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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Paolo Di Canio

• Roma 9 luglio 1968. Allenatore. Ex calciatore. Lanciato dalla Lazio, vi tornò nel 2004 dopo un lungo girovagare. Ala, in Italia giocò anche con Juventus (vinse la coppa Uefa 1993), Milan (scudetto 1996), Napoli; in Scozia col Celtic; in Inghilterra con Sheffield Wednesday, West Ham, Charlton. Poi allenatore prima con lo Swindon Town poi con il Sunderland.
• «Paolo Di Canio nasce in un “lotto” (agglomerato di case popolari) del Quarticciolo, quartiere proletario romano (…). Paolo è figlio di un operaio edile, un muratore, come dice con un orgoglio che gli fa onore (…). La vita di Paolo è come tante altre, al Quarticciolo come a Pietralata come a San Basilio: sei persone in due stanzette; i soldi che non bastano mai; i ragazzi che trasformano gli spazi di cemento per stendere il bucato in campi da calcio dove occorre dribblare anche i pali di ferro che tengono su le corde; il furto di una sgangherata bicicletta del fratello maggiore per sentirsi re per un giorno (il “re del Quarticciolo”), dividendo con gli amici pagnottelle e gettoni di sala-giochi ricavati dalle diecimila lire avute in cambio della “refurtiva”; il sogno di una promozione sociale che sembra per un momento trovare la strada del cinema, come in Bellissima! di Visconti, con madri ingenue e “cinematografari” con poco cuore e tanta fame di soldi. Poi venne il calcio. Gli inizi sono difficili: il carattere di Di Canio è scontroso, quasi rissoso, impulsivo. La voglia di ribellarsi all’ingiustizia, vera o presunta che sia, l’incapacità di tacere con un pizzico di opportunismo, gli creano sempre qualche problema: sarà una costante della sua carriera. Un infortunio leggero, curato male mentre è in prestito alla Ternana, porta quasi all’amputazione di una gamba (sembra una storia alla Caro diario). Poi la carriera prende il volo: Lazio, Juventus (con Maifredi e Trapattoni, con cui litiga furiosamente), Napoli (con Lippi, che Di Canio rifiuta di seguire di nuovo alla Juve), Milan (con Capello: “Da quel momento, più sto lontano da Capello, meglio è”). Infine, la scelta del calcio anglosassone» (Guido Liguori e Antonio Smargiasse)
• Ha vinto il premio Fair Play, assegnato dalla Fifa per il 2001: contro l’Everton rinunciò ad un gol per far soccorrere il portiere avversario. Ai tempi dello Sheffield fu squalificato undici giornate per uno spintone all’arbitro Alcock che lo aveva espulso contro l’Arsenal (26 settembre 98).
• L’abitudine di fare il saluto fascista rivolto verso la curva dei suoi tifosi («sono un grande estimatore del Duce. Di quello che ha rappresentato, delle sue idee, che distinguo dai suoi errori»), gli procurò una quantità di guai. Fu anche per questo che, sebbene lo meritasse, non giocò mai una partita in Nazionale. La frase dell’allora ct azzurro Giovanni Trapattoni «Di Canio agli Europei 2004? Nemmeno se scoppia la peste bubbonica» arrivò al 18° posto nella classifica dei peggiori insulti nella storia dello sport stilata nel 2007 dal Times.
• Alla fine del campionato 2005-2006 ha rotto con Lotito e ha preferito scendere in C2 col Cisco, terza squadra della capitale, tra i cui soci c’è Tulli, candidato all’acquisto della Lazio. Questo ha ulteriormente peggiorato - se possibile - i rapporti tra Lotito e l’ala estrema dei tifosi della Curva Nord.
• «Al molo d’imbarco di Porto Santo Stefano (Grosseto) la Guardia di finanza ha fermato l’ex giocatore della Lazio, Paolo Di Canio, per un controllo sugli “indici di capacità contributiva” (all’Argentario capita spesso). Appena i finanzieri gli hanno chiesto i documenti, Di Canio li ha minacciati di farli trasferire e di chiamare a Roma persone “che contano”. L’hanno portato in caserma, dove è stato denunciato per resistenza e minacce a pubblico ufficiale» (Marco Gasperetti) [CdS 23/7/2009].
• Nel 2013 «Paolo Di Canio è il nuovo allenatore del Sunderland, club di Premier League che lotta per non retrocedere. La decisone presa dal proprietario americano ha causato le dimissioni del vicepresidente della squadra, David Miliband, ex ministro degli esteri, fratello di Ed, il capo del partito laburista: “Non mi sentirei a mio agio alla luce delle affermazioni espresse in passato dal nuovo allenatore”. Miliband si riferisce al saluto nazista sfoderato da Di Canio sotto la curva della Lazio nel 2005 e alle dichiarazioni arrivate dopo: “Sono fascista, non razzista”. Oggi lo stesso Di Canio prende le distanze: “Sono un uomo di sport non posso essere giudicato per le convinzioni politiche. In passato possono essere successe delle cose, ma le mie dichiarazioni sono state usate fuori contesto. Considerarmi razzista è semplicemente ridicolo”» (Zonca) [Sta 2/4/2013]. Esonerato all’inizio della stagione 2013/2014 dopo essere stato definito «un dittatore arrogante», «pieno di stile ma senza sostanza» (Jack O’Malley) [Fog 24/9/2013].
• Sul suo esonero: «Ho letto cose assolutamente fuori dalla realtà. Non ci sono state liti pesanti con i giocatori. Molti di loro mi hanno inviato messaggi per ringraziarmi e per dirmi che il lavoro svolto nel periodo trascorso insieme ha migliorato la loro professionalità. Io sono orgoglioso di quanto ho fatto a Sunderland. Questa esperienza mi è servita e sono sicuro che farà di me un allenatore migliore» [Gaz 2/10/2013].
• Già nel 2011, diventando manager della squadra dello Swindon Town, Di Canio provocò la reazione del Gmb, sindacato vicino ai laburisti, che cancellò le sponsorizzazioni [ibidem].
• «(…) da quando l’Inghilterra odia il “bad boy”? Perché Di Canio è questo, un bad boy che parla la lingua schietta e abrasiva che una volta era il vanto del tipo inglese» (Jack O’Malley) [Fog 2/4/2013].
• «Qui in Inghilterra si fa quest’equazione: fascismo uguale bombardamenti della Seconda guerra mondiale, uguale nazismo. Io non ho mai condiviso la deriva del fascismo. Ho sostenuto le politiche del Ventennio nella fase iniziale, ma ho preso le distanze dalle leggi razziali in poi. Non sono mai stato razzista e la vita parla per me. Sono un uomo di destra, ma non sono razzista»
• Di Canio, che nella sua autobiografia ha definito Mussolini «un uomo frainteso» [ibidem].
• Sposato con Betta, due figlie Ludovica and Lucrezia.