: dalle donne benestanti che lo mantenevano a Zaccheo, che rinunciò alla metà dei suoi beni, fino all’apostolo Matteo, che era un gabelliere».
• Era molto legato a Gianmario Roveraro (il manager sequestrato e ucciso nel luglio 2006, vedi BOTTERI Filippo).
• Ha pubblicato quattro libri: Denaro e paradiso. L’economia globale e il mondo cattolico (con Rino Cammilleri, Piemme, 2004), Spiriti animali. La concorrenza giusta (con Alberto Mingardi, Università Bocconi, 2007), Denaro e Paradiso. I cattolici e l’economia globale (con Rino Cammilleri, Edizioni Lindau, 2010), Le ragioni dell’economia. Scritti per l’Osservatore Romano (Libreria Editrice Vaticana, 2011). Editorialista dell’Osservatore Romano.
• Sposato con Francesca, cinque figli (Riccardo, Corrado, Daria, Federico, Laura, tutti parlano almeno tre lingue, alcuni quattro come il padre).