30 maggio 2012
Tags : Francantonio Genovese
Biografia di Francantonio Genovese
• Messina 24 dicembre 1968. Politico. Eletto alla Camera col Pd nel 2008 e nel 2013. Nel 2005 fu eletto sindaco di Messina, nell’ottobre 2007 la sua elezione, come quella dei consiglieri comunali e di circoscrizione, fu annullata dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) della Sicilia su ricorso della lista Nuovo Psi di Gianni De Michelis esclusa nel 2005 dal Tar dalla competizione elettorale. Arrestato il 15 maggio 2014 con l’accusa di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti alla formazione professionale a Messina (vedi sotto). Il Gip aveva disposto l’arresto il 19 marzo, la Camera ha dato il suo assenso solo il 15 maggio con 371 sì, 39 no e 13 astenuti. Il Pd votò a favore dell’arresto.
• Avvocato: «Minuto, mite, calvo, occhiali: uguale identico al celebre Mister Magoo dei cartoon. È nipote di Nino Gullotti, indicato a lungo come uno dei padri degli anni d’oro di Messina, un ras di provincia che si puntellava su una gestione clientelare del potere basata sul principio: se possibile, non dire mai no a nessuno. Poi è figlio di Luigi Genovese, per cinque volte senatore, e della leggendaria Angelina Gullotti, che molti in città consideravano il vero cervello politico della famiglia» (Gian Antonio Stella).
• Imprenditore (traghetti, alberghi, villaggi turistici ecc.) «Unico erede del padre e dello zio Gullotti, si è trovato a gestire un imponente patrimonio, tanto imponente da indurlo a dichiararsi “finanziere” nei curriculum parlamentari. Una parte dei suoi quattrini sono investiti nella società (maggioranza Franza) che gestisce i traghetti privati dello Stretto. Senza preoccuparsi del palese conflitto di interessi, si è messo alla testa nel movimento No-ponte, tanto da sfilare in prima fila nelle manifestazioni» (Domenico Cacopardo) [Iog 20/3/2014].
• «Un politico potente, con un passato nella Democrazia cristiana e poi nella Margherita di Francesco Rutelli. È stato segretario regionale del Pd, appoggiato allora dall’ex ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale (...) Ed è pure un bravo uomo d’affari, a quanto pare. Basta fargli due conti in tasca: dal 2008 (quando è stato eletto alla Camera dei deputati) al 2012, ha dichiarato redditi sempre in crescita: da 153 mila euro a 489 mila. In più, negli ultimi cinque anni, Genovese ha ottenuto dallo Stato, oltre al cospicuo mensile da deputato, anche un credito complessivo di imposte pari a un milione e 185 mila euro. Una bella somma, che non passa certo inosservata se a ottenerla è un parlamentare (...) Possiede decine di unità immobiliari e migliaia di azioni. Per la campagna elettorale che lo ha portato a Montecitorio, invece, ha stretto i cordoni della borsa, dichiarando la modesta spesa di 81 euro e 80 centesimi. Dai redditi indicati dall’ex sindaco di Messina, si ricava che Genovese è azionista in diverse società, in particolare una, Calaservice, che si occupa di “consulenza e pianificazione”, di “forniture di software e compravendita immobiliare”, il cui bilancio contiene un finanziamento che oggi arriva a circa 8 milioni di euro, effettuato dai due soci, che è stato alimentato nel corso degli anni» (Lirio Abbate e Primo Di Nicola) [Esp 6/3/2014].
• «Nelle travagliate vicende del Pd siciliano, Genovese si inserisce con la fondazione della corrente “Innovazioni”, da lui guidata insieme a Salvatore Cardinale e Nino Papania, che fa riferimento a livello nazionale all’area ex popolare vicina a Beppe Fioroni. Da quella posizione, mantiene una fitta rete di contatti in tutta l’isola, che lo portano a essere considerato punto di riferimento politico per molti dirigenti e amministratori dell’area centrista del Pd. Messina è considerata, grazie alla sua presenza, la città (e la provincia) dal più solido radicamento dem di tutta la Sicilia. A conferma di ciò, nel dicembre 2012 risulta il più votato in tutta Italia tra i candidati alle primarie per scegliere i parlamentari del Pd, con 19.590 preferenze. Un risultato che lo porta a confermare la propria poltrona a Montecitorio» (Rudy Francesco Calvo) [Europa 16/5/2014].
• Secondo le accuse dei pm di Messina «in cinque anni, dal 2006 al 2011, la holding familiare messa in piedi da Francantonio Genovese e dai suoi cari ha inghiottito 28 milioni di euro destinati a 47 progetti per la formazione dei giovani siciliani, costituendo società di comodo, noleggiando ai loro enti scrivanie e computer al prezzo triplo di quello di mercato, acquistando appartamenti per affittarli a prezzi esorbitanti sempre agli stessi enti, diventati, come scrivono i magistrati di Messina, una inesauribile “macchina di consenso politico-elettorale che instancabilmente costruisce illeciti allo scopo di ottenere denaro”» (Giuseppe Lo Bianco) [Fat 16/5/2014]
• Nella stessa inchiesta la moglie, Chiara Schirò, è finita in galera nel luglio 2013, ai domiciliari da gennaio 2014. Tra gli indagati anche la cognata Elena Schirò e altri tre parenti.