30 maggio 2012
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Biografia di Cristiano Doni
• Roma 1 aprile 1973. Ex calciatore. Centrocampista. Ha giocato in A con l’Atalanta (dal 2006 al 2012 e già dal 1998 al 2003), col Brescia (dal 1996 al 1998) e la Sampdoria (dal 2003 al 2005). Una stagione in Spagna col Maiorca (2005-2006). Con la Nazionale partecipò ai Mondiali del 2002, in tutto 7 presenze e 1 gol, segnato a Saitama in amichevole contro il Giappone 6’ dopo l’esordio: più veloci di lui solo Francesco Pernigo (Italia-Usa 9-0, 2 agosto 1948, gol dopo 2’) e Giorgio Chinaglia (Bulgaria-Italia 1-1, 21 giugno 1972, gol dopo 5’).
• Celebre il suo modo di esultare dopo un gol, con la mano sotto il mento a volerlo sorreggere.
• «Campione irrisolto e infelice, in seguito eroe nero del calcio truccato» (Antonio D’Orrico) [Cds 12/5/2013].
• Nel 2011 la commissione disciplinare della Figc lo squalifica per tre anni e sei mesi a causa del coinvolgimento in un giro di scommesse illegali (già prosciolto nel 2001 per un caso analogo). A fine anno è nuovamente arrestato, su mandato della procura di Cremona, in un secondo filone di indagini. Patteggia e gli vengono aggiunti altri due anni di squalifica. La sua carriera di calciatore finisce lì (il contratto con l’Atalanta sarebbe scaduto l’anno successivo).
• Due le partite sotto la lente degli inquirenti: Ascoli-Atalanta (2010) e Atalanta-Piacenza (2011): «Alla vigilia [della partita con l’Ascoli - ndr] mi dissero che la gara era truccata. Io dissi ok, bene, volevo andare in A, era perfetto. Poi invece in campo mi accorsi che non era vero e infatti pareggiammo. La settimana dopo c’era il Piacenza, e mi dissero nuovamente che la partita era truccata. Io non ci credevo, poi invece in campo mi accorsi che era vero. Tanto che Cassano (Mario, portiere degli emiliani - ndr) al momento di calciare il rigore mi disse “tira centrale che io mi tuffo”» (a Giuliano Foschini e Marco Mensurati) [Rep 28/01/2012]. La partita finì 3-0 per i bergamaschi e il rigore fu procurato da Carlo Gervasoni, capitano del Piacenza, col quale si diceva avesse creato la combine.
• Dopo la prima inchiesta «ha inanellato una impressionante serie di sciocchezze che hanno indotto i magistrati ad arrestarlo per pericolo di inquinamento delle prove; Doni ha offerto 30 mila euro al testimone che rischiava di incastrarlo (l’ex portiere Nicola Santoni). Quando lo stavano per arrestare, il calciatore ha pure tentato la fuga» (Claudio Del Frate) [Cds 20/12/2011]. «Non è vero che sono scappato (...) Tutte minchiate» [a Foschini e Mensurati, cit.].
• L’inchiesta non si è ancora conclusa. Secondo il procuratore Roberto di Martino «tutta la vicenda si esaurirà nel 2014» [Pst 17/12/2013].
• «Non ho ancora capito perché l’ho fatto, come è stato possibile. L’unica speranza è che almeno la mia storia serva da lezione agli altri (...) Per la maglia dell’Atalanta ho dato il sangue. E anche gli errori che ho commesso li ho commessi perché volevo riportare l’Atalanta in A. Per me era un’ossessione. Avrei fatto qualsiasi cosa. Anzi, ho fatto qualsiasi cosa. Ho tradito lo sport» [a Foschini e Mensurati, cit.].
• Sul carcere: «Di notte faceva freddo. E io non dormivo. Non dormivo neanche di giorno. Non dormivo mai. Pensavo alla cazzata che avevo fatto. A come era potuto accadere, a mia figlia, a mia moglie, all’Atalanta e non vedevo l’ora di andare dal giudice a raccontare tutto».
• All’epoca dei fatti possedeva uno stabilimento balneare a Cervia (I figli del sole) dove secondo gli inquirenti avvenivano le combine. Adesso gestisce un bar a Palma di Maiorca, dove si è trasferito dal 2012.
• Gli sarebbe piaciuto diventare dirigente della squadra orobica. Nel 2008 la città di Bergamo gli diede la cittadinanza onoraria; con lo scandalo delle scommesse il rapporto con i concittadini si compromise definitivamente.
• Nell’ottobre 2013 nuovamente indagato: avrebbe rubato la memoria della macchina fotografica di un paparazzo in centro a Bergamo.
• Sua moglie Ingrid è altoatesina. Due figli, Giulia (11 anni) e Lukas (1 anno).