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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Gabriel Garko

• (Dario Gabriel Oliviero) Torino 12 luglio 1974 (secondo alcune fonti è nato nel 1972). Attore. Da ultimo visto nel tv-movie Rodolfo Valentino – La leggenda (Alessio Inturri, 2014). Volto celebre delle fiction di Canale 5: Il peccato e la vergogna (ambientata durante il fascismo, con Manuela Arcuri), L’onore e il rispetto (interpreta il boss Tonio Fortebracci), Viso d’angelo (2011), Sangue caldo (2011), Caldo criminale (2010), Il sangue e la rosa (2008), Io ti assolvo (2008), Il bello delle donne, ecc. Al cinema visto, tra l’altro, in Le fate ignoranti (Ferzan Özpetek, 2001), Senso ’45 (Tinto Brass, 2002), Una moglie bellissima (regia di Leonardo Pieraccioni, campione d’incassi a Natale 2007), Incompresa (Asia Argento, 2014). «Quando Ozpetek mi ha scelto per il personaggio del malato di Aids nelle Fate ignoranti tutti gli dicevano “ecco, hai rovinato il ruolo”. Invece ha funzionato». Nel 2000 a teatro con Ronconi (Maisie di Henry James). Nel 2016 accanto a Carlo Conti alla conduzione del Festival di Sanremo: «Carlo Conti mi ha chiamato al telefono mentre ero in macchina e me lo ha detto senza lasciarmi il tempo di rendermene conto. Confesso che ho reagito male, ma è colpa di una leggera sindrome di Tourette di cui soffro che mi porta a dire parolacce. Pensi che per contratto per ogni parolaccia detta sul palco dovrò sborsare un euro. Mi sta bene, anche se è una pulsione per me difficile da contenere» (a Luca Dondoni) [Sta 13/1/2016].
• Mister Italia 1991, «bello come il sole, un metro e 90 di fisico tornito, grandi occhi verdeazzurro, riccioli biondi» (la Repubblica).
• «Sono nato a Torino e cresciuto a Settimo, partire da qui non essendo figlio d’arte non è stato facile. Ma sono ostinato. Rischio. Ho rifiutato quattro ruoli da protagonista per fare Le fate ignoranti di Ozpetek, ma è stata una svolta» (a Cristina Caccia).
• «Mia madre sognava per me il lavoro di carabiniere o avvocato, tutto tranne questo lavoro».
• «Ormai è così, qualsiasi cosa io faccia vengo stroncato. La gran parte dei critici ha la puzza sotto il naso, e credo che neanche abbia visto la fiction. Un tempo questo mi feriva, oggi no».
• «Garko è il cognome di mia madre, siciliana di origini greche».
• Prima bacio «a Katia, una compagna della medie ma presi un calcio nei fondelli», prima volta «a sedici anni, con una ragazza di 18 in una mansarda. Ma il primo amore venne dopo, una storia che durò anni».
• Per anni con Eva Grimaldi, con Serena Autieri, anche una storia con la Arcuri: «Io e Manuela siamo stati bravi a trasformare la nostra storia in una grandissima amicizia. Nella vita privata non è che ci frequentiamo e andiamo sempre fuori insieme. Ci sentiamo con molto piacere ogni tanto e sappiamo sempre dov’è uno e dov’è l’altro, ci teniamo d’occhio ma io ho la mia vita e lei ha la sua».
• «Nella mia vita privata sono intrattabile perché ho bisogno di studiare. Magari sono a casa davanti alla televisione ma ho lo sguardo perso nel vuoto perché sto ripassando le battute. Quando sto preparando un personaggio è difficile starmi accanto, me ne rendo conto».
• Fidanzato da giugno 2015 con l’attrice Adua Del Vesco, conosciuta sul set di Non è stato mio figlio (2016): «Auguro a tutte le eterosessuali una relazione con un gay come Gabriel Garko» (Adua a Vanity Fair a proposito delle voci sulla presunta omosessualità di lui).
• Juventino.
