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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Aldo Giuffré

• Napoli 10 aprile 1924 - Roma 27 giugno 2010. Attore (ma «ho abbandonato il palcoscenico senza rimpianti»). Debuttò nel 1947 con Eduardo De Filippo in Napoli milionaria. Grande popolarità (poi andata scemando) dal 1972, quando fondò una compagnia col fratello Carlo. «Credo di aver dato di più, durante la mia lunga carriera, di quanto abbia ricevuto. Non ho mai voluto entrare nel salotto buono del teatro italiano».
• «Ho avuto tre maestri: Eduardo, con il quale ho debuttato insieme a mio fratello, e che mi ha insegnato il mestiere, non quello cialtrone del guitto, ma quello inteso in senso nobile. Giorgio Strehler, che mi ha insegnato il rigore. E Cesco Baseggio, con cui interpretai Il Bugiardo, che mi ha trasmesso la semplicità con la quale occorre adoperare lo strumento che noi attori abbiamo dentro il petto» (ad Emilia Costantini).
• «Avendo esordito anche come annunciatore radiofonico, non ancora ventenne, dai microfoni di Via Asiago (Roma, sede dell’Eiar ndr) era stato proprio lui ad annunciare, il 25 aprile 1945, la fine di quel disastro bellico di portata epocale che era stata la seconda guerra mondiale; ed era stato forse per questo che era poi riuscito a dare, in questo caso al cinema, il meglio di sé nella figura del popolano trucidato nella sommossa nello storico “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy e nella figura del Capitano alcolista e consapevolmente predestinato alla morte ne “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone». (Natalia Di Bartolo).
• Voce arrochita da un’operazione alle corde vocali: «L’intervento che ho subito mi ha privato dei semitoni: per dirla attraverso un’immagine, i tasti neri del pianoforte... quindi, da quel momento in avanti, mi sono dovuto arrampicare sui vetri, per riuscire a ottenere certi effetti fonetici, ma posso dire in coscienza che ce l’ho fatta. Come attore, infatti, sapevo in quale modo gestire la voce che mi restava.
• «Da quando sono nato c’è qualcosa che mi spinge a fare, a fare, a fare; non mi fermo ma quando poi scendo dal palcoscenico e saluto i colleghi calo una bella saracinesca e divento un uomo qualsiasi con i suoi problemi e la sua allegria rimandando i problemi dello spettacolo all’indomani. E se mi sono scordato una battuta durante lo spettacolo pazienza, vado al ristorante e gli spaghetti me li mangio in santa pace...
• Autore di romanzi, da ultimo I Coviello, protagonisti in provincia (Guida, 2007).
• Sposato, una figlia Jessica.
• Scomparso a 86 anni per una peritonite. «(...) è stato un grande attore pieno di naturali sfaccettature. Dal carattere bonario e caustico, capace di mettere insieme arte e popolarità. (…) Pronto a incamminarsi a suo tempo in un cinema popolare d’autore per non disdegnare poi il filone delle commedie erotiche degli anni 70. Genuino comico cresciuto con le leggi della gavetta del palcoscenico senza però negarsi la grinta di showman o di personaggio televisivo di successo: ”Ho recitato tutto, dall’avanspettacolo alla tragedia greca” si vantava, e se doveva mettere in mostra un insegnamento prezioso era pronto a citare una raccomandazione fattagli da Eduardo, “devi far finta di essere naturale”. Ma la vera pasta di Aldo Giuffré era teatrale» (Rodolfo Di Giammarco). Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ne ha ricordato: «la figura di rilievo della scuola napoletana, e la personalità di particolare simpatia e correttezza, nella vita pubblica e privata». «Con lui se ne va un altro pezzo fondamentale di quella generazione di uomini di teatro che ancora oggi restano il riferimento per noi che facciamo teatro» (Luca De Filippo). Il fratello Carlo, con cui si era riappacificato dopo alcune divergenze artistiche, ha detto di aver perso «l’altra metà di palcoscenico. Più di un fratello» (Ansa, 27/6/2010).