30 maggio 2012
Tags : Adriano Galliani
Biografia di Adriano Galliani
• Monza 30 luglio 1944. Dirigente. Vicepresidente del Milan. Ex presidente della Lega Calcio (costretto alle dimissioni nel 2006 causa “Moggiopoli”, che gli costò anche un’inibizione). Iniziò come geometra al Comune di Monza, arrivò a essere consigliere d’amministrazione Mediaset. «Io penso al Milan ventiquattro ore su ventiquattro».
• Il 18 gennaio 2013 fu eletto vicepresidente della Lega di Serie A, mentre alla fine dello stesso anno, dopo un periodo di ripetuti screzi con Barbara Berlusconi e un riassetto dei vertici del club rossonero, gli rimasero soltanto le cariche di vicepresidente vicario e amministratore delegato con delega all’area sportiva del Milan (contratto fino al 2018); Furono i giorni in cui si parlò anche di dimissioni con maxi-buonuscita (tra 25 e 50 milioni lordi, lo stipendio lordo annuo era di 2 milioni) o ingresso in politica
• «Un perno insostituibile nel Milan. E, per me, una risorsa da cui imparare. Penso sia uno dei dirigenti sportivi più capaci, ha alle spalle un’esperienza trentennale e una storia di manager di successo: non dimentichiamoci che lui è l’uomo dei tralicci delle nostre Tv commerciali» (Barbara Berlusconi a Giovanni Audiffredi nel 2011) [Van n. 51, 5/1/2011].
• Una delle scene più belle del party privato del Milan, per la vittoria dello scudetto, ha come protagonista Antonio Cassano. Il calciatore munito di bottiglia di Gatorade minaccia Adriano Galliani di bagnarlo, svuotandogli in testa la bevanda. Galliani scappa e si nasconde dietro Barbara Berlusconi. E Cassano: «Così non vale. La signora mi paga lo stipendio, non posso bagnarla!» [Chi n. 20, 18/5/2011]. L
• «È saltata sulla sedia quando ha visto come si spendono a Milanello i risparmi di casa e quanti soldi girano tra due o tre procuratori (sempre gli stessi). (…) “Se il mio posto è il cda dei rossoneri, almeno qui devo contare qualcosa”. (…) “Spendono tanto e male” la tesi della primogenita di Veronica Lario, che ha chiesto a papà – come ha precisato l’agenzia di stampa – “un deciso cambio di rotta”» (Ettore Livini) [Rep 5/11/2013].
• «Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo», aveva commentato Galliani. Un mese dopo, Balotelli dirà: «Galliani nel suo lavoro è il migliore e non c’è nessuno che lo possa licenziare» (a Filippo Maria Ricci) [Gds 18/1/2014].
• Vita «Dopo avere provato a sfondare nel settore citofoni senza particolari risposte, e dopo avere gestito uno stabilimento balneare a Vieste sul Gargano, località raggiunta ogni fine settimana in Fiat 500, stando a malapena a galla, Galliani acquista la società Elettronica Industriale ipotecandosi l’appartamento. Produce “apparati di ricezione”. In buona sostanza, antenne. Ma ha capito che le televisioni nazionali cambieranno il mondo: la scintilla si accende guardando la Svizzera e Capodistria, che in quegli anni già trasmettono a colori mentre la Rai, secondo lui, “è un mortorio”. Veramente, la pulce nell’orecchio gliela infila suo padre, già segretario comunale a Lissone, che qualche anno prima aveva conosciuto uno svizzero, tale ingegner Barbuti, capace di spalancargli tutto un universo fatto di antenne, tralicci, ripetitori, concessioni, segnali, programmi in rete. Il futuro, probabilmente. Papà Galliani si mette in movimento e acquista montagne, proprio. Appalta cocuzzoli, attività che Adriano amplierà su scala industriale, vendendo i suoi apparati di ricezione e spostando la tivù svizzera fuori frequenza: chi voleva tornare a vederla, doveva acquistare i magici aggeggi dell’Elettronica Industriale. Un trucchetto un po’ da banditi. Infatti, commenta Galliani: “Non vorrei che sembrasse una storia troppo piratesca e fare la figura di uno di quei baronetti inglesi che erano stati corsari”» (Maurizio Crosetti).
• Il primo novembre 1979 si presentò ad Arcore con un’idea: coprire in tempi rapidi, con le antenne, i ripetitori, tutto il territorio nazionale. «Avevo spiegato le stesse cose alla Rizzoli, alla Rusconi, alla Mondadori. Non capivano. A cena, fra il primo e secondo, Berlusconi mi disse: “Faccia lei il prezzo, io acquisto il cinquanta per cento delle azioni della sua azienda”. Lui voleva tre reti, come la Rai. Da quel giorno il mio incarico fu quello di diffondere il segnale tv: prima con Canale5, poi con Italia1 e Rete4».
