30 maggio 2012
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Biografia di Tullio De Mauro
• Torre Annunziata (Napoli) 31 marzo 1932 - Roma 5 gennaio 2017. Il più grande linguista italiano. È stato professore emerito di Linguistica generale presso la facoltà di Scienze umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma. Membro dell’Accademia della Crusca, autore di scritti specialistici e di volumi di linguistica teorica, linguistica greco-latina, storia linguistica italiana, semantica, semiotica, educazione e scuola. Fra le opere più significative: Storia linguistica dell’Italia unita (1963), Minisemantica (1982), Idee per il governo della scuola (1995), Linguistica elementare (1998), Lezioni di linguistica teorica (2008), tutte uscite da Laterza. Da ultimo In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (Laterza 2014), in cui ha proposto l’utilizzo dell’inglese come lingua comune dell’Unione europea. Ha curato per la Utet il Grande Dizionario Italiano dell’Uso in sei volumi. Fu ministro della Pubblica istruzione nell’Amato II (2000-2001).
• «Una vita divisa fra cultura e politica, anche se in maniera diseguale. L’accento cade, certo, sul primo dei due vocaboli. Non va tuttavia dimenticata l’attenzione che riserva alla società. Soprattutto, non è da sottovalutare il legame che egli continua a ribadire fra le parole e la vita. Sono questi i termini di un bilancio, culturale ed esistenziale insieme. È stato ministro della Pubblica istruzione. Quella carica sembrava coronare una lunga passione per la scuola italiana, alla quale ha dedicato numerosi saggi» (Nello Ajello).
• «Ho potuto vedere dal di dentro come funziona quell’enorme macchina che è il ministero della Pubblica istruzione, liberandomi fra l’altro da qualche pregiudizio. Molti hanno una pessima opinione della burocrazia e dei burocrati. L’avevo anch’io. Ho dovuto ricredermi. Ho trovato nel ministero funzionari e dirigenti impegnati, lucidi, attivi».
• Il padre era farmacista, la madre professoressa di matematica. Si innamorarono in un laboratorio di chimica e decisero di far cinque figli (impegno mantenuto) a cui inizialmente volevano dare i nomi dei gas nobili (Argo, Cripto, Elio, Neon, Xeno, che avrebbe dovuto essere il nome di Tullio).
• «Più di mio padre, mia madre era fonte non solo di citazioni letterarie (a Dante, a Pascoli, devo aggiungere almeno i non rari richiami a Giusti e al favorito Stivale, per me prima fonte della storia d’Italia), ma anche di espressioni di base dialettale italianizzate. Nei casi di inconvenienti per cui si disperava ci diceva che si dava o si era data al diavolo e, se si sentiva colpevole, si dava la testa al muro. Di persona assai irritata, prossima a esplodere per l’ira fino a quel momento repressa, diceva tiene i lapis a quadrigliè, espressione franconapoletana un po’ misteriosa che a me faceva pensare ai lapis, alle matite, ma che più probabilmente si riferiva alle pietruzze del mosaico disposte a quadrettino» (da Parole di giorni lontani, Il Mulino).
• Nel 2008 fu nominato direttore della fondazione Bellonci e presidente del comitato direttivo del Premio Strega, succedendo ad Anna Maria Rimoaldi, morta nel 2007, storica madrina del premio dal 1986.
• Fratello del giornalista dell’Ora Mauro De Mauro, scomparso la sera del 16 settembre 1970 mentre stava indagando, per conto del regista Franco Rosi, sugli ultimi due giorni di vita di Enrico Mattei (il corpo non è mai stato ritrovato).
• Padre del giornalista Giovanni (Roma 16 ottobre 1965), direttore del settimanale Internazionale, per cui ha curato la rubrica La parola.