30 maggio 2012
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Biografia di Mariastella Gelmini
• (Detta anche Maristella) Leno (Brescia) 1 luglio 1973. Politico (Fi). Avvocato (esame di abilitazione a Reggio Calabria). Dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Eletta alla Camera nel 2006 con Forza Italia (dal maggio 2005 coordinatore per la Lombardia), nel 2008 e nel 2013 col Pdl. «Iscriversi a Fi, quando tutti dicevano che era un partito di plastica, era un atto coraggioso e trasgressivo. Mi ricordo ancora mia madre che si preoccupava da morire». Era il 1994 e la Gelmini si dedicava al partito due giorni alla settimana (costituzione di verifica dei primi club, che nascevano in quel momento). Si fece tutta la gavetta: «Ho fondato il club nella mia Desenzano, ho scarpinato a cercarmi gli elettori che mi hanno portato al Consiglio comunale, poi alla Provincia, poi alla Regione, la più votata nel mio collegio». Nel frattempo l’incontro con Berlusconi, a presentarli fu Giacomo Tiraboschi, giardiniere ufficiale di Arcore (ma anche produttore della trasmissione Mediaset Melaverde). Da bambina sognava di diventare ballerina, ha studiato ballo per sei anni. «Favorevole alla caccia, molto cattolica, bambina all’oratorio e ragazza alla scuola dei preti, con un papà sindaco dc nel bresciano. Lombarda come la Brambilla, ma più diverse non potrebbero essere. A San Babila, quando Berlusconi annunciava sul predellino il nuovo partito, la immortalavano i fotografi: rapiti dalla rossa, non potevano evitare di inquadrare anche lei, la mora proprio accanto al Cavaliere. E Marcello Dell’Utri, a Lucia Annunziata che gli chiedeva a In ½ ora i nomi del futuro di Forza Italia non ha avuto dubbi: “Mariastella Gelmini”» (Francesca Schianchi).
• Nel 2000 fu sfiduciata da presidente del Consiglio comunale di Desenzano del Garda per inoperosità.
• Dopo aver confermato la linea di rigore del suo predecessore Fioroni relativamente al recupero crediti (i bocciati ai cosiddetti “esami di riparazione” di settembre 2008 aumentarono del 12 per cento), ha concluso una lunga campagna mediatica contro l’organizzazione scolastica in essere con un decreto legge (poi convertito) in cui nelle scuole elementari e medie si reintroduce il voto numerico da 1 a 10 (fatta eccezione per il voto di religione ancora espresso attraverso un giudizio) e, nei licei e negli Istituti tecnici, si stabilisce che il voto di condotta torni a far media, fino a produrre la bocciatura – qualunque sia il profitto – quando sia 5; e con un disegno di legge, in seguito approvato, in cui si prevede l’insegnamento dell’Educazione civica, del Codice della strada e dell’ambiente (la materia si chiama Cittadinanza e Costituzione), un limite alla ristampa dei manuali, la facoltà per i singoli istituti di adottare una divisa scolastica (il grembiule che dovrebbe rendere tutti uguali e porre un freno alla mania delle griffes), il ritorno al maestro unico prevalente nelle elementari, provvedimento che ha permesso un taglio di circa centomila insegnanti, nella linea di risparmio perseguita da Tremonti. Appena insediata, la Gelmini aveva presentato un piano per il taglio di 148 mila posti (riduzione di un quinto per il personale non docente, del 13,5% per gli insegnanti). Alcuni professori, per protesta, si presentarono in classe, il primo giorno di scuola del 2008, col lutto al braccio. In genere però questi cambiamenti hanno riscosso – in base ai sondaggi – un ampio favore tra la popolazione.
• Ha sostenuto, basandosi sulle classifiche Ocse, che gli insegnanti del Sud sono meno preparati di quelli del Nord e che avrebbero quindi bisogno di corsi di formazione appositi. Vari studi hanno poi ipotizzato che molti insegnanti del Sud peggiorino il livello medio delle classi loro affidate perché concedono più facilmente degli insegnanti settentrionali voti alti e promozioni.
• Ha denunciato il fatto che il 97% della spesa scolastica se ne vada in stipendi.
• Bossi ha sostenuto che ci sono troppi insegnanti meridionali al Nord e ha poi varie volte attaccato il ministro. Nel luglio 2008 , preoccupato per la perdita di voti che il taglio degli insegnanti avrebbe comportato, ha detto: «Purtroppo mettono a fare i ministri gente che non ha mai fatto l’insegnante». Lei ha ribattuto: «Non mi risulta che Bossi sia un costituzionalista insigne». Il capo della Lega ha criticato anche l’introduzione del maestro unico: «Se i maestri sono tre, è più facile che ce ne sia almeno uno bravo».
• «La neoministra dell’Istruzione ha lo sguardo della supplente che ti frega, rivelandosi poi più tosta della prof che era chiamata a sostituire (nella fattispecie Letizia Moratti)» (Massimo Gramellini, Mattia Feltri).
• «Da ragazza del lago (Maggiore) qual è, si difende con la serena forza dell’acqua che non si vede ma poi ti sommerge» (Marianna Rizzini).
• Nel 2011 è protagonista di un’infelice gaffe contenuta in un suo comunicato di congratulazioni agli scienziati del Cern e dell’Infs per la presunta scoperta di neutrini che avrebbero superato la velocità della luce: «Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile in 45 milioni di euro». Il tunnel non esiste. In seguito, il suo portavoce Massimo Zennaro, responsabile del controllo del testo, si è dimesso.
• L’errore più grande che ha fatto? «Chi fa, sbaglia. Ne ho fatti tanti. Li rifarei tutti» [a Vittorio Zincone, Set 9/11/2012].
• Il fratello Giuseppe, vent’anni più vecchio, è vicesindaco a Milzano (lo stesso Comune dove fu sindaco il padre). La sorella Cinzia è, come la madre, maestra elementare. È anche sindacalista Cgil.
• Autrice del libro di fiabe Quando diventerai grande (Mondadori 2011)
• Ha avuto una storia col deputato Giuseppe Romele. Sposata con l’imprenditore bergamasco Giorgio Patelli (15 anni più grande), con lui ha una figlia Emma (2010).
• Fan di Vasco Rossi e Adriano Celentano («Ma solo quando canta, non quando parla»).