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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Luca Giurato

• Roma 23 dicembre 1939. Giornalista tv. Rai. Nel settembre 2008, dopo sette anni, ha lasciato la conduzione di Unomattina: «Me ne sono andato perché fisicamente non ce la facevo più. Sono anni che mi sveglio alle 5 e mezza di mattina. Ora ho un sogno: condurre una striscia quotidiana di otto minuti, prima o dopo il tg della mezzanotte, per mettere a fuoco due notizie di attualità. Mi piacerebbe chiamarla La striscia di Luca, e vorrei al mio fianco una giovane di colore». Ex vicedirettore del Tg1, ex direttore del Gr1, si fece un nome come conduttore della rassegna stampa notturna di Raiuno, A tutta stampa (decisivi gli occhiali, bizzarri e coloratissimi). Nel 1993 condusse Domenica In, poi Unomattina. «Ha un suo zoccolo duro di fan che gli perdonano gaffe e strafalcioni (veri o finti?). “La gente ci segue perché facciamo buon giornalismo senza essere pedanti, senza voler esibire a tutti i costi un bagaglio di conoscenze, come fanno molti colleghi...”» (Maria Volpe).
• «Ho avuto il coraggio di dire no a un secondo anno di Domenica In per non prendere una via nettamente diversa da quella del giornalismo professionale di altissimo livello. La parte ludica è sempre stata molto forte nella mia vita privata. Sono un esuberante, mi piace scherzare. Ma nella professione non era mai venuta fuori, da quando ho cominciato cronista a Paese Sera e consumavo le scarpe dalle cinque di mattina per inseguire delitti». Negli ultimi anni si è ritagliato un ruolo di ospite opinionista in varie trasmissioni Rai come L’isola dei famosi, I raccomandati e Quelli che il calcio.
• Le sue papere sono ormai nella storia della televisione italiana: tutti ricordano quando prese in braccio Mara Venier e cadde rompendole una gamba o quando tentò di stringere la mano a un ospite cieco e senza il braccio destro. I suoi strafalcioni sono entrati nella leggenda, tanto da costituire un’intera rubrica di Striscia la notizia (Ci avrei Giurato) e da essere raccolti in una puntata speciale della trasmissione di Antonio Ricci (“Luca Giurato Show”).
• «Mio padre era diplomatico. Avendo servito fedelmente lo Stato durante il regime, finita la guerra è stato mandato nelle sedi più emarginate. Porto Alegre in Brasile, Rosario in Argentina. Lo vedevamo per le feste». Il fratello Flavio (Roma, 1951) è cantautore. Mario Luzzatto Fegiz: «Vive facendo il regista a Raisat. Tra il 1978 e l’84, tre dischi significativi per la storia della canzone italiana. Erano i tempi di Mr. Fantasy. Poi un silenzio di quasi venti anni, interrotto da sporadiche apparizioni dal vivo e da un libro a lui dedicato, Il Tuffatore, del 2004. Intorno a lui un’aura da artista di culto. Introvabile nei negozi il suo nome ha continuato a diffondersi via Internet, con Mp3 e lo scambio di materiale». Il fratello Blasco (Roma 7 giugno 1941) è direttore della fotografia, tra i suoi film Il camorrista, Nuovo cinema Paradiso, Stanno tutti bene, Una pura formalità, tutti di Giuseppe Tornatore.
• È sposato con la collega Daniela Vergara. Ha un figlio dal primo matrimonio: Furio.
• «Non si può non voler bene a Luca Giurato, lo zio di tutti noi, il Forrest Gump del giornalismo italiano. Sono anni che si sveglia presto la mattina, che Striscia la notizia lo massacra, che i comici gli rifanno il verso. Eppure lui non s’ arrabbia, continua con i suoi svarioni e i suoi maglioni improbabili. Forte però di una professionalità che gli arriva da lontano» (Maria Volpe).
• Sostiene di avere una vita sessuale molto «attiva e gradevole. In media, sette-otto volte al mese»: «Il sesso è una scossa, quando arriva arriva, a tutte le età. A 13 anni feci l’amore per la prima volta con una ragazza spagnola di 19, Carla, sulle dune di Tirrenia. Il periodo migliore, per tutti i maschi, è quello delle prime vacanze all’estero da soli. Per me è stato il decennio dai 20 ai 30 anni: scorazzavo tra Saint Tropez, Marbella, Punta de l’Este… Ma il decennio migliore sarà senza dubbio quello tra i 90 e i 100 anni». La sua conquista più faticosa è stata «Leana, una ragazza di Stoccolma fidanzatissima. Per conquistarla stavo dilapidando il mio patrimonio e ho rischiato di farmi licenziare dalla Stampa, dove lavoravo allora. Scovavo di continuo spunti per articoli da fare a Stoccolma per partire e andare da lei. Grazie a Dio all’epoca c’era Ingmar Bergman che forniva spunti… Ma ne valse la pena». Ha un debole per le straniere, in particolare per le donne di colore «In Sudan, Camerun e Mali ho visto le donne più belle del mondo» (a Marianna Aprile) [N20 22/4/2010].
• Romanista.