30 maggio 2012
Tags : Luis Durnwalder
Biografia di Luis Durnwalder
• Falzes (Bolzano) 23 settembre 1941. Politico. Ex presidente della Provincia autonoma di Bolzano (eletto nel 1989, 1998, 2003, 2008, mandato scaduto nel 2014). Dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2011 è stato presidente di turno della Regione Autonoma del Trenino-Alto Adige/Südtirol, mentre dal 2011 al 2013 è stato presidente di turno del Gect Tirolo-Alto Adige-Trentino.
• Figlio di un Agricoltore della val Pusteria, dura infanzia nell’isolatissimo maso di famiglia («eravamo sette vacche e undici fratelli!»), laurea a Firenze in agraria, a Innsbruck in giurisprudenza. «Politica del dialogo, che avviò appena al potere liberandosi di falchi tipo Alfons Benedikter, rinunciando alla guida della Svp (“Io volevo essere il presidente di tutti: italiani e tedeschi”) e guadagnandosi il soprannome di “Gorbaciov sudtirolese”» (Gian Antonio Stella).
• Nel gennaio 2008 il quotidiano in lingua tedesca Tageszeitung lo mise al primo posto nella classifica dei politici più pagati d’Italia: 25 mila e 600 euro lordi al mese contro i 7.200 dell’allora presidente del Consiglio Romano Prodi.
• «Ha sotto di sé 22.000 dipendenti, uno ogni 23 abitanti» [Grn 11/7/2010]
• Nel 2012 è stato accusato dalla Corte dei Conti di aver speso un milione e trecentomila euro di soldi pubblici senza alcuna giustificazione.
• «Durnwalder come Berlusconi? Robert Schülmers, il procuratore della Corte dei conti che ha sequestrato tutta la documentazione del fondo riservato 1994-2011, ha parlato di “vuoto etico”. Solo nel 2011 il fascicolo della procura riporta mille e 150 euro di biglietti aerei per Vienna della sua attuale compagna, Angelika. Poi il fondo pensione della sua ex fidanzata, Heike. Tasse, l’Ici, bollette e spese per la casa di Gerda, l’ex moglie. Se un ritratto della figlia dalla modica cifra di 3500 euro può apparire una debolezza a suo modo romantica, nella lista al vaglio della procura ci sono anche cose da un Trota qualsiasi: yogurt, assicurazioni, fazzolettini, lucido da scarpe, ombrelli, caramelle, scatole di aspirine, altri medicinali, mazzi di fiori, spumante, permessi per la caccia. Il massimo, però, lo raggiungono uno schiaccianoci da 1.250 euro, un campanaccio per pecore, un bersaglio con il suo nome inciso, da regalare a degli amici, dal valore di 4,3 milioni di lire nel 2001» [Fat 3/3/2013].