30 maggio 2012
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Biografia di Franco Gabrielli
• Viareggio (Lucca) 13 febbraio 1960. Poliziotto. Da novembre 2010 capo della Protezione Civile al posto di Bertolaso. Dal 2006 al 2008 direttore del Sisde. È stato prefetto dell’Aquila dal 6/4/2009 al 14/5/2010.Laureato in Giurisprudenza.
• «Prima alla Digos di Firenze nei giorni della strage di via dei Georgofili (1993). Poi al Servizio centrale di protezione (1996). Quindi a capo della Digos di Roma (2001) e infine alla Direzione centrale della polizia di prevenzione come responsabile della sezione Antiterrorismo (2005). Non ha mai frequentato i salotti, né i sottoscala della politica. Né ha mai coltivato quella tartufesca arte dell’ipocrisia che nelle burocrazie della sicurezza aiuta spesso a raddrizzare le curve della carriera» (la Repubblica).
• Guidò le indagini sugli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi fino alla cattura dei loro assassini, «è lui l’investigatore Diego Marra, protagonista del film Attacco allo Stato. A lui è ispirato il personaggio di Raoul Bova, interprete per eccellenza dei poliziotti coraggiosi» (Gianna Fregonara).
• Si è molto lamentato dello svuotamento di poteri della Protezione Civile. «Era furibondo, Franco Gabrielli: come aveva scritto a tutti. Al premier di allora, Silvio Berlusconi, al suo braccio destro Gianni Letta, al ministro dell’ Economia Giulio Tremonti. Perfino al Quirinale. “Così le emergenze saranno ingestibili”, insisteva. Spiegando che le norme appena introdotte nel decreto milleproroghe (febbraio 2011) avrebbero ucciso la Protezione civile. Le misure erano giustificate dal fatto che si era oggettivamente esagerato (...). Sotto la gestione Bertolaso era diventata potentissima, ben al di là della stessa funzione per cui era stata creata. “Saremo costretti ad attendere complesse procedure burocratiche proprie del ministero dell’Economia e nessun commissario si assumerà la responsabilità di agire senza il nulla osta della Corte dei conti”. Protestò inutilmente» (Sergio Rizzo) [Cds 31/05/2012].
• Nel gennaio del 2012 è stato nominato Commissario delegato del Governo per l’emergenza Costa Concordia, con il compito di sovrintendere al raddrizzamento della nave, naufragata tra gli scogli dell’isola del Giglio. Missione compiuta con successo.
• «“L’operazione di rotazione si è conclusa”. L’annuncio di Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, arriva alle 4 del mattino. L’impresa che pareva impossibile, seguita in tutto il mondo con l’attenzione che merita un evento senza precedenti, si è conclusa. “È fatta – ha detto Gabrielli – la Concordia ormai è allineata”. Applausi, abbracci, scene di gioia tra i tantissimi che hanno seguito da vicino il lavoro dei tecnici, degli ingegneri, degli uomini della Protezione civile che da lunedì mattina hanno risollevato la Costa Concordia e, insieme, anche l’immagine di un Paese che era naufragata insieme alla nave sugli scogli del Giglio. Qualcuno si è commosso fino alle lacrime, come il sindaco dell’isola, mentre nel porto e a largo suonavano in segno di festa le sirene delle navi» [corriere.it 17/9/2013].
• «Il capo della Protezione civile si gioca tutto sull’esito di questa operazione. Lo ha detto e ribadito in ogni occasione, con una assunzione di responsabilità che alle nostre latitudini non è proprio pratica comune. “Se l’impresa fallisce, è giusto che sia io a pagare per tutti”. Comunque vada, è una frase che vale come metro di giudizio sulla persona, dà la misura di molte cose impalpabili. Forse, anche di una certa solitudine (...).“Se tutto va male, partirò su un vagone dove si starà larghi. Se va bene, farò fatica a trovare un posto in piedi”
L’uomo è fatto così, pratico con spiccata tendenza al fatalismo, non immune alle emozioni nonostante l’aspetto rigido (...). Essere entrato negli affetti di questi isolani che avevano buone ragioni per nutrire diffidenza verso gli estranei, dopo quello che è toccato loro in sorte, lo riempie d’orgoglio. Eppure non era certo cominciata bene. Nel gennaio del 2013 dormì (...) nella stanza accanto a quella dove aveva alloggiato Francesco Schettino subito dopo il naufragio. All’uscita, trovò ad attenderlo uno striscione. “Gabrielli, leva quella nave da lì, cazzo”, laddove il riferimento era alla celebre tirata del capitano De Falco rivolta all’ex comandante della Costa Concordia. È un aneddoto che ricorda spesso, con un filo di civetteria. Con i gigliesi ha privilegiato il contatto diretto, anche schietto. “Prefetto, guarda che quella nave non scivolerà” gli ha sempre ripetuto un marinaio con il quale ha instaurato un rapporto di confidenza. Ieri, quando la Costa Concordia si è staccata dagli scogli, gli si è parato davanti mentre stava andando verso il consueto appuntamento con i giornalisti. “Te l’avevo detto, che non sarebbe scivolata...”. Poche ore dopo, quando i trionfalismi del pomeriggio sembravano un pallido ricordo e la sala stampa sembrava una gabbia, è stato proprio quel marinaio a intervenire all’improvviso, con un colpo di teatro, invitando tutti all’ottimismo. Gli amici si vedono sempre nel momento del bisogno» (Marco Imarisio) [Cds 17/9/2013].
• Sposato con Paola, anche lei funzionario di polizia, tre figli.