30 maggio 2012
Tags : Vito Gamberale
Biografia di Vito Gamberale
• Castelguidone (Chieti) 3 agosto 1944. Manager. Presidente di Grandi Lavori Fincosit, del Gruppo PSC, della Quercus Assets Selection e di Iterchimica. Già amministratore delegato della Sgr (dal 2007 al 2014, decide gli investimenti del Fondo italiano per le infrastrutture, in sigla F2i) e di Società Autostrade, si dimise nel 2006 perché contrario alla fusione tra la società che fa capo a Schemaventotto (Benetton) e la spagnola Abertis.
• Laureato in Ingegneria Meccanica alla Sapienza di Roma (1968), ha iniziato a lavorare per l’Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), per l’Imi, è stato presidente e Amministratore Delegato di alcune società del Gruppo Eni (1984 al 1991), ad della Sip (1991-1998), di Autostrade (2000-2006).
• Nel 1993 rimase 20 giorni in carcere e 106 agli arresti domiciliari per un errore giudiziario (legato a Sip): ha ricevuto dallo Stato un risarcimento di 290 milioni di lire: «Nessuna attività umana è esente da errori. La magistratura in generale è equa, ma a nessun inquirente è stato addebitato mai nulla» (a Roberto Ippolito). Durante quel periodo di detenzione, ha poi raccontato la figlia Chiara, cominciò a sognare che i personaggi uscivano dai dipinti e lo assalivano (Mario Baudino).
• Acquisita la quota in Sea della Provincia di Milano, è stato protagonista di un duro braccio di ferro col Comune in merito alla quotazione in Borsa (fallita) della società.
• Siede nell’advisory board di Hsbc per l’Europa.
• È uno dei principali operatori della rete gas in Italia: con F2i ha acquisito l’80% di Enel Rete Gas nel 2009, poi il 100% del gruppo tedesco E.On e nel 2011 il 100% di G6 Rete Gas.
• Sempre tramite F2i opera nelle telecomunicazioni: con Intesa San Paolo ha rilevato Metroweb, la società proprietaria della rete in fibra ottica nell’area metropolitana milanese.
• «Con F2i Gamberale è divenuto il “signore delle Reti”. In un capitalismo rimasto senza capitali, lui che si è presentato con un primo fondo da 1,8 miliardi e ora rilancia con un secondo appena partito da 575 milioni (ma che punta a raccogliere in tutto 1,2 miliardi) è divenuto il convitato naturale di ogni dossier che riguardi reti e infrastrutture. Per mesi le acquisizioni a cavallo tra gas e telecomunicazioni si sono susseguite. Enel Rete Gas, E.On Rete, G6. Nel mentre la banda larga, con l’acquisizione del 100% della milanese Metroweb, a cui è di recente seguita Sasternet, la rete in fibra di Iren a Genova. (…) Il sogno resta quello di creare un campione nazionale con la rete di Telecom Italia, del cui scorporo da anni Gamberale è strenuo sostenitore. Gli obiettivi sono diversi: dalle autostrade all’energia fino alla gestione dei rifiuti» (Francesco Spini).
• «Nemico intimo di Bernabé» (Dagospia).
• Direttore generale della Telecom al tempo della privatizzazione, ne uscì indignato col presidente Rossignolo, da lui accusato di aver demolito l’azienda. L’ira di Gamberale colpì anche l’azionista di riferimento di quel momento, cioè l’Ifil degli Agnelli (che controllavano Telecom con meno dell’1 per cento): Gamberale arrivò al punto - davvero scandaloso in Italia - di dichiarare di aver cambiato squadra: non sarebbe più stato tifoso della Juve, ma della Roma.
• Da maggio a settembre 2006 fu vice del commissario Guido Rossi in Federcalcio: lo seguì anche nelle dimissioni, sebbene in molti (il ministro Giovanna Melandri in testa) l’avessero candidato alla successione.
• Da amministratore delegato della Tim guadagnava 970 milioni di lire lordil’anno (Olivia Posani).
• La sua liquidazione dalla Telecom fu di 9 miliardi di lire lordi. Dodici milioni di euro, invece, la buonuscita da Autostrade.
• Riceve una pensione di 44 mila euro al mese. «Nel ’99, a soli 55 anni, percepiva una pensione di 75 milioni e 600 mila lire» (Sergio Rizzo) [Cds 9/8/2013].
• Due figli, tra cui Chiara (vedi).
• «Faccio una vita semplice, ho una famiglia di cui sono orgoglioso e non ho mai amato la mondanità. In fin dei conti sono rimasto un timido, come quando arrivai da Agnone a Roma, per studiare».
• Alla terza votazione per eleggere il capo dello Stato nel ’99 riportò due preferenze [Paolo Conti, Cds 11/4/2013].