30 maggio 2012
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Biografia di Francesco De Lorenzo
• Napoli 5 giugno 1938. Politico. Liberale. Ministro della Sanità dell’Andreotti VI, Andreotti VII, Amato I (1989-93). Coinvolto in Tangentopoli (farmaci), si dimise il 19 febbraio 1993 in seguito all’arresto del padre. Arrestato a sua volta il 13 maggio 1994 (reati contestati: associazione a delinquere, illecito finanziamento ai partiti, corruzione, false fatturazioni): le accuse parlavano di 7 miliardi di tangenti. «Voleva il premio Nobel, gli hanno dato la galera», scrisse Vittorio Feltri sul Giornale. Che titolò: Francesco entra in cella, anche africani e contrabbandieri applaudono. Alla notizia, esplode la gioia dei concittadini: dalle disastrate corsie del Cardarelli si leva un boato. Nel 2000 fu condannato in appello a 7 anni e 5 mesi (95 capi d’imputazione su 97) e nel 2001, quando rientrò in cella per scontare la condanna definitiva, inaugurò proprio sul Giornale una rubrica dal titolo Lettere dal carcere. Nel frattempo, a parte una brutta malattia e un cupo periodo di depressione, si era dedicato con il consueto entusiasmo ad opere di volontariato. Nella comunità “Incontro” di don Pierino Gelmini; e quindi attraverso la fondazione di un’associazione, Aimac, per i malati di tumore. Ha quindi chiesto la pena alternativa, ottenendo di potersi mettere al servizio sempre di don Gelmini, ma nella vicina comunità di Santa Marinella; e in seguito di poter continuare a dirigere l’Aimac» (Filippo Ceccarelli): «Non dimentico quei giorni di impegno vero. I servizi sociali non sono una finzione. Conservo momenti di grande emozione, sono ancora affezionato a quel mondo. Ho contribuito ad aprire un punto completamente gratuito: vada, vada a vedere com’è» (a Carlo Tecce) [Fat 4/8/2013].
• Dal 2004 coordinatore della Favo (raccoglie diverse opere di volontariato in oncologia). Altri incarichi: nel 2006 è nel direttivo dell’International cancer information service group, un organismo multinazionale dedicato all’informazione, partner dell’Uicc.
• Parallelamente all’attività nel volontariato si conclude la vicenda giudiziaria: una sentenza del giugno 2010 della Corte dei Conti escluse il danno erariale e dunque l’illecito aumento dei prezzi dei farmaci riconoscendo la sussistenza del solo danno non patrimoniale con la condanna di circa cinque milioni di euro. Nel 2012 la Cassazione rigettò il ricorso con la conferma della condanna per danno d’immagine a oltre 5 milioni di euro (esattamente 5.164.569), sia per lui sia per l’ex dirigente del Servizio farmaceutico Dulio Poggiolini. «La sentenza aveva preso le mosse dalle sentenze penali definitive per i reati di corruzione o concussione “ascritti ai convenuti – si legge nella sentenza – che, negli anni 1982-1992, nelle posizioni rispettivamente rivestite nell’ambito della pubblica amministrazione, avevano percepito somme da numerose case farmaceutiche, producendo un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica”. (…) Secondo la Cassazione, “che un ministro o un sottosegretario siano in rapporto di servizio con lo Stato non è revocabile in dubbio. Ed è del tutto irrilevante che il danno patrimoniale sia stato arrecato all’una o all’altra branca della Pubblica amministrazione statale giacché quello all’immagine comunque concerne l’unica entità soggettiva costituita dallo Stato-persona”» [Fat 12/4/2012].
• L’ex ministro dc Guido Bodrato inserì De Lorenzo nella «banda dei quattro», assieme a Paolo Cirino Pomicino, Gianni Prandini e Carmelo Conte. Tre anni prima del ciclone Tangentopoli che pure li toccò.
• Sposato con figli