30 maggio 2012
Tags : Piero Gilardi
Biografia di Piero Gilardi
• Torino 3 agosto 1942. Artista.
• «L’arte non può essere consolatoria, ma deve essere un elemento della vita della gente, una vita che oggi le nuove tecnologie stanno cambiando profondamente giorno per giorno».
• «Grazie ai suoi coloratissimi Tappeti-Natura, che riproducevano giocosamente piante e frutti, divenne famoso poco più che ventenne, all’epoca dell’Arte Povera. Poi attraversò la stagione dell’animazione e dei “movimenti”, sempre pronto a colorare con le sue sculture di gommapiuma manifestazioni e cortei (“ma per un po’ di anni - ricorda - ho anche collaborato con i servizi psichiatrici di Torino, avevo un atelier con una decina di pazienti, alcuni dei quali schizofrenici”). Ora che ha superato i sessanta, anche se i suoi lavori sono esposti come classici in importanti musei d’arte contemporanea, non rinuncia a mettersi in gioco, ed è tra i paladini della “tecno-arte”, ossia di quella tendenza internazionale che sposa gesto artistico e nuove tecnologie» (Rocco Moliterni).
• I suoi primi tappeti in poliuretano espanso, con barriere coralline, greti di fiume, prati fioriti e boschi di larici e betulle immersi nei suoni dell’estate e dell’inverno, affrontavano direttamente la necessità di togliere l’arte dal suo piedistallo, collocandola radicalmente a terra, facendone una superficie calpestabile, qualcosa da porre non più solo dinanzi agli occhi, ma addirittura sotto i piedi. «Le sue installazioni sono sempre più spesso “interattive”, i visitatori d’una mostra o di un museo si trovano a far parte in qualche modo essi stessi dell’“opera”. Vitigni danzanti, che ha realizzato per la prima volta una decina di anni fa, è una sorta di vigna-labirinto in cui toccando le foglie delle piante queste si animano e si mettono a ballare a un ritmo di musica techno. Nel frattempo un video ti dà la sensazione di essere quasi “aspirato” dalle piante. Un po’ di anni fa creò invece i Sassi parlanti (a Milano si videro alla rassegna Techne), sembravano sassi veri, ma se li toccavi partivano suoni e rumori. Per un’altra mostra alla Triennale, sempre a Milano, studiò un marchingegno in cui mettevi le mani e alcuni sensori elettronici disegnavano percorsi colorati collegati al battito cardiaco. Sulla stessa lunghezza d’onda Gilardi ha progettato il Pav, un Parco d’Arte vivente, che ha proposto come strumento di riqualificazione di periferie urbane: “Mi interessava affrontare in chiave tecnologica il rapporto tra arte e natura. Si tratta di un parco che è anche un percorso tra atelier e installazioni, in cui il visitatore diventa protagonista dell’esperienza artistica”. Il progetto è sulla scrivania di vari assessori, in attesa che lo finanzino. Al trapianto di cellule staminali è dedicato il progetto Mitopoiesis, uno spettacolo in cui si mescolano biotecnologie, danza e arte: “Io ho pensato alle scenografie . Si tratta di una collaborazione con l’associazione Arslab, che in passato ha dato vita a varie rassegne dedicate al rapporto tra arte, scienza e tecnologia”. A Torino si ricorda ancora la Mole con i capelli, perché, in occasione di Arslab 2, una delle installazioni regalava, con tubi di plastica animati dal vento, una sorta di capigliatura azzurra al più famoso monumento dell’Antonelli» (Moliterni).
• «Se devo dire quali sono le mie radici, le vedo nel teatro popolare e nel teatro barocco» (a Paolo Vagheggi). (a cura di Lauretta Colonnelli).