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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Peppino Di Capri

• (Giuseppe Faiella) Capri (Napoli) 27 luglio 1939. Cantante. Quindici volte al Festival di Sanremo, che ha vinto nel 1973 e 1976.
• «Padre spirituale di un rinnovamento: con lui la canzone napoletana indossò la minigonna, e le sue Malattia e Voce ’e notte fecero rabbrividire i puristi. Vennero poi infiniti successi melodici in italiano, e arrivò anche lo stallo creativo» (Marinella Venegoni).
• «Gli occhi strizzati, le spalle contratte, una smorfia sulla bocca. E quell’inconfondibile voce nasale che canta di “malattie” e peccati che tali non sono, di “twist a Saint-Tropez” e “ammori” veramente infelici» (Valeria Gandus).
• «Avevo quattro anni e suonavo il pianoforte per le truppe che avevano a Capri il quartier generale. In una foto mi si vede con Clark, mentre suono seduto su una cassetta di birra. Andavo a orecchio, cercavo di riprodurre i ritmi americani che sentivo nell’aria. E mi facevo qualche liretta, anzi Am-lira: andavo in giro con mia sorella Margherita di tre anni più grande (lei era la manager) e mi esibivo per gli americani. Solo a sei anni ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte da una maestra tedesca. Pochi anni dopo avevo già il mio gruppo: lavoravamo al Number Two, un locale di Capri che esiste ancora. Quando l’insegnante tedesca lo scoprì interruppe le lezioni. Pazienza: c’era Mario Perrone, pianista ufficiale del Number Two, grande maestro di piano bar. Ho cominciato a cantare a 15 anni, solo per sostituire il cantante che aveva dato forfait perché gli era morta la nonna. Fu un successo: il povero cantante non riebbe più il suo posto. Non so da dove mi sia uscita questa voce nasale, ma credo che cominciai per imitazione: il mio idolo era Don Marino Barreto jr., che cantava un po’ così, anche se molto meglio di me. Fu a Ischia, nel 1958, al night ’O grangio fellone (il granchio fellone), che diventammo l’attrazione dell’isola. Ischia era molto mondana, ci venivano in vacanza attori, registi, gente dello spettacolo che impazzivano per noi e per Baby Gate, le novità di quell’estate. Che stagione! Mina, alias Baby Gate, cantava al Moresco: chi finiva prima andava a sentire l’altro. Poi, tutti insieme con i rispettivi musicisti, via a svegliare i ristoratori del porto per un piatto di spaghetti. Una sera arrivò una telefonata dalla Carish che ci convocava a Milano per un disco di prova. Era il 1958. “Mettete su una decina di pezzi-campione” ci dissero. E noi incidemmo i nostri cavalli di battaglia: soprattutto vecchie canzoni napoletane che avevo ascoltato da mia madre e rielaborato con sonorità più moderne, rockeggianti, terzinate. Ci diedero 50 mila lire a canzone, il che, essendo noi in cinque (Bebé Falconieri alla batteria, Mario Cenci alla chitarra, Pino Amenta al basso, Gabriele Varano al sax e io al piano), significava 10 mila lire a testa. Ero un buon arrangiatore ma un mediocre compositore. Un ferragosto Ugo Calise mi chiamò e mi disse “Sciocchi’ (sciocchino), t’aggia fa’ senti’ ’na cosa”. Era Nun è peccato. La cantammo la sera stessa a Ischia e fu da subito un grande successo. Malatia è di Armando Romeo, grande chitarrista, compositore di colonne sonore. Era nata in inglese (One kiss away from heaven) per il film La diga sul Pacifico con Silvana Mangano».
• Nel 1963 vinse il Cantagiro con Roberta, dedicata alla moglie modella che gli aveva dato Igor e da cui si era appena separato. Ha sposato in seconde nozze la biologa Giuliana Gagliardi, dalla quale ha avuto Dario (nell’estate 2007 paparazzato mentre baciava l’attrice americana Lindsay Lohan e nel 2010 protagonista del film di Alessandro D’Alatri Sul mare) ed Edoardo.
• Ha partecipato come guest star alla soap Un posto al sole (Simonetta Robiony) [Sta 8/1/2009].
• «A Napoli Massimiliano Rosolino, Peppino di Capri e altri vip hanno posato per una mostra di foto vestiti come clochard domandandosi: “Se la mia strada fosse stata un’altra?”» (Maria Corbi)[Sta 21/12/2009].
• «(…)L’Università privata Isfoa, che (…) ha insignito anche il cantante Peppino di Capri. L’Isfoa, distributrice di diplomi di dubbia validità, operante nello Stato americano del Delaware, a Lugano, a San Marino, a Tirana e nel Belize, è stata condannata nel 2006 dall’Antitrust per pubblicità ingannevole proprio per l’uso della parola Università» (Giorgio Meletti) [Fat 4/11/2010].
• «Insomma, l’idea di Peppino Di Capri (votare il Vesuvio nel concorso della NewOpenWorld per scegliere le nuove sette meraviglie naturali del mondo, ndr) mi sembra molto più nobile e generosa che sensata e di una qualsiasi efficacia pratica. Uno solo dei malanni napoletani, risolto, farebbe molto, molto di più».
(Giuseppe Galasso) [CdS 11/8/2011].
• «L’incontro con i Beatles? Piacevole al punto giusto, artisticamente valido, avrei voluto tanto “musicalizzare” con loro, ma sai, il successo, le barriere, i bodyguard...per fare una foto insieme, ricordo che ho dovuto aspettare l’ultimo giorno a Roma...» (Gigi Marzullo) [Tem 31/7/2010].
• Il suo Sanremo più bello «forse quello dell’87, con Il sognatore, dentro di me son sicuro si classificò nei primi tre. Mi accontentai del quinto posto. Era un abito su misura, un brano che ancora oggi apprezzano in molti» (ibidem).
• «Ho dedicato poco spazio e tempo alle mogli forse anche ai figli, ma come mio padre sono anch’io poco espansivo, forse troppo dedito al lavoro che negli anni migliori mi ha rapito letteralmente. Farò in tempo a recuperare?» (ibidem)
• «Ho sempre cantato l’amore anche se in fondo in me pulsa ancora un cuore rocchettaro» (ibidem).
• «Quando mia madre, io avrò avuto dieci anni, si mise al piano a suonare antiche melodie napoletane, tra l’altro sui tasti neri, per me fu quasi un trauma. Forse per non condizionare il mio percorso aveva tenuto segreta questa sua virtù» [ibidem].
• Gigi D’Alessio: «Nel Duemila (…) dovevo andare per la prima volta a Sanremo e avevo fretta di far stampare i dischi. Al titolare dello studio, un personaggio noto, avevo chiesto dieci giorni di tempo. Fu irremovibile, non me li consegnò». Chi era il titolare dello studio? «Peppino Di capri. Ma non lo scriva» (Andrea Scarpa) [Vanity Fair 26/11/2008].