30 maggio 2012
Tags : Marco Di Vaio
Biografia di Marco Di Vaio
• Roma 15 luglio 1976. Calciatore. «Il rimpianto? La Lazio. Sono romano, ci sono cresciuto, sono tifoso. Ho voluto andare via a 19 anni per la mia grande voglia di giocare, però pensavo di tornare. Purtroppo non è successo». Attaccante, dal 2008/2009 al 2011/2012 nel Bologna (in rossoblù segna 66 reti tra campionato e coppe), poi nel Montreal Impact, dove gioca con i connazionali Matteo Ferrari, Bernardo Corradi e Alessandro Nesta, vincendo il campionato 2013. Con la Juventus vinse lo scudetto 2003, raggiungendo nella stessa stagione la finale di Champions League (persa ai rigori col Milan). Ha giocato in serie A anche con Lazio, Salernitana, Parma, Genoa, in Spagna col Valencia, in Francia col Monaco. Con la Nazionale partecipò alla fase finale degli Europei 2004. «Porta la croce della panchina senza protestare e si fa trovare pronto alla bisogna» (Roberto Perrone).
• «Bologna ha acceso in me un sentimento di appartenenza che altrove non avevo mai apprezzato e perciò mi sono molto immedesimato, 24 ore al giorno, nella causa rossoblù» (Andrea Tosi) [Gds 25/1/2011]. Marco Pavignani, presidente dei felsinei: «Di Vaio è il giocatore più decisivo del Bologna degli ultimi 15 anni. Lo metto davanti a Baggio e Kennet Andersson, due attaccanti per cui stravedevo» (ad Andrea Tosi) [Gds 1/3/2011].
• Grande commozione all’ultima partita giocata al Dall’Ara: «Mi sono emozionato tantissimo come mai in vita mia. Sono stati tutti grandi, non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli che hanno partecipato».
• «Al volante della sua nuova Porsche, tra ottobre e dicembre 2011 ha preso 45 contravvenzioni (per 3mila euro) per essere entrato in una zona a traffico limitato di Bologna. Se le fa annullare sostenendo che in tutte le occasioni aveva a bordo una collaboratrice del Bologna Calcio, la signora Marilena Molinari, che è titolare di un pass per handicappati. Indagando, s’è scoperto che il calciatore era sempre solo in macchina. Di Vaio ha ricevuto un avviso di garanzia per truffa continuata e falso ideologico ai danni del Comune» (Francesco Alberti) [Cds 24/5/2011].
• Nel 2012 entrò anche nella vicenda calcio scommesse (per un Bologna-Bari 0-4) ma fu prosciolto perché il pentito che lo aveva tirato in ballo, Andrea Masiello, non fu ritenuto credibile.
• Ha detto che quando smetterà di giocare resterà nell’ambiente ma non vuole stare in ufficio: preferirebbe allenare i bimbi.
• Sposato con Malisa Catalani, due figlie. Dopo due anni in Canada sono tornate a vivere a Bologna.