• Ha avuto un’ammiratrice che tutti i giorni gli mandava due cartoline con la Madonna, accompagnate da un mazzo di fiori e un biglietto con scritto «Per il nostro paradiso»: «Sottolineava sui ritagli delle mie interviste le cose che non avrei dovuto dire. Mi lasciava i Padre Nostro e le Ave Maria da pregare perché Dio mi perdonasse» (Lavinia Farnese) [Vty 26/10/2011].
• Aveva smesso di fumare, ma ha ripreso a causa della troppa tensione.
• Il 3 maggio 2015, ospite a L’Arena di Massimo Giletti, è apparso con il viso gonfio. In seguito a commenti e critiche dal web, ha spiegato in una lettera a Sorrisi di essere malato di tiroide: «Sei su un aereo e improvvisamente il tuo cuore prende a battere all’impazzata. Il panico ti assale, fatichi a respirare, ti manca l’aria. Il medico che consulti, appena metti i piedi a terra, te lo conferma: questa volta la fortuna, invece che una carezza, ti ha dato un bel calcio in culo. “Lei ha un problema di salute”. Non è la battuta di una fiction. È la dura, crudele realtà. Ti danno la cura assicurandoti che non ci sono contro indicazioni e invece, all’improvviso, la faccia ti si gonfia come un pallone e magari sei sul set. L’operatore comincia a dirti che sei un disastro, che sembri Garko con il mal di denti. Cambi medico, cambi terapia e intanto ti dicono che hai problemi alla tiroide. Per carità, niente di grave, basta tenere tutto sotto controllo. Bisognerà riequilibrare i valori ma nel frattempo sembro una fisarmonica: gonfio – sgonfio – gonfio. (…) Sabato prima della trasmissione tiro un sospiro di sollievo: sgonfio! Ma la domenica mattina mi sveglio e sono un po’ gonfio. Chiamo il dottore, gli spiego che con la faccia ci lavoro e che tra poche ore sarò in televisione. Lui mi consiglia di non andare in onda: è un dottore, non è il Padreterno. Basterà cambiare cura. Non posso dare buca a Giletti, è una vita che ho promesso di partecipare a L’Arena, uno dei pochi programmi intelligenti che ci sono in giro. Pazienza se i fan mi troveranno un po’ gonfio. Mi guarderanno lo stesso, non si può essere sempre perfetti. In fondo anch’io sono umano. È andata così: non avevo fatto i conti con i professionisti dell’odio, quelli che per mangiare devono sparare fango su un personaggio pubblico con l’intento di distruggerlo. Faccio questo lavoro da molti anni eppure sono rimasto senza parole davanti a tanto furore mediatico» (Sec 11/5/2015).
• Il 1° febbraio 2016, poco prima delle nove del mattino, la villa in cui risiedeva durante la preparazione del Festival di Sanremo, in via Privata delle Rose, sulle alture della città, è esplosa a causa forse di una fuga di gas. Morta la padrona di casa, Maria Grazia Gugliermetti. Lui dormiva al piano di sotto. «Quando sente lo scoppio l’attore si sveglia di soprassalto, l’adrenalina improvvisa lo fa balzare giù dal letto, quella reazione istintiva gli salva la vita. Pochi secondi dopo sul materasso si abbattono le macerie di un muro intero, che crolla sbriciolato. Il boato arriva fino al centro della città. “È un miracolato, è un miracolato”, ripetono tutti quelli che entrano in quella stanza. Negli occhi ha il terrore, è ferito ma solo leggermente dalla pioggia di calcinacci. In casa, in un’altra ala del piano superiore, dormiva anche una collaboratrice del suo staff. Lei è illesa, ma la portano via che è divorata dal panico, sotto choc. Lui, Garko, è solo ferito di striscio: il referto dei medici parla di un trauma cranico e di escoriazioni, la prognosi è di dieci giorni. Ma quando sale sull’ambulanza basta guardare i suoi occhi per leggere il terrore. Lo portano al pronto soccorso, poi dai carabinieri: “È stato un incubo, ho sentito l’esplosione, dopo un attimo è crollato tutto”» (Marco Menduni) [Sta 2/2/2016].