30 maggio 2012
Tags : Marcellino Gavio
Biografia di Marcellino Gavio
• Castelnuovo Scrivia (Alessandria) 11 aprile 1932 – Castelnuovo Scrivia 16 novembre 2009. Imprenditore. «Il re delle autostrade» (Paolo Biondani).
• «Una brillante carriera da costruttore alle spalle, schivate senza gravi danni le inchieste di Tangentopoli, ha scoperto il gran business dei caselli e dei pedaggi. La rincorsa cominciò nel 1996 quando Mediobanca gestì il passaggio dal gruppo Ligresti a Gavio della Grassetto (costruzioni) e del controllo dell’Autostrada Torino-Milano. Da allora, sempre con l’appoggio finanziario determinante dell’istituto di Piazzetta Cuccia, non ha fatto altro che tessere con pazienza una tela che lo ha portato a controllare quasi il 20 per cento della rete autostradale nazionale» (Vittorio Malagutti).
• «I rapporti fra Marcellino ed Enrico Cuccia sono stati solidissimi e grazie ad essi, nel ’96, passano dal gruppo Ligresti alla Argofin della famiglia piemontese il controllo della Grassetto costruzioni e della Torino-Milano. Da allora la crescita è stata arrestata una volta sola: a Gavio non è riuscita la scalata alla Serravalle. Dalla quale però non ha mai abbandonato la presa» (Sergio Bocconi).
• Amico e socio (in Unitra prima e in Impregilo poi) di Fabrizio Palenzona.
• «La sua dimora è il palazzotto del paese, Castelnuovo Scrivia, provincia di Alessandria, cortile grande, il portone signorile e dietro ancora i magazzini dell’impresa del nonno e le stalle per i cavalli da tiro, come un secolo fa. Comincia alla fine degli anni Cinquanta. Suo padre è un commerciante e trasportatore di granaglie. I guadagni li investe in terreni. Lui è il figlio più grande e quando il padre muore prende il suo posto. Fa società “con un geometra di Tortona, Eugenio Ansaldi, reduce dal Congo belga dove aveva imparato le tecnologie francesi della pavimentazione”. Gavio mette il capitale, l’altro la tecnologia. Nasce la Edilvia costruzioni. Nel 1967 compra l’Itinera a Torino, nel 1976 la Torino-Piacenza, nel 1980 la Torino-Milano, e diventa uno dei potenti d’Italia dividendo con il fratello Pietro lavori e interessi» (Pierangelo Sapegno).
• «Ha finanziato con diverse società del suo gruppo sia Prodi (100 mila euro) sia Forza Italia (50 mila euro) senza trascurare l’Udc (100 mila euro)» (L’espresso).
• Fece molto discutere la cessione del 15% dell’autostrada Milano-Serravalle detenuta dal Gruppo Gavio, unico socio privato della società, alla Provincia di Milano retta da Filippo Penati. L’operazione prese l’avvio nel 2004 e fu realizzata nel 2005.
• Vendendo «al prezzo di 8,9 euro per ciascuna di quelle azioni che Gavio aveva acquistato in precedenza a 2,9 euro», per la cessione della quota di Serravalle alla Provincia «incassò 238 milioni, temporalmente in coincidenza con l’appoggio finanziario (50 milioni) fornito poi da Gavio alla “scalata” che l’Unipol di Giovanni Consorte (compagnia assicurativa nell’orbita della sinistra) stava dando alla Bnl prima di essere fermata per aggiotaggio dai pm milanesi» (Luigi Ferrarella) [Cds 10/4/2013].
• Figura tra gli intercettati, in telefonate con Pierluigi Bersani e Penati prima della cessione dell’autostrada, nell’inchiesta su Serravalle. Il 5 luglio 2004 «Penati chiama Gavio: “Buongiorno, mi ha dato il suo numero l’on. Bersani”. Gavio: “Sì, volevo fare due chiacchiere con lei quando possibile”. Penati: “Guardi, non so... Beviamo un caffè”. I due s’incontrano in segreto, come suggeriva Bersani: non nella sede della Provincia, ma in un hotel romano» (Il Fatto Quotidiano).
• Il suo conto corrente alla Banca del Gottardo di Lugano fu indicato da Gianfranco Boni, braccio destro di Gianpiero Fiorani, come un canale per «operazioni riservate» (Mario Gerevini) [Cds 20/9/2011].
• Coinvolto nel processo a Consorte per Bnl, ne era uscito prosciolto all’udienza preliminare, nel 2009.
• Prima della cessione alla Provincia, «il gruppo di Marcellino Gavio, socio privato nella spa, aveva tentato la scalata rastrellando azioni fra i piccoli enti pubblici e arrivando al 27 per cento rispetto al 37 della Provincia e al 18 del Comune» (Elisabetta Soglio) [Cds 24/10/2013].
• Sempre nel 2005 era entrato nel gruppo Impregilo «al fianco della famiglia Rocca (Techint) e della famiglia Benetton (Autostrade) nell’ambito dell’aumento di capitale da 650 milioni di euro del general contractor»; tramite la holding ArgoFin «nominò in cda il suo braccio destro Bruno Binasco: un’avventura culminata con l’acquisto delle quote dei Ligresti e dei Benetton, e poi nello scontro con Salini». Otto anni dopo il figlio Beniamino, subentrato alla guida della holding di famiglia, liquidò per 450 milioni la partecipazione in Impregilo (Fabrizio Massaro) [Cds 9/4/2013].
• Era tra i personaggi spiati da Giuliano Tavaroli (Ferrarella, cit.) [Cds 25/11/2008].
• Sposato con Alessandra Torti «figlia di un imprenditore alessandrino che gli permise il salto nella buona società e oggi è socia al 27,4% della holding di famiglia, la Aurelia Srl, in cui siedono anche il fratello Pietro (che si occupa di autotrasporti) e i figli Beniamino e Daniela. (...) Mai una dichiarazione, mai un’intervista, solo qualche foto sfocata e rubata. Niente mondanità, niente salotti: casa, lavoro e chiesa» (Marco Travaglio).