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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Valeria Golino

• Napoli 22 ottobre 1966. Attrice e regista. Ha vinto il Nastro d’argento per Storia d’amore (Maselli, 1987), Respiro (Crialese, 2002), Giulia non esce la sera (Piccioni, 2009) e per la sua prima regia Miele (2013), e il David di Donatello per La guerra di Mario (Capuano, 2006). Da ultimo vista in La kryptonite nella borsa (Cotroneo, 2011), Come il vento (Puccioni, 2013) e Il capitale umano (Virzì, 2014). Sta girando Il ragazzo invisibile (Gabriele Salvatores), nelle sale il prossimo autunno. «Sono discontinua come attrice. Quando sono brava sono molto brava».
• «Ha un viso antico. Una bellezza che profuma di Mediterraneo, un’infanzia vissuta tra Napoli e Atene, la città della mamma pittrice, occhi ingordi incastonati tra riccioli ribelli che le somigliano. Continua a dare corpo e anima ad un universo femminile all’apparenza identificabile, etichettabile ma, se si va a scavare, profondamente schizofrenico: dai Piccoli fuochi di Peter Del Monte alla Storia d’amore di Maselli, da Le acrobate di Soldini a Respiro di Crialese fino a Prendimi e portami via di Zangardi. Odia la mediocrità, è convinta che “quando finisce l’incanto per la vita, tanto vale smettere di fare l’attrice” e non si è mai fatta scrupolo di sperimentare set internazionali, fin da giovanissima con il Rain Man di Levinson accanto a Dustin Hoffman e Tom Cruise (1988) e più in là diretta da grandi come Carpenter, Figgis, Penn. La Valeria napoletana doc che da bambina ha assaporato giornate assolate passate all’ombra dell’Hotel Bella Napoli di proprietà del nonno» (Leonardo Jattarelli).
• «Tappe decisive? Storia d’amore è la prima. Un altro punto è Rain Man. Poi Lupo solitario di Sean Penn: ho imparato. Le acrobate con Soldini. E ogni volta che torno con Peter (Del Monte): mai semplice, anzi sempre meno, ma sempre interessante».
• «Recitare è il frutto della casualità e di una violenta scoliosi che stravolse la mia adolescenza. Entrai nel cono d’ombra a nove anni e ne uscii a quattordici (...) Sempre a letto, malata, distante dalla felicità. Busti, fisioterapisti, dottori. Mi operarono a Chicago. Poi, improvvisamente, quando avevo perso la speranza, risalii in superficie e mi ritrovai sulle passerelle come modella» (a Malcom Pagani) [Fat 24/12/2010].
• Di lì a poco la telefonata di Lina Wertmüller: «Cercava invano una giovane ragazza per un film con Tognazzi e Piera Degli Esposti. Zia Mimma, una sfacciata assoluta, le aveva assicurato che l’isola non trovata fossi io (...) Se quella telefonata l’avessero intercettata i miei genitori, oggi sarei un’altra» (ibid.).
• Il film era Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1985). Altre partecipazioni di rilievo: Puerto Escondido (Salvatores, 1992), Fuga da Los Angeles (John Carpenter, 1996), Harem Suare (Ozpetek, 1999), A casa nostra (Comencini, 2006), Lascia perdere, Johnny! (Bentivoglio, 2007) e Caos calmo (Grimaldi, 2008).
• Protagonista nel 2009 di una serie di spot dell’Airc firmati da Ferzan Ozpetek: è stata la morte del padre a spingerla a promuovere la ricerca contro il cancro.
• Dell’esperienza a Hollywood «rimpiango solo di aver fatto scelte sbagliate nell’andarmene: vendere la casa di Los Angeles, non prendere il passaporto americano. Piccole cose che fanno parte dell’organizzazione della vita. In quel momento della giovinezza in cui tutto mi veniva dato, io stata sciatta, noncurante» (a Enrica Brocardo) [Vty 19/2/2014].
• Nel 2013 debutto alla regia con Miele (prodotto dalla Buenaonda, la società di produzione creata con il compagno Riccardo Scamarcio). Tratto dal libro Vi perdono di Mauro Covacich (con lo pseudonimo di Angela Del Fabbro), affronta il tema dell’eutanasia. Presentato a Cannes, le è valso anche un Globo d’oro come migliore opera prima.
