30 maggio 2012
Tags : Aurelio De Laurentiis
Biografia di Aurelio De Laurentiis
• Roma 24 maggio 1949. Produttore cinematografico. Padrone del Napoli. «Dirigere un club è come fare ogni domenica un film di cui non si conosce il finale...».
• «Il produttore italiano più ricco e fortunato. Mister grandi incassi, l’inventore dei “cinepanettone” che sbancano i botteghini (qualche titolo: Natale in India, Merry Christmas, Vacanze di Natale a Cortina, Colpi di Fortuna...). Ha il cinema nel sangue. Non solo perché lo fa con grinta e successo, ma anche perché appartiene a una grande famiglia del settore. È figlio di Luigi e nipote di Dino, entrambi scomparsi. Con la sua società Filmauro, Aurelio garantisce il ciclo completo: produzione, distribuzione, esercizio, senza dimenticare una partecipazione negli studios di Cinecittà. Dinamico e irruento, aggiornatissimo e portato ad affrontare i problemi di petto (come la lotta contro la pirateria audiovisuale), Aurelio è un uomo d’azione e ai bizantinismi della diplomazia ha sempre preferito la chiarezza estrema, anche a costo di scatenare polemiche. Il suo debutto avvenne nel 1977, con il film Un borghese piccolo piccolo interpretato da un indimenticabile Alberto Sordi drammatico. Da allora in poi, la società Filmauro è stata sinonimo di commedie popolari di successo, da Qua la mano a Nessuno è perfetto, Culo e camicia, Amici miei, A spasso nel tempo, la serie Vacanze di Natale, Paparazzi, Colpi di fulmine. Le star della casa sono stati Celentano e Pozzetto negli anni Ottanta, poi sono venuti i Vanzina, quindi la coppia d’oro Boldi-De Sica (poi De Sica da solo), Benigni, Albanese. Ma questo non ha impedito a De Laurentiis di finanziare film d’impegno come Maccheroni di Scola, Codice privato di Maselli, molti titoli di Avati, Matrimoni di Cristina Comencini o di scommettere su registi trasgressivi come Pappi Corsicato e distribuire Woody Allen, Pedro Almodovar, Coen, Besson, Scott, Polanski» (Gloria Satta).
• Vuole esportare il cinepanettone in Cina «ha in mente di creare un franchising per l’estero. Tra due anni poterebbe apparire un remake di Natale a Cortina o titolo equivalente diretto da un regista cinese, con attori cinesi, per il mercato cinese. “Ho già pronto un accordo con China Film, l’organismo di Stato che si occupa della distribuzione, e ho già incontrato scrittori e registi per avviare l’operazione”» (Franco Renato) [Cds 15/9/2012].
• È riuscito ad ingaggiare De Niro per il suo film Manuale d’amore 3: «Costa come un giocatore di calcio? “Per noi direi fantacalcio, ma dobbiamo entrare in orbita internazionale, la prossima volta può essere Clooney”» (a Maurizio Porro) [Cds 28/2/2010].
• Calcio Comprò il Napoli all’asta, nel 2004: «Ero in ospedale, operato di menisco e seguivo le vicende di Gaucci e della società. Avevo provato a comprare il Napoli nel 1999 guardando all’esperienza americana di Murdoch che per far crescere la Fox tv aveva inserito molto sport insieme al cinema. Ma nel 2004 non ci pensavo più, anzi volevo lasciare l’Italia e lavorare tra Los Angeles e Shanghai. Invece al Quisisana di Capri studiai la situazione, consultai avvocati, immaginai un progetto. Dopo due settimane avevo il Napoli, comprato e gestito con i miei capitali». Lo ha portato dalla C alla A. «Il ritorno in A è soltanto una tappa poco significativa. Due scudetti in 80 anni sono pochi. Se ti chiami Napoli, non ti puoi accontentare di partecipare, devi vincere» (Beppe Di Corrado) [Fog 17/8/2013].
• Servirebbero «meno partite: bisogna ridurre il numero delle squadre in A e cominciare il primo ottobre. