30 maggio 2012
Tags : Giorgetto Giugiaro
Biografia di Giorgetto Giugiaro
• Garessio (Cuneo) 7 agosto 1938. Designer. Presidente e fondatore, con Aldo Mantovani, di Italdesign. «Il designer-stilista che più ci invidiano nel mondo. Forse l’unico che potrebbe dire ma non lo dice: “La storia sono io”» (Valerio Berruti).
• «Mi hanno regalato un libro, si chiama 365 giorni. Ogni giorno una magnifica fotografia di un luogo stupendo. Quando ho finito di leggerlo ho pensato: ecco, questo è il mondo che meritava di essere vissuto. Io ho buttato via la mia vita, per disegnare automobili».
• «Nella prima metà del Novecento il nonno e il papà di Giorgetto Giugiaro facevano i restauratori, dipingevano angeli, cieli azzurri e nuvole sulle volte delle chiese di quel Cuneese che sembra quasi Midi francese. Lui li guardava e nella sua testa si disegnava un futuro di artista. Voleva anche suonare uno strumento come il padre perché in provincia si faceva così, s’imparava un mestiere e lo si accompagnava con quel divertimento che era la musica. Poi un giorno il padre gli disse che oltre al disegno artistico c’era anche quello industriale e siccome ai padri non si diceva di no, Giorgetto si iscrisse a un corso serale» (Salvatore Tropea) iniziò a lavorare a soli 17 anni nel centro stile fiat a Torino. Dal 1956 direttore delle carrozzerie Bertone, nel 1968 fondò con Aldo Mantovani l’Italdesign. Dalla sua matita sono nate oltre 200 vetture, tra queste la Giulia GT, l’Alfasud, la prima Volkswagen Golf, le Fiat Panda («È una lavatrice con le ruote») e Uno, le Lancia Delta e Thema, l’Alfa Romeo Brera, la 159, la Fiat Croma, la Grande Punto ecc. Nel 2000 fu premiato come “Designer del secolo”.
• «Alfasud, Panda, Uno e Golf: bastano questi quattro modelli, degli oltre duecento nati dalla matita di Giorgetto Giugiaro, per capire la genialità e l’importanza del personaggio. Quattro soluzioni che ogni volta hanno “reinventato” l’automobile. E che hanno fatto di Giorgetto Giugiaro il primo progettista integrale dell’auto, l’unico che è riuscito a trasformare la figura dello stilista in quella dell’industrial designer. Le sue idee, d’altronde, sono chiare fin dall’inizio: “Il designer deve compensare la funzione creativa con quella tecnologica, farsi tecnico per dialogare con i tecnici, per poter difendere e affermare le qualità delle sue intenzioni”. Era il 1968 e l’ex caricaturista di automobili scoperto da Dante Giacosa (progettista della Fiat 500) stava per fondare l’Italdesign. Con un obiettivo inedito: fornire ai costruttori anche i supporti per l’industrializzazione. Quindi il prototipo, i metodi di produzione e la fattibilità» (Valerio Berruti).
• «Perché proprio io fui scelto per disegnare la Golf? Facile: alla Volkswagen fecero un’indagine interna per stabilire quali erano le auto più belle nel 1970. Ne scelsero sei, e di queste quattro erano mie... La storia è divertente: io avevo chiesto delle royalties per ogni esemplare prodotto, sarei diventato ricco, ma loro non potevano permetterselo. Così mi dissero che mi avrebbero messo una targhetta “Giugiaro” su ogni vettura. Lo faceva Pininfarina e per me andava bene. Fino a quando non mi chiesero gli stemmini da applicare sulle macchine: ne volevano 4000 al giorno... Sarei fallito per molto meno...».
• «Arrivo in Germania. Centro ricerche Volkswagen. Era il gennaio del 1970. E al centro di un immenso stanzone trovo una Fiat 128 tutta smontata e sezionata pezzo per pezzo. Chiedo spiegazioni e mi rispondono candidamente “non riusciremo mai a fare una macchina con una meccanica così raffinata a questo prezzo, per questo la Golf deve essere più piccola”. Insomma la 128 era la loro macchina di riferimento».
• Nonostante i 70 anni e l’indiscusso successo mondiale siede ancora al tavolo da lavoro con la matita in mano (Marco Vinelli). Nel 2008 disegnò tra l’altro un pacchetto di sigarette Ms (serie di 200 milioni): «Non vogliamo che ciò che disegniamo finisca in un museo. E un oggetto comune come un pacchetto di sigarette può fare tendenza».
• Sposato con Maria Teresa Serra. Padre di Fabrizio (vedi).