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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Andrea Dovizioso

• Forlimpopoli (Cesena e Forlì) 23 marzo 1986. Motociclista. Dal 2013 corre con la Ducati in MotoGp, categoria nella quale ha esorditon nel 2008 con la Honda (miglior piazzamento 3° nel 2011 ). Nel 2012 ha corso con la Yamaha. Nel 2004 campione del mondo 125. Ha corso anche in 250 (secondo nei Mondiali 2006 e 2007), sempre col team di Cirano Mularoni. «Cos’è per me la Ducati? Casa, e non solo perché vivo a Forlì. Ducati è la moto italiana, montata all’italiana, con i problemi e le soluzioni all’italiana. Ci lavorano dei geni ed è capace, così piccola, di lottare contro i mostri giapponesi» [Pasini, Cds 27/3/2015].
• «A tre anni papà Antonio, crossista per diletto, lo portava con sé sulla moto: Andrea davanti, la sorella Valentina dietro. Ma quella moto era ferma e il piccolo Dovizioso voleva muoversi. Anche la sua Yamaha Ténéré elettrica non gli piaceva: era solo un giocattolo. Così un giorno, quando aveva 3 anni e mezzo, prese la bici e fece una scommessa con il papà: “Se vado dritto senza le rotelle, mi compri una moto che fa rumore?”. Scommessa vinta» (La Gazzetta dello Sport).
• «Ho sempre avuto un carattere deciso e riflessivo, forse per il rapporto che hanno avuto i miei genitori, un po’ burrascoso. Per tanti anni hanno litigato in casa, io ero piccolo e mi mettevo già nel mezzo. Questa cosa mi ha responsabilizzato e mi ha fatto diventare un tipo solitario. Ancora adesso mi dicono che non sono solare, che sono chiuso, ma da piccolo ero peggio» (a Moreno Pisto) [Riders 3/2009].
• «Facendo il pilota fin da bambino, non ho mai truccato una moto o uno scooter. Forse questa è la cosa più pazzesca. Vi racconto questa ma premetto che adesso non lo faccio più, soprattutto da quando sono diventato papa di Sarà. Ho una macchina, in società con Loris Reggiani: è una Bmw del ’95 preparata per fare drifting (intraversare l’auto, ndr), alleggerita, senza i sedili, insomma è una macchina che non si può usare normalmente (scrivi però che l’assicurazione ce l’ha). Ogni tanto, la sera, andavamo in giro a fare drifting per le rotonde di Forlì. Piuttosto rischioso per due motivi: il primo è che fare questo casino a Forlì significa che, se ti beccano, i carabinieri ti vengono a prendere in un attimo; il secondo è che Reggiani, pur essendo bravissimo a guidare, una cavolata la fa sempre, puoi starne certo» (ad Alessia Cruciani) [Sport Week 13/3/2013].
• Il 10 ottobre 2004 secondo dietro all’australiano Casey Stoner (Ktm) nel Gp di Malesia di motociclismo, Andrea Dovizioso (Honda) conquista con due gare d’anticipo il titolo mondiale della 125: 18 anni e 201 giorni, è il quarto più giovane campione della 125 dopo Loris Capirossi (1990, 17 e 165 giorni), lo spagnolo Daniel Pedrosa (2003, 18 e 13) e Valentino Rossi (1997, 18 e 196). Tagliato il traguardo, il neoiridato racconta: «Non ho parole. Provo tante emozioni ma anche poche... In fondo, era una vittoria attesa. Dediche? Difficile fare una graduatoria. Certo, il mio babbo è stato importante...» [Alessandro Pasini, Cds 11/10/2004].
• Memorabile il podio tutto tricolore in Qatar 2015 quando arrivò dietro a Rossi e davanti a Iannone: «Andrea è più giovane, ha uno stile di vita magari lontano dal mio, ma credo sia giusto così. Va forte. Però noi, di fatto, non lavoriamo insieme. Ciascuno traccia una propria rotta. la Ducati segue entrambi e ciascuno di noi contribuisce a determinare una gestione globale del team. Problemi di convivenza: zero».
• Un convivenza pacifica fino al 3 aprile 2016 , o meglio fino all’ultimo giro del gp di Argentina quando Iannone in terza posizione tenta di superarlo in un sorpasso impossibile buttandolo giù dal secondo gradino del podio, a qualche centinaia di metro dal traguardo. Iannone è fuori ma Dovi tira su la moto e la spinge fino al traguardo per non perdere i tre punti: «Lo sapevo che era lui, lo sapevo quando sono stato centrato. È il numero uno. Avrei potuto arrivare ad Austin da secondo nel Mondiale, due Ducati erano già sul podio e invece abbiamo raccolto zero punti. È inaccettabile quel che ha fatto. Guardiamo però il lato positivo: eravamo veloci anche qui in Argentina e, se fossi riuscito a terminare la mia gara, adesso saremmo secondi in campionato a un punto di Marquez». In Qatar infatti era arrivato secondo, dietro a Lorenzo ma davanti a
Marquez.
• «È vero, mi sento sottovalutato. Ma è dipeso da una mia chiusura con gli altri. Non ho mai voluto essere personaggio, non fa per me. E in questo mondo se non appari non sei figo»
• «Credo che noi piloti abbiamo la fortuna di provare emozioni incredibili, come poche altre persone al mondo. È una fortuna ma anche una droga, per questo dobbiamo sempre correre. Tutti i rischi che ci prendiamo in pista sono conseguenza dell’adrenalina che senti e che cerchi continuamente. Ma è diverso dal sesso»
• Gigi Dall’Igna direttore generale ducati ha chiamato Andrea suo figlio: «Andrea. Come Dovi e Iannone. Come poteva chiamarsi secondo te?» (a Paolo Ianieri) [Gds 3/4/2015].
• Con Denisa ha avuto una figlia, Sara (14/12/2009): «Dicono che un figlio ti fa andare più piano, io dopo la nascita di Sara nel 2009 vado più forte... Mi ha arricchito e fatto maturare» [Pasini, Cds 27/3/2015]. Ora è fidanzato con Alessandra , ex ombrellina della Monster: «La mia fidanzata è bellissima. Però di cognome fa Rossi. Non scherzo, dico davvero. Alessandra Rossi» (Andrea Divisioso).
• Milanista ma «sono più un simpatizzante che un tifoso vero e proprio. Se il Milan perde, la notte dormo lo stesso».