30 maggio 2012
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Biografia di Ernesto Galli Della Loggia
• Roma 18 luglio 1942. Storico. Scrive sul Corriere della Sera. Ex docente di Storia contemporanea all’Università Vita e salute del San Raffaele di Milano, dal 2009 ordinario di Storia contemporanea e direttore del corso di dottorato di ricerca in Filosofia della storia all’Istituto italiano di Scienze umane di Firenze. «Curiosa parabola per uno che era partito comunista e si è scoperto, al momento opportuno, liberale e forse anche pio» (Massimo Fini) [Fat 20/8/2011].
• Alle ultime Politiche votò Movimento 5 Stelle, benché nel 2007 avesse definito Grillo «un personaggio di brutale avidità»: «Non vorrei dovesse passare i prossimi anni a riflettere sul carattere alieno, estraneo a una democrazia politica matura, del fenomeno che ora incensa» (Giuliano Ferrara) [Fog 1/3/2013]. Prima della svolta grillina era su posizioni moderate: al vertice dei cattolici a Todi il 17 ottobre 2011 fu chiamato a relazionare con de Bortoli. Dopo il voto del 2013 un aspro scambio di opinioni con Mario Monti sul fallimento del centro, ma nel gennaio 2014 polemizzò anche con Roberto Esposito sulle colpe del neoliberismo. Sempre per Ferrara, però, resta uno di quei «moderati frustrati con un buon senso della storia». Celebre un corsivo contro il ministro Massimo Bray, indirettamente apostrofato come «illustre sconosciuto» e «dalle competenze inesistenti», oltre che sponsorizzato da D’Alema.
• Già collaboratore di Martelli, con Lucio Colletti e Giuliano Amato ai tempi di Mondoperaio, poi fustigatore della corruzione e del malcostume politico, talvolta ospite nei talk-show televisivi. Apprezzato (o criticato) in modo bipartisan, coi suoi scritti è riuscito spesso a scontentare entrambi gli schieramenti, una «classe politica, tutta, di destra e di sinistra» che «ha dell’Italia e della sua storia un’immagine a brandelli e di fatto inesistente», come ha scritto in un editoriale dell’estate 2009 («La Politica ha perduto il senso del Paese»). Di certo non ama gli estremismi: «La democrazia italiana non sa che farsene dell’antifascismo dei faziosi e dei violenti. E non vuole avere niente a che fare con l’antifascismo che sfoga i suoi poveri livori politici, per celare le sue pochezze, per maramaldeggiare».
• Ha scritto un libro su L’identità italiana (Il Mulino 1998), primo volume di una collana dedicata allo stesso tema da lui diretta (dieci anni dopo erano oltre 50 titoli). Curatore di una Storia del Corriere della Sera in 2 volumi (Rizzoli-Fondazione Corriere della Sera 2011), ha scritto anche Pensare l’Italia (con Aldo Schiavone, Einaudi 2011) e l’antologia Poesia civile e politica dell’Italia del Novecento (Rizzoli 2011). In Tre giorni nella storia d’Italia (Il Mulino 2010) c’è il racconto storico di altrettanti momenti che hanno cambiato il Paese: 28 ottobre 1922 (marcia su Roma), 18 aprile 1948 (vittoria della Democrazia cristiana) e 27 marzo 1994 (vittoria di Silvio Berlusconi col Msi e la Lega); secondo Ugo Berti Arnoaldi, della casa editrice bolognese, era «una penetrante rivendicazione del ruolo storico positivo rivestito da Berlusconi». Altri libri: Calendario. Un anno in Italia (Scheiwiller 2008), Confini. Dialoghi sul cristianesimo e il mondo contemporaneo (con Camillo Ruini, Mondadori 2009) e Non rubare (con don Nini Barbato, AlboVersorio 2009). Ha una rubrica fissa su Style, il mensile maschile del Corsera.
• Nel luglio 2011 al Festival dei Due Mondi di Spoleto Adriana Asti portò in scena Patrie lettere, una sua raccolta di testi per i 150 anni dell’Unità.
• Nel dicembre 2012 firmò – con Roberto Esposito e Alberto Asor Rosa– un appello-manifesto in difesa degli studi umanistici pubblicato sulla rivista del Mulino.
• Nell’autunno 2013 un suo fondo sulla «gerontocrazia che impedisce ogni meritocrazia» fu ripreso da Frank Bruni sul New York Times, in un editoriale dal titolo «L’Italia ti spezza il cuore». Ma non è solo notista politico, esperto di berlusconismo, castigatore di quel «potere opaco» o «blocco burocratico-corporativo» messo in atto da chi «negli ultimi vent’anni ha avuto nelle mani le sorti dell’industria e della finanza del Paese»: scrive anche di costume e giustizia
• Secondo D’Alema, intervistato dal Giorno nel 1992, era invece un «analfabeta di andata e ritorno».
• Nino Sunseri nel 2006 lo inserì tra i collaboratori del Corriere della Sera che prendevano 160.000 euro l’anno [Lib 15/7/2006].
• Sposato con Lucetta Scaraffia. Abitano ai Parioli, sullo stesso pianerottolo di Fulco Pratesi del Wwf, in un «austero appartamento» (Stefano Lorenzetto).