Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Ida Di Benedetto

• Napoli 3 giugno 1945. Attrice. «Bellezza bruna dal forte temperamento» (Gianni Canova), lunga carriera teatrale con Strehler e De Simone, esordì al cinema nella parte di una ricca lesbica partenopea (Nel regno di Napoli, Schroeter 1978). Da ultimo vista nella fiction Paura di amare.
• «A sedici anni sono rimasta incinta. Ho conosciuto Salvatore, il ragazzino che sarebbe diventato mio marito. Era la prima volta che facevo l’amore. E rimasi incinta. Mio padre pretese che tenessi il figlio e mi sposassi. Non siamo andati mai d’accordo. Lui era un ragazzino superprotetto e superviziato dalla madre. Io stavo a casa a guardare la bambina e a studiare. Con la suocera sempre a dirmi: “Fai questo, fai quello”. E lui usciva con le ragazze e andava a ballare. Ce ne andammo. Lui abbandonò gli studi di medicina. Non era adatto. Appena vedeva un cadavere cadeva per terra svenuto. Si mise a lavorare per le ditte farmaceutiche. Guadagnava poco e io cominciai a fare l’indossatrice. Ero una bella ragazza, corteggiatissima e guardata da tutti. Mi chiamò Mico Galdieri, un produttore. Io ero un baccalà fermo ma lui rimase colpito dalla voce e mi scelse per una commedia insieme a Lina Sastri».
• Ha vinto due Nastri d’argento: come attrice protagonista per Immacolata e Concetta l’altra gelosia (Salvatore Piscicelli, 1980), come non protagonista per Fontamara (Carlo Lizzani 1981). Nomination come protagonista anche per Rosa Funzeca (Aurelio Grimaldi, 2002), film per il quale fu trascinata in una polemica da Vittorio Sgarbi: «Nei migliori giornali del gossip è l’Amante. Colei che ottiene finanziamenti e favori grazie all’amicizia del ministro della Cultura (Giuliano Urbani - ndr)» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Dopo essere stato defenestrato da Berlusconi dalla carica di sottosegretario ai Beni culturali, Sgarbi andò da Giuliano Ferrara e accusò in tv il ministro Urbani di averlo fatto cacciare. “Lui – disse – ha trovato un’amante, la quale si è sistemata ai suoi piedi e ha cominciato a fare un’operazione che non prevedeva un’apnea assoluta (...) ma sollevando ogni tanto la testa diceva: ‘Ma fa tutto Sgarbi, tu non fai niente’. L’amante si chiama Ida Di Benedetto”. Seguì, ovviamente, querela» (Sebastiano Messina).
• La Di Benedetto smentì la relazione con Urbani e querelò Sgarbi, per poi rivelare nel 2005: «Io e Giuliano ci amiamo da undici anni. Tutti i nostri amici, i figli, le persone a noi più vicine lo hanno sempre saputo. Siamo pure andati a vivere insieme» (a Chi).
• «Un amore che (Urbani) non smentisce. E che i suoi collaboratori più stretti riassumono così: “Come ha dichiarato Ida Di Benedetto, è una storia che va avanti da ben prima che Urbani occupasse il dicastero della cultura. Parliamo in ogni caso di un’artista con trent’anni di esperienza, che certo non aveva bisogno di un politico per fare il suo mestiere”» (Elvira Serra).
• Fondatrice nel 2000 della casa di produzione Titania, che gestisce con le figlie Marta (attrice e regista) e Stefania Bifano. Ha prodotto tra l’altro Hotel Meina (Carlo Lizzani 2007, sul primo eccidio di ebrei in Italia) e il bio-kolossal Caravaggio (visto in tv nel febbraio 2008).
• Con la sua casa di produzione si è trovata coinvolta nell’inchiesta Mediatrade. «Silvio Sardi scopre i presunti prezzi gonfiati, ma nonostante ciò tenta: “Landolfi (Paolo, ndr) mi riferì che tramite una società gestita da Ida di Benedetto, la Dryas Cinematografica Srl di Roma, avevamo la possibilità di vendere i titoli a Mediaset. Landolfi, altresì, mi informò che aveva parlato con la Di Benedetto per concretizzare la vendita e che la stessa aveva interessato l’allora ministro Urbani, suo compagno, al fine di far finalizzare l’accordo con Mediaset. Sempre Landolfi mi riferì che Urbani aveva interessato direttamente Silvio Berlusconi per sollecitare la chiusura dell’accordo in questione. Cosa che avvenne poiché dopo pochi giorni Roberto Pace, direttore generale di Mediaset, firmò l’accordo, nel giugno 1999, tra la Dryas e Mediatrade per i sei titoli tra cui figuravano anche: Ocean Tribe e Ballad of the Nightingale» (Valeria Pacelli) [Fat 1/12/2013].