30 maggio 2012
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Biografia di Carlo Giovanardi
• Modena 15 gennaio 1950. Politico. Di se stesso: «Cattolico quarantottino, cresciuto nel mito di Scelba e della resistenza anticomunista». Eletto alla Camera nel 1992 (Dc), 1994 (Ccd), 1996 (Polo delle libertà), 2001 (Biancofiore), 2006 (Udc), al Senato nel 2008 (Cdl) e 2013 (Pdl, poi Ncd). Ministro per i Rapporti con il Parlamento nel Berlusconi II e III (2001-2006). Sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Famiglia, droga, servizio civile) nel Berlusconi IV. Candidato a sindaco di Modena alle amministrative 2014.
• «Era quasi il gemello (politico) di Casini: insieme i due democristiani senza più Dc costruirono il Ccd (poi diventato Udc) e non a caso misero nel simbolo lo scudo crociato. Poi il primo fuoco d’artificio: quando Casini strappa con Silvio Berlusconi, Giovanardi lo abbandona tra le lacrime e preferisce un posto al governo col Cavaliere. Cambia casacca ma non il suo personale tormentone di crociato contro i gay, la prostituzione, le unioni civili, l’eutanasia, i drogati, chi fuma cannabis, chi politicamente si schiera a sinistra. Poi arriva la decisione del Cavaliere di resuscitare Forza Italia, lui non fa parte del cerchio magico perciò si trasferisce da Angelino Alfano» (Giorgio Ponziano)[Iog 27/3/2014].
• «C’è un’ideologia da abbattere. Dicono che vogliamo una rivoluzione conservatrice? Non credo. Ma se pensare il matrimonio come l’unione tra uomo e donna significa essere conservatore, allora io sono conservatore. Se difendere duemila anni di tradizione cattolica per cui la vita è un valore in sé, anche la vita dei talassemici, degli handicappati, dei deficienti mentali, dei down, e anzi queste vite fragili e delicate sono le più preziose e care a Dio e ai loro genitori, se difendere tutto questo dal ritorno della rupe Tarpea, del positivismo di un secolo fa, dell’eugenetica nazista significa essere conservatori, allora io sono conservatore»
• Paladino del no al matrimonio gay, ritiene che si debba invece «introdurre nel codice civile il cosiddetto contratto di solidarietà e convivenza, attraverso il quale i conviventi, a prescindere dagli orientamenti sessuali, possano disciplinare davanti ad un notaio tutti gli aspetti patrimoniali e assistenziali della loro vita di coppia» (Alessandra Arachi).
• «Il corteo del Gay Pride è da sempre un’esagerazione, una sequela di insulti contro la Chiesa».
• «Un bacio in pubblico fra donne è come qualcuno che fa pipì per strada» disse a Le Iene.
• Contestò nell’ordine: un manifesto della Ikea in cui figuravano due uomini mano nella mano sotto lo slogan “Siamo aperti a ogni tipo di famiglia”, il videogioco “The Sims”, «promotore di pratiche omosessuali, l’Expo del turismo gay, organizzata a Bergamo nel 2011.
• Ha manifestato contrarietà all’istituzionalizzazione delle quota rosa ogni volta che se ne è parlato.
• La lotta alla droga è l’altro suo cavallo di battaglia. Insieme a Fini nel 2006 promosse la legge Giovanard-Fini sulle droghe: in riforma della legge Jervolino-Vassallo del ’90 venne introdotta l’equiparazione fra le droghe pesanti e le droghe leggere (disposizione cassata dalla Corte Costituzionale nel 2014). Nel 2009 introdusse un test, volontario, per i parlamentari per scoprire se e chi facesse uso di stupefacenti; nel 2011 lo propose anche per i conduttori tv, gli addetti delle Poste e gli insegnanti. Suoi il Piano nazionale anti-droga lanciato per il 2010-2013 dal governo Berlusconi e le campagne “iononsballo” (2009) e “Non ti fare, fatti la tua vita” (2011). Sul tema droga polemizzò poi sia con Le Iene (2009) che col Tg1 (2012, per un’intervista a Vasco Rossi) e propose di perseguire penalmente gli organizzatori di rave party (2011).
• Firmatario dall’appello al Papa pro infanzia lanciato da Il Foglio, difende la legge 40 sulla procreazione assistita come argine contro il «Far West della provetta».