• Ha poi diretto Armandino e il Madre (2010), nella serie di cortometraggi d’autore prodotti per promuovere la pasta Garofalo.
• Iaia Forte: «È una donna coraggiosa e sa dirigere gli attori come pochi» [Aldo Fittante, Rol 30/8/2013]
• Giurata al Festival di Berlino 2014: «Nell’industria del cinema ci si conosce tutti e può succedere di dover giudicare il film di qualcuno che ti è antipatico o di cui sei geloso, perché ne invidi la bravura o la bellezza, o perché ritieni che abbia più successo di quanto meriti. Tutti quei bassi sentimenti che si provano comunemente nella vita sociale. Dire “a me non succede” sarebbe come dire “non faccio mai la pipì”. Il punto è come reagisci. Se una persona che non mi piace ha fatto un bel film non riesco a fare a meno di dirlo» [a Brocardo, cit.].
• «Le donne sciocche non riesco a farle. Forse sono sciocca nella mia vita e in certe circostanze non riesco nemmeno a essere crudele, cosa che invece riesco a fare nella vita» (ad Alain Elkann).
• Nicole Grimaudo: «A noi italiani fanno fare gli italiani. Solo Valeria Golino si è affrancata» (a Vittorio Zincone) [Set 28/9/2012].
• «Sarò stata single sì e no sei mesi in tutto negli ultimi venti anni. Senza qualcuno accanto mi sparpaglierei» (a Silvia Nucini) [Vty 4/2/2009]. Ha avuto una lunga storia con Fabrizio Bentivoglio: «Ho avuto solo fidanzati attori, e pochi. Se facessi la dottoressa starei forse con un chirurgo».
• Dal 2006 sta con il collega Riccardo Scamarcio (conosciuto sul set di Texas): «Eravamo entrambi impegnati, perciò non ci siamo dichiarati subito: è stato doloroso e romantico. Ma quando mi sono sfidanzata io, è arrivato lui» [Cinzia Romano, Grn 2/2/2009]. Più volte in odore di nozze, nel 2009 dichiarava: «Lui insiste. È un uomo classico del Sud e ci tiene a fare le cose bene. Io nicchio: sono un tipo indipendente. Ma sento che è venuto il momento di dire sì. Poi, lui sostiene che finalmente è arrivato l’uomo in grado di domarmi» (ibid.). L’anno successivo: «Non credo di essere una ragazza da sposare» [Tiziana Mantovani, Chi 17/11/2010]. Stanno ancora insieme.
• Nel 2011 le venne attribuito un flirt con Luca Zingaretti, conosciuto sul set di La kryptonite nella borsa.
• «Io sono sempre stata attratta dalla bellezza degli uomini. Credo che i belli difficilmente siano cattivi con le donne, in genere non soffrono di complessi e non cercano rivincite. Non sono una che dice “purché mi faccia ridere”, ho già tanti amici che mi fanno ridere. E non credo che senso dell’umorismo ed erotismo vadano d’accordo» (a Maria Pia Fusco).
• «Forse non sono mai stata con un uomo: gli attori hanno molte caratteristiche femminili. Robert Mitchum diceva: “Non ci sono attori, ci sono solo attrici”» [a Nucini, cit.].
• Non è mamma: «Mi sto riconciliando con l’idea che potrei non avere figli. Ma non riesco a essere incasellata in una categoria: “donne che stanno con i fidanzati più giovani”, oppure “donne che non hanno figli”. Non riesco a fare della mia vita una statistica, a entrare in un sondaggio» [Mantovani, cit.].
• Il suo rapporto col denaro «a seconda dei punti di vista può essere considerato sano o malato. Anche se la scriteriatezza dei vent’anni si è attenuata, non sono mai stata capace di conservarlo per costruire un futuro (...) Ho iniziato a guadagnare presto i miei soldi e, felicemente, voracemente, li ho dissipati» [a Pagani, cit.].
• È vanitosa: «Il mio mestiere si fa per vanità. E per la voglia d’essere amati» [Romani, cit.].
• Ama il tè Lapsang Souchong («affumicato come piace a me, greca d’origine e di gusti») e adora leggere, anche se «il grande amore distrae da tutto il resto, mi ha perfino distratta dal leggere, non leggevo più» (a Alain Elkann) [Sta 17/2/2008].
• Molto amica di Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Iaia Forte e Valeria Bruni Tedeschi. Parla quattro lingue. Nel 2007 ha smesso di fumare.