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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Anna Galiena

ANNA GALIENA • Roma 22 dicembre 1954. Attrice. Tra i suoi film: Il marito della parrucchiera (Leconte, 1990), Il grande cocomero (Archibugi, 1993), Senza pelle (D’Alatri, 1994), La scuola (Luchetti, 1995), Come te nessuno mai (Muccino, 1999), più di recente Scrivilo sui muri (Giancarlo Scarchilli), Il Decamerone (David Leland) e le miniserie tv dirette da Giorgio Serafini Senza via d’uscita (2007) e Il falco e la colomba (2009). Da ultimo nella miniserie Casa e bottega (Ribuoli, 2013). Protagonista con Gabriel Garko di Senso 45, rifacimento del film di Visconti realizzato da Tinto Brass nel 2002. Brass: «Ho scelto Anna perché ha fianchi tizianeschi, vita strizzatissima e seno opulento. Il mio immaginario erotico è questo».
«Venne qui per Senso 45, tirò una tenda e scatenata, si denudò: “Ho poco pelo lì”. Il film non riuscì, in certi casi voleva la controfigura, e io: no! La considero la meno intelligente di tutte quelle che ho incontrato (Tinto Brass a Alessandro Ferrucci e Malcom Pagani) [Fat 31/1/2013].
• Diretta da Andrée Ruth Shammah, ha portato in scena Quale droga fa per me?, un dramma contemporaneo scritto nel 2002 dal regista tedesco Kai Hensel, storia dell’autodistruzione di una donna incapace di vivere [Cds 20/11/2010].
• «Un metro e ottanta, una sensualità elegante e travolgente» (Claudia Provvedini).
• «Me ne sono andata dall’Italia prima ancora di capire che avrei voluto fare l’attrice: mio padre, un uomo borghese, laico e illuminato aveva per il mio avvenire progetti quieti e ordinati: sognava per me una carriera accademica, mentre io volevo solo disobbedire. Da piccola, forse per gioco, pensavo al balletto: a undici anni facevo parte del corpo di ballo dell’Opera e quando papà mi tolse di lì perché temeva sottraessi troppo tempo allo studio, ne patii profondamente. Fino ad allora ero stata una creatura estroversa, solare. Poi iniziò un periodo d’introspezione, connotato da una grande curiosità intellettuale: scaffale per scaffale, metodicamente, ho letto tutti i libri di casa. A diciott’anni ero una ragazza assolutamente cerebrale, convinta che nel mio futuro ci sarebbe stata la scrittura. Per questo rifiutai sdegnata di fare un film del filone “post Decamerone”». Sposata (e divorziata) due volte, con uno scrittore americano e con un produttore cinematografico francese, ha avuto una storia di sei mesi con Gianni Minà.
• Il primo bacio a quattro anni, lui ne aveva qualcuno in più: «Nell’androne del portone del nostro palazzo ci siamo baciati sulla bocca. È entrata una signora, ci ha visto, ha urlato sconvolta». Il primo colpo di fulmine? A ventidue anni, a New York con un ragazzo americano: «Quel sentimento che ci ha legato quel giorno esiste ancora. Viviamo lontani. E ogni tanto ci si vede. È sempre successo così, anche se nel frattempo mi sono pure sposata. Questo legame me lo tengo, consapevole di non sapere cosa c’è dietro l’angolo». La prima volta? «Ero innamoratissima. Avevo diciassette anni, gli stessi suoi. Eravamo vergini, totalmente inesperti. Ma molto intellettuali. E allora...prima di cominciare abbiamo deciso di consultare l’enciclopedia e di studiare per bene le tecniche della procreazione. Anche se poi dopo tanta scienza ci siamo dovuti accontentare, non avevamo a disposizione una camera da letto e la sua Lancia ne è stata il surrogato per almeno due anni. Per fortuna ci hanno pensato la natura e la passione ad aiutarci» (ad Alessandra Arachi).