30 maggio 2012
Tags : Dalila Di Lazzaro
Biografia di Dalila Di Lazzaro
• Udine 19 gennaio 1953. Attrice. Da ultimo vista al cinema in L’ultima ruota del carro (Veronesi, 2013) e in tv nella miniserie Rodolfo Valentino - La leggenda (Canale5, 2014). Film: Oh, Serafina (Lattuada, 1976), Il gatto (Comencini, 1978) Voltati Eugenio (Comencini, 1980) ecc.
• Figlia di Attilio, ex peso massimo («si era battuto con Carnera»), cuoco raffinato e bravo artigiano («si era costruito una chitarra da solo») e di Rosalia, sarta, il vero capo famiglia. Ripetutamente violentata («una decina di volte») da un parente all’età di cinque anni, a quindici restò incinta del fidanzato (Franco Cocetta), scappò di casa con lui («a casa mi picchiavano con una stecca») e, dopo la nascita del bambino (Christian, 5 aprile 1969), visse precariamente facendo la modella di provincia. Fino a che fu sequestrata da un cinquantenne di Torino che la portò in una sua casa sulla costa ligure e, tenendola chiusa dentro, la violentò per tre giorni consecutivi. Finito il matrimonio, dopo varie disavventure arrivò a Roma. Presa sotto la sua protezione da Carlo Ponti, suscitò la violenta reazione di Sofia Loren (ma a suo dire quella di Ponti fu solo un’attenzione paterna, affettuosa, priva di ogni implicazione sessuale). Qui cominciò la storia dell’attrice: popolarità, feste, benessere («vivevo tra Roma, Londra, New York e Hollywood. Alla grande»).
• Rimpianti: «Avrei voluto lavorare con Luchino Visconti. Quando conobbi Alain Delon, lui mi disse che gli sarei piaciuta. Peccato, era troppo tardi».
• «Una vita, la sua, che è un romanzo d’appendice. Da una parte tutto il mondo ai suoi piedi, dall’altra una serie di traumi incredibili, sfortune, eventi drammatici» (Paola Zonca). Nel 1992 perse il figlio, travolto da un’auto pirata, dal 1997 fu costretta due anni a letto a causa di una buca presa in sella a uno scooter («Ricoverata tre volte, ho speso 100 milioni. Ma ci sono voluti tre mesi perché un dottore si accorgesse (che avevo) una frattura all’atlante, la prima vertebra cervicale»). Nel 2000, quando si stava riprendendo, un secondo incidente: «Sbatte la testa contro il bordo di una piscina, un tremendo colpo di frusta, e l’odissea ricomincia».
• Ha raccontato la sua lotta contro il dolore cronico nel libro Il mio cielo (2007), e la morte del figlio in L’angelo della mia vita (2008). Ha continuato a raccontare la sua vita prima in Toccami il cuore. Amori, sentimenti e passioni della mia vita (2009), poi con Il mio tesoro nascosto (2011). Tutti editi da Piemme. «Ma ora Dalila Di Lazzaro ha una nuova vita, una nuova famiglia e soprattutto molti fan che l’accompagnano nelle sue iniziative civili» (Ida Bozzi).
• Nella prima metà degli anni Novanta condusse una lunga battaglia legale perché anche i single, lei per prima, potessero adottare bambini. A una sentenza favorevole emessa dalla Corte d’Appello di Roma (dicembre 1993) seguì la bocciatura definitiva della Cassazione (luglio 1995): nonostante la convenzione internazionale di Strasburgo, impossibile con le leggi italiane accogliere l’istanza dell’attrice.
• Nel 2011, in occasione della settimana della moda di Milano, ha guidato un gruppo di dieci "sentinelle della salute in passerella" per avvistare e denunciare i casi di anoressia tra le modelle.
• «Ha paura di volare: una volta andò su un’isola dei Caraibi e tornò in nave» (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 6/5/2008).
• Alla richiesta di definirsi con una sola parola, rispose: «Una preda».