• Querelato da Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, morto nel 2005 durante un controllo di polizia, per aver criticato la decisione dei magistrati di non concedere i domiciliari a due agenti condannati a seguito dell’inchiesta sul decesso e per aver sostenuto che la macchia rossa nella foto di Federico Aldrovandi (foto più volte esposta dalla madre per protesta) non era sangue ma «un cuscino dietro la testa». Protagonista anche di un duro scontro verbale coi parenti di Stefano Cucchi (vedi Ilaria Cucchi), (disse: «Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo»).
• Lorenzo Borgogni, capo delle relazioni esterne di Finmeccanica, l’ha indicato come colui che raccomandò la nomina di Vittorio Adolfo in Elsag Datamat: «Il nome me lo diede Letta (Gianni, ndr) per conto di Giovanardi, che poi mi chiamò in prima persona» (Monica Guerzoni) [CdS 10/7/2011].
• Raccontò: «Io a Modena ho il mio ambulatorio e più che altro è un ufficio raccomandazioni. Ma non ne vedo lo scandalo. Riesco a dare referenze a chi non ne avrebbe: aiuto il disoccupato e l’eventuale datore di lavoro».
• «Osò ricevere a Palazzo Chigi, per un gesto di amicizia a nome dell’Italia, l’immigrato macedone regolare Ilco Ristov, assolto dalla Cassazione dopo un tormentatissimo processo in cui era accusato di avere portato in Italia non solo la moglie e il bambino più piccolo così come gli era consentito dalla legge rigidissima sui parametri abitativi, ma anche la bambina più grande, che di anni ne aveva 11. Bene: quello stesso Carlo Giovanardi, pare impossibile, si lascia a volte travolgere, su certi temi, in risse da angiporto. Come quando contro la fecondazione eterologa fece fare dei manifesti con la foto di una parata nazista e lo slogan “Anche loro avrebbero firmato”» (Gian Antonio Stella) [Cds 25/5/2011].
• «Gran lavoratore, è come quei mediani di spinta di una volta: un giocatore di quantità, alla Benetti, carico di agonismo e anche disponibile alle entrate rudi. Di carattere gioviale, con i giornalisti intrattiene ottimi rapporti» (Antonello Caporale).
• «Interpreto la politica con spirito di servizio e mi sento come quel soldato che in guerra crede nella vittoria fino alla morte».
• «Arrivò a paragonare i martiri cristiani dei primi secoli ai democristiani colpiti dalle inchieste di Mani pulite» (Gian Antonio Stella).
• Un fratello gemello Daniele, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Modena. «Sono talmente uguali che Daniele ha raccontato che per strada lo scambiano continuamente per Carlo e mica gli credono quando nega di esserlo: “Pensano voglia mantenere la mia privacy. Devo tirare fuori la carta d’ identità”» (Stella).
• «Sono stato bamboccione giusto il minimo sindacale. A ventiquattro anni mi sono laureato poi ho fatto un anno di carabiniere, ho trovato lavoro, mi sono sposato e ho lasciato la casa dei miei. Il letto non lo rifacevo ma i tempi erano quelli che erano» (Salvia) [Cds 18/10/2010].
• Sposato con Anna Maria, insegnante di Letteratura inglese, tre figli.
• Ha raccontato a Porta a Porta: «Mia figlia venne a casa e mi disse: «papà sono andata in Sudafrica e mi sono fidanzata con un rasta, mi ha spiegato cos’era: è di colore ed è sposato. Ma io sono un uomo di mondo... Però era sposato con un altro uomo. A quel punto, quando mi sono svegliato al pronto soccorso, mi ha spiegato che era un matrimonio per interesse. Ora è sposata e ha figli, forse è meglio così per la sua salute».
• «Quando Pier Ferdinando Casini decise di separarsi dalla prima moglie, il primo politico a saperlo fu Carlo Giovanardi: due ore di colloquio in macchina, in un parcheggio di Serramazzoni, sotto la neve» (Aldo Cazzullo) [Cds 17/8/2009].
• Appassionato collezionista di francobolli, nella XIV legislatura organizzò due mostre filateliche a Montecitorio. Presidente del gruppo parlamentari amici della Filatelia,
• Presidente dell’Anioc (Associazione insigniti onorificenze cavalleresche).
• «Quando in spiaggia vedo una donna in topless, mi emoziono».