30 maggio 2012
Tags : Oscar Giannino
Biografia di Oscar Giannino
• Torino 1 settembre 1961. Giornalista, uomo politico • «Il dandy che incede nei talk show bastone in mano, giacche di velluto color aragosta, gilet di raso, pantaloni asparago e scarpe bicolori. Prende posto tra gli altri, punta il mento sul bastone e, con la barba che sporge, si immobilizza come un nume assiro» (Giancarlo Perna, Il Giornale 3/12/2012).
• Pelatissimo, ricorda il Mariannini dei tempi di Lascia o raddoppia?.
• Alla testa del movimento da lui stesso fondato, “Fare per fermare il declino”, si presentò candidato premier alle politiche del 2013 ed era accreditato di un buon 5% in Lombardia e di quote di consenso significative in Veneto, Piemonte, Emilia, Liguria, Marche e Friuli, quando Luigi Zingales, l’economista che aveva fondato con lui il movimento e contribuito alla stesura del manifesto programmatico in dieci punti, lo denunciò per aver millantato il possesso di un master in Economia alla Booth School of Business di Chicago. Nella polemica che ne seguì, Giannino dovette ammettere di non possedere neanche le pretese lauree in Legge ed Economia. Dimessosi dalla presidenza del partito, dove fu sostituito dall’avvocato Silvia Enrico, 37 anni, da Albenga ma con studio a Milano, offrì le sue dimissioni anche da parlamentare se eletto. La lista ha avuto lo 0,9 per cento al Senato e l’1,1 alla Camera: «Non ce l’ho fatta, ma me lo merito».
• «Le millanterie di Giannino sono assurde e fanno rabbia anche per questo: Oscar sarebbe stato ancora più ammirato se avesse raccontato di essere tanto competente solo grazie ai suoi studi in casa la sera, cioè grazie al suo essere autodidatta. E poi: uno dei fondamenti del pensiero liberale è che il titolo di studio non deve avere valore legale, concetto su cui insistette, a suo tempo, lo stesso Luigi Einaudi. Come mai, invece, un uomo notevole come Oscar s’è lasciato sedurre, anche lui, dal luccichìo fasullo del pezzo di carta? E, a questo punto, si potrà credere agli altri dettagli della sua biografia così colorata, che gira col bastone per via di un tumore alla spina dorsale, che nel tempo libero assiste i malati terminali, che è nato a Mirafiori in mezzo agli operai?» (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 21/2/2013).
• Giovinezza nel quartiere Mirafiori, studi al liceo Alfieri. Primi passi in politica proprio al liceo, dove si candida al consiglio d’istituto in una lista repubblicana alleata con i giovani comunisti di Fabrizio Rondolino. Antonio Carioti, che fu con lui a scuola in quel periodo: «Vestiva in jeans, con maglione e chioma riccioluta» Rondolino: «Stile afro, alla Angela Davis». Cioè l’opposto della ricercatezza che sfoggia oggi.
• Vicesegretario della Federazione giovanile repubblicana nel 1985, poi portavoce del partito e direttore de “La Voce repubblicana” al tempo in cui il segretario era Giorgio La Malfa (1988). Crisi e uscita dal Pri a cavallo tra il 1993 e il 1994: in quel periodo, i repubblicani aderivano a un raggruppamento progressista detto Alleanza Democratica. Il nuovo segretario Giorgio La Malfa, eletto in gennaio, spostò però il partito a destra, uscendo dall’Alleanza. Giannino ruppe: «Io a fare campagna elettorale per i nipoti di Andreotti non ci vado». La Malfa gli avrebbe risposto: «Se resti, un posto di redattore ordinario alla “Voce repubblicana” non te lo leva nessuno». «E allora sono andato nella mia stanza, ho fatto i quattro pacchi con la mia roba e me ne sono andato» (a Barbara Palombelli, “la Repubblica” 1/2/1994).
• Si dava del tu con Cuccia.
• Un anno in America, durante il quale prese moglie. Frequentò un corso a Chicago non per il master in economia, ma per migliorare l’inglese. Poi, tornato in Italia, una serie di incarichi giornalistici: responsabile economia prima al “Foglio” poi al “Riformista”, quindi direttore di “Libero Mercato” – l’inserto economico del quotidiano “Libero” -, infine a Radio24, per una trasmissione divenuta presto un cult, “Ore 9. La versione di Oscar” (conduce in piedi). Collabora con il “Messaggero”, dirige Chicago-blog.it, il blog dell’Istituto Bruno Leoni
• «Eccentrica insondabilità», «Personalità condominiale più che semplicemente sfaccettata» (Marianna Rizzini, Il Foglio 21/7/2012).
• Possiede tre gatti, qualifica la sua trasmissione radio come “felina”.
• «Alla domanda “Oscar Giannino, che cosa ti viene in mente?”, i redattori evocano circostanze lontanissime dall’economia e dalla finanza. Elenco parziale: “Finisci le frasi quando parli, per favore, non esistono timidi, ma solo pigri” (primo consiglio di Oscar Giannino a un collega non esperto); “il gatto sul tetto che scotta” (il gatto di Oscar Giannino, quando scappò per un giro di notte dalla sua casa a Borgo Pio); gli sms incomprensibili con “k” al posto di “ch” (mandati da Oscar Giannino a ministri, parlamentari e amici); l’alzabandiera (americana) con inno, alle sei del pomeriggio, nei giorni della guerra in Iraq; i grissini e il formaggio (gli uni e l’altro cercati e offerti da Oscar Giannino ai suoi commensali nei migliori luoghi di degustazione della capitale); i vini pregiati (“Giannino è abbastanza antifrancese, eccezion fatta per il Bourgogne”, dice un compagno di serate in enoteca); il mistero del profumo (era nota la profumeria d’élite da cui si serviva Oscar Giannino dietro al Pantheon, ma non il nome dell’essenza personalizzata che faceva impazzire d’invidia la collega Maria Giovanna Maglie, motivo per cui Maglie dovette procedere a investigazione con successiva prova-profumo nelle anguste stanze della prima redazione romana del “Foglio” – mandarino, fico, sandalo, alloro? Nessuno mai indovinò)» (ibid).
• «Aneddoti da “strano ma vero”: Oscar Giannino che colleziona orsi di pezza; Oscar Giannino che calza solo scarpe artigianali; Oscar Giannino melomane ma anche interprete a sorpresa di canzoni napoletane anni Venti; Oscar Giannino che a Natale, e soltanto per esprit liberale puro, dà ragione al burbero Scrooge di Charles Dickens (no ai regali “distruggi-valore”)» (ibid).
• «Mangia solo verdure ed è secco ai limiti dell’anoressia» (Perna, cit.).
• Sposato in seconde nozze con Margherita Brindisi, manager della Sogei. Alla cerimonia di matrimonio «ha beffato i vip invitati. Nel menu del raffinato ricevimento, con tavoli addobbati per portate luculliane, erano annunciati piatti di sogno, tipo “Perle dell’Himalaya in castone di Alea delle Hawaii”. Al dunque, e dopo ore di attesa, sono arrivati un pugno di riso e alcune verdure bollite, cibi standard dello sposo» (ibid).
• Si disegna da sé gli abiti che indossa, mise mano anche all’abito da sposa della moglie.