30 maggio 2012
Tags : Umberto Galimberti
Biografia di Umberto Galimberti
GALIMBERTI • Monza 2 maggio 1942. Filosofo. Psicoanalista. Laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano sotto la guida di Emanuele Severino. Insegna Filosofia della storia e Psicologia dinamica all’Università di Venezia. Scrive su Repubblica. «Uno dei nostri più ascoltati maître-à-penser» (Mario Baudino). Suoi il Dizionario di psicologia Utet (1992) e l’enciclopedia garzantina dedicata alla Psicologia (Garzanti 1999).
• Tra i suoi libri più recenti, tutti editi da Feltrinelli, I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo. La religione del cielo vuoto (2011), Le cose dell’amore (2004), La casa di psiche (2005), L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani (2007), a proposito del quale la ricercatrice e storica dell’antichità Giulia Sissa lo accusò (dopo un’inchiesta del Giornale) di «prestito non dichiarato» a causa di alcune somiglianze con un suo libro. Galimberti: «Il mio libro è una raccolta di articoli, quelle pagine sono una rielaborazione di una recensione del 23 aprile 1999 che io scrissi parlando de Il piacere e il male di Giulia Sissa. Nella recensione io riassumevo ciò che diceva la professoressa Sissa» (spiegazione con non placò l’ira della Sissa: «Si scusi e basta!»). Sono emerse anche altre (presunte) copiature, tanto da incuriosire Pierluigi Battista che gli ha scritto una lettera aperta sul Corriere: «Quale pulsione indomabile può suggerire a un uomo saggio e posato come lei di cadere sempre nello stesso catastrofico errore?».
• La polemica si è ampliata nel 2011 con la pubblicazione di Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale (Coniglio Editore), un testo di Francesco Bucci che tentava di mostrare come la pratica del copia e incolla non fosse un incidente ma un metodo di lavoro costante «I suoi lavori sono costruiti utilizzando pezzi di scritti precedenti, suoi o altrui. Come i mattoncini del Lego. Solo che con quei mattoncini si possono fare due cose molto diverse: assemblare edifici, macchinine o altre costruzioni con una logica, oppure metterli insieme nella maniera più strampalata, creando opere informi. Ed è esattamente quello che ho riscontrato nei due recenti libri di Galimberti sui quali mi sono soffermato, La casa di psiche e L’ospite inquietante: non hanno consequenzialità, i vari pezzi talvolta si contraddicono l’un con l’altro» (Francesco Bucci a Edoardo Castagna) [Avv 11/5/2011].
• «In ogni rielaborazione però, c’è uno scatto di novità» (Umberto Galimberti).
• Nel 2008 ha raccolto in volume (Il segreto della domanda, Apogeo) parte della rubrica delle lettere che tiene su D la Repubblica delle Donne.
• Presidente di Phronesis, associazione italiana per la consulenza filosofica, è curatore della collana Pratiche filosofiche dell’editore Apogeo. «Nel 1964, poco più che ventenne, ebbi diversi incontri a Basilea con Karl Jaspers, uno dei più grandi psicopatologi del Novecento, nonché filosofo. Un giorno gli chiesi perché, nonostante la fama raggiunta con la sua Psicopatologia generale del 1913 (…), si fosse poi dedicato alla filosofia. La sua risposta fu che ci sono tematiche come la libertà, la colpa, il dolore, il suicidio, la morte e altre situazioni limite per le quali, a suo parere, la filosofia aveva più strumenti interpretativi e comprensivi di quanti non ne disponesse la psichiatria. Nacque da qui la mia persuasione dell’utilità del dialogo, a mio parere fecondo, tra la filosofia e la psicologia» [D la Repubblica delle Donne 5/10/2013].