30 maggio 2012
Tags : Felice Gimondi
Biografia di Felice Gimondi
• Sedrina (Bergamo) 29 settembre 1942. Ex ciclista. Campione del mondo 1973 (2° nel 1971, 3° nel 1970), vinse 3 Giri d’Italia (1967, 1969, 1976), un Tour de France (1965), una Vuelta di Spagna (1968), una Milano-Sanremo (1974), una Parigi-Roubaix (1966), due volte il Giro di Lombardia (1966, 1973) due campionati italiani (1968, 1972) ecc. «Fossi stato un po’ più utilitarista avrei vinto di più. Ma non era il mio carattere e poi non sarebbe piaciuto alla gente».
• «E pensare che non avrei dovuto farlo quel Tour. Gli accordi erano: fai un Giro alla grande e basta. Ma io in quel Giro arrivai terzo... L’entusiasmo era tanto. Pezzi e Salvarani mi dissero: fai qualche tappa, solo per dare una mano ai compagni. Mancava Fantinato, un titolare, per un dolore al ginocchio. Presi tempo: vediamo, dissi, parlo con papà... Ma dentro di me avevo già deciso. Vengo, dissi, però voglio ridiscutere il contratto. Mi accordai, e così fui fregato due volte. Immaginate quanto avrei potuto chiedere da vincitore del Tour...» (da un’intervista di Eugenio Capodacqua).
• Sul Mondiale del 1973: «Se ci penso, mi viene la pelle di gallina. Io battere il grande Merckx in volata... Se rifacciamo 100 di quegli sprint, Eddy ne vince almeno 90. Lui attaccava sempre e anche quel giorno partì a 80 chilometri dall’arrivo. Fu lui a promuovere la fuga decisiva. Eravamo in sette, c’era anche Battaglin con me e poi Zoetemelk. Era una fuga ben assortita. Con Merckx la tattica era una sola: provare a stargli a ruota. Impostai la corsa su Eddy, cercando di risparmiarmi per il finale. Fece tutto lui. Andava così: il massimo che potevi sperare era arrivare con Eddy; dentro di me sapevo che potevo essere battuto, ma sentivo che dovevo provarci fino in fondo. Mi dicevo: dai, arrivare dietro lui è come vincere. Io la mia parte l’ho fatta; ma quando Eddy ha dato l’ultimo strappo sulla salita del Montjuich, al penultimo giro, e siamo rimasti in quattro, ho cercato di risparmiarmi. Mi sono incollato alla sua ruota. Quando sbucammo in quel rettilineo enorme, Eddy fece un buco per mandarmi avanti e cogliermi in contropiede. Io frenai e rimasi dietro. È stato lì, forse, che ho vinto. Arrivo all’altezza della pedivella di Maertens e mi accorgo che è piantato. Lui cerca di ostacolare il mio sorpasso allargando i gomiti. Io rispondo, allargando anch’io. E poi passo. A 40 metri dall’arrivo mi rendo conto di aver vinto».
• Sposato con Tiziana Bersano.