• Il 19 febbraio 1986 entrò nel Milan come amministratore delegato: negli anni sono arrivati otto scudetti (1988, 1992, 1993, 1994, 1996, 1999, 2004, 2011), due coppe dei Campioni (1989, 1990), tre Champions League (1994, 2003, 2007), due coppe Intercontinentali (1989, 1990), un Mondiale per club (2007), sei Super-coppe italiane, una Coppa Italia ecc.
• Le tre icone: «Baresi, Van Basten e Maldini». Cui ne aggiunse una: «Kakà è una leggenda, abbiamo avuto giocatori immensi come Baresi e Maldini, ma lui in tutti questi anni è entrato nel cuore dei tifosi in una maniera tutta sua. Siamo tutti innamorati di Kakà».
• «Io ho paura delle pippe, non dei grandi giocatori. Tanti anni di calcio mi hanno insegnato che è più facile perdere con le pippe che con i grandi giocatori. Non dimentico che un Pallone d’oro come Papin era la riserva di Van Basten» (ad Alberto Costa) [Cds 23/10/2008].
• Il suo amore per la squadra è direttamente proporzionale a quello per il «Presidente» [Cds 23/2/2011].
• «Sa come li definisco Berlusconi e Galliani? Sono come Marx e Lenin: uno è l’ispiratore della filosofia, l’altro l’uomo che realizza la rivoluzione» (Fedele Confalonieri a Franco Ordine) [Grn 15/6/2009]
• «Senza presunzione, non credo che ci sia nessuno che abbia la mia competenza».
• «Galliani è il generale del pallone come Doris lo è delle banche, Confalonieri della tv, Adreani del marketing, Previti e Dell’Utri degli affari sotterranei, Gianni Letta della diplomazia» (Francesco Merlo) [Rep 30/11/2013].
• Visse anche sotto scorta per qualche mese, dopo che nel 2007 denunciò alla Procura di Monza indebite pressioni prima della finale di Champions contro il Liverpool ad Atene.
• Nel 2007 i compensi al cda guidato da Galliani furono di 3,05 milioni. Col passare del tempo, arrivò a co-gestire, da plenipotenziario, un piccolo impero nel centro di Milano, enclave che L’Espresso definì «Gallianistan» (…).
• «Io non ho particolari qualità: conosco i miei pregi e i miei difetti. Sbaglio come tutti, ovviamente. Ma cerco di farlo pochissimo. Sono concentrato tutto il tempo: ho obiettivi e faccio di tutto per realizzarli. Lavorare mi piace da morire» (a Beppe Di Corrado) [Fog 8/11/2013]. Sempre combattuto tra il far quadrare i bilanci e non scontentare i tifosi. È stato per anni la mente cui far gestire la questione dei diritti tv, ma soprattutto cessioni e acquisti, compresi quelli importanti come, da ultimo, Shevchenko, Beckham, Ibrahimovic, Pato, El Shaarawy, Balotelli ecc.
• Passa sempre il Capodanno in Brasile. Canzone preferita: I migliori anni della nostra vita («Sono un sorcino, anche se non si direbbe»). Ristoranti meneghini preferiti: La risacca – dove festeggiò l’ultimo matrimonio – e Da Giannino: «Lui è ospite fisso e artefice della fortuna di Lorenzo Tonetti, ex cameriere nei locali dell’Ippodromo, ora factotum dello stesso Galliani e amico dei padrini del tifo milanese. Che affollano le sale del Giannino, di cui Tonetti è uno dei titolari, pressoché quotidianamente. E con loro, arrivano anche imprenditori calabresi in odore di mafia» (Davide Milosa) [Fat 2/11/2010]. Tra i camerieri anche Giuseppe Riso, poi diventato procuratore sportivo appena trentenne. Di un altro ristorante, il Mangia e ridi” di Mariella Bocciardo, la prima moglie di Paolo Berlusconi, fu anche tra i soci, con Paolo Romani.
• Una passione per le cravatte gialle, ne ha centinaia: «Non è scaramanzia, è un fattore cromatico. Non ho grande fantasia: indosso sempre giacca blu, camicia bianca, pantalone grigio scuro, scarpa marrone scuro, cravatta gialla» (a Giuseppe De Bellis) [Pan 27/5/2011]. Soprannome: “Zio Fester”, quello degli Addams.
• «Sono vecchio e saggio, ma allo stadio farò sempre scene da pazzo. Perché sono un tifoso e non lo dimentico». Disse che imparò a leggere dalla Gazzetta dello Sport. E un giorno confessò che prima di conoscere Berlusconi tifava Juve: «Be’, in Brianza una certa passione bianconera è diffusa…».
• Tre mogli, tra cui la conduttrice tv Daniela Rosati, adesso è sposato con la modella marocchina Malika El Hazzazi; tre figli, tutti avuti dalla prima moglie: Micol, in omaggio alla Micol del Giardino dei Finzi Contini, «che non erano i terzini esterni del Monza» (Siegmund Ginzberg), Gianluca, Fabrizio. Un nipote, Alessandro, figlio di Gianluca e della ex compagna Camille Cordeiro Charao, della quale si disse partecipò alle notti hard organizzate da Tarantini per l’allora premier Berlusconi.