30 maggio 2012
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Biografia di Luca Doninelli
• Leno (Brescia) 31 marzo 1956. Scrittore. Critico letterario (Il Giorno, Avvenire, Il Giornale). Autore teatrale. Laureato in Filosofia all’Università Cattolica con una tesi su Michel Foucault. Fra i suoi maestri il prozio Ottone Rosai e Giovanni Testori. Esordio nel 1990 con il romanzo I due fratelli (Rizzoli). Tra i suoi libri La revoca (1992, finalista al premio Campiello), Talk Show (1996), La nuova era (1999, premio Grinzane e finalista allo Strega), Tornavamo dal mare (2004, premio Scranno), Il crollo delle aspettative (2005) sullo smarrimento culturale di Milano ridotta a «città condominiale», La polvere di Allah (2007) e Cattedrali (2011), tutti per Garzanti. Da ultimo Salviamo Firenze (Bompiani, 2012), dove si racconta di «Firenze come dell’Italia intera: incapace di abbandonare l’ostinazione con cui cerca di conservare, in modo rigido e chiuso, il proprio passato» [Grn 1/10/2012].
• «Studiare Foucault significa entrare nel vivo delle relazioni tra sapere e potere, e quindi essere consapevoli che tutto si traduce in un rapporto di forza e in un conflitto. Questa premessa per dire che Luca Doninelli, laureatosi a Milano sul filosofo francese, doveva essere ben cosciente di queste dinamiche fin da quando scrisse il suo primo libro, I due fratelli, in cui appena trentaquattrenne raccoglieva una coppia di romanzi brevi. Un libro che immediatamente abbagliò la critica per la sua densità etica e tragica» (Paolo Di Stefano).
• «Il mio grande amore, in realtà, era Barthes, che per me resta il maggiore critico del Novecento, perché è attraversato dai suoi condizionamenti e dalle sue contraddizioni: un uomo di sinistra il cui impegno è estraneo alla sinistra».
• Cattolico. «Dio ci ama anche nell’istante in cui sgozziamo nostra madre: se questo ci è incomprensibile, possiamo però farne esperienza. In molti hanno fatto esperienza di questo, e di molto altro. Questa esperienza si chiama cristianesimo».
• Luca Mastrantonio lo inserisce tra i rappresentanti del «Cattolibertinaggio: scrittori dai valori tradizionali che difendono la trasgressione più volgare» [criticalmastra.corriere.it 21/10/2013].
• «Il signor Doninelli ha un certo rimpianto dei regimi fascisti di Franco e Salazar e probabilmente si troverebbe molto più a suo agio a gridare "viva la muerte!" come i franchisti» (Antonio Tabucchi) [Cds 10/3/1994].
• «Sono corso a leggerlo. Ci sono rimasto di stucco. La proposta di assoldare Renzo Piano per il rifacimento di piazza della Repubblica è nichilismo dozzinale da supplemento di Repubblica, ma qualche pagina dopo Doninelli si supera, invocando l’abbattimento del Corridoio Vasariano. Perfino se questo dovesse mettere a rischio la stabilità di Ponte Vecchio. Può pure darsi che Doninelli faccia lo spiritoso, vattelapesca, ma c’è il rischio che qualcuno lo prenda sul serio» (Camillo Langone su Salviamo Firenze) [Fog 17/11/2012].
• Tifa Inter. Sposato con la traduttrice Cristina Moroni, due figli.