30 maggio 2012
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Biografia di Antonio Giraudo
• Torino 2 settembre 1946. Manager. Ex amministratore delegato della Juventus (1994-2006). «A volte ho il dubbio che in Italia non si sia ancora capito cosa è diventato davvero il calcio» (nel 2001).
• Formata con Luciano Moggi e Roberto Bettega la cosiddetta Triade, condusse i bianconeri a 7 scudetti (1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005, 2006, questi ultimi due revocati), una Champions League (1996), una coppa Intercontinentale (1996), una supercoppa Europea (1996), una coppa Italia (1995), quattro supercoppe Italiane (1995, 1997, 2002, 2003). Assolto in primo grado e in appello per il processo doping. Il processo sportivo susseguente alla cosiddetta “Calciopoli” lo inibì per cinque anni da tutte le cariche. Il 15 giugno 2011 è stato radiato dalla commissione disciplinare della Federcalcio.
• In origine tifoso del Torino, laureato in Economia e commercio, dagli anni Ottanta inserito nel gruppo Fiat, «il primo segreto di Antonio Giraudo, torinese aspro, non falso e non cortese, antipatico, decisionista, arrogante, permaloso, serio, pragmatico, gran tagliatore di teste e di conti, si chiama Umberto Agnelli. Ne è stato segretario, poi amministratore dei beni personali, quindi testa di ponte nel settore immobiliare, pilota nel progetto Sestriere (neve artificiale sparata dai cannoni, meeting d’atletica, tappe di Giro d’Italia e Tour), infine uomo Juventus» (Maurizio Crosetti).
• Divenne amministratore delegato della Juventus il 9 maggio 1994. «Valeva 20 milioni di euro. L’abbiamo lasciata con un valore di 250 milioni. Non esisteva società migliore della Juventus: per 12 anni siamo stati un modello per il calcio nel mondo. Solo il Manchester United aveva più ricavi grazie alla proprietà dello stadio. Averne uno nostro era il mio progetto» (nel luglio 2009, a Torino al “processo plusvalenze”). Accusati di falso in bilancio, il 24 novembre 2009 Moggi, Giraudo e Bettega furono assolti perché «il fatto non sussiste».
• Dopo lo scoppio dello scandalo che costò alla Juve la retrocessione in B e due scudetti e a lui il posto, si è sempre dichiarato innocente: «Noi non avevamo alcun interesse a comprare le partite. Come hanno dimostrato i Mondiali, eravamo i più forti».
• «Dal maggio 2006 è diventato l’uomo invisibile: uscite pubbliche azzerate, interviste negate. Ha venduto le azioni del club bianconero in suo possesso, a Torino continua a farsi vedere per ragioni familiari, ma girando al largo da tutto ciò che sa di passato» (Fabio Vergnano). Nel frattempo ha vissuto a Londra e il suo nome è stato ripetutamente accostato al Queen’s Park Rangers acquistato nel 2007 da una cordata comprendente Flavio Briatore.
• Nel novembre 2009, uscendo dal tribunale di Napoli, dove aveva appena affrontato il processo per frode sportiva sul campionato 2004/2005, spiegò il silenzio degli anni precedenti (strategia opposta a Luciano Moggi): «Ho scelto questa strada perché credo nella giustizia e perché voglio che questa storia finisca presto: il calcio non mi appartiene più, non è il mio mondo, è stato solo una parentesi nel mio cammino professionale». Al processo ha optato per il rito abbreviato ed è stato condannato a 3 anni di reclusione (19 dicembre 2009, associazione per delinquere con risarcimento dei danni in favore delle parti civili). Pena ridotta a un anno e 8 mesi in appello (5 dicembre 2012), che invece ha assolto Lanese, ex presidente dell’Aia, Pieri, ex arbitro e Dondarin, ex direttore di gara. «Non so se questa sentenza sia la fine di Calciopoli. Certo che avendo assolto tutti mi viene da chiedere: o l’associazione a delinquere la facevamo solo in due, io e Giraudo, oppure è difficile continuare a crederci...» (Moggi commentando la sentenza).
• «Tra i soci di Giraudo nella sua Royal Park estate, costituita appena quattro mesi prima dello scoppio di Calciopoli, si trovano Andrea Nasi (azionista al 27,6 per cento), Allegra Caracciolo e i due figli (Andrea è anche consigliere), la Fiat partecipazioni spa, Sergio Pininfarina, senatore a vita ed ex uomo forte del Lingotto: la società ha in portafoglio molti progetti di sviluppo immobiliare, tra questi il parco Le mandrie di Torino ed esclusivi circoli di golf come il ligure Garlenda e il piemontese I roveri, di cui Umberto fu presidente onorario e dove oggi gioca Andrea» (Gianluca Ferraris) [Pan 4/2/2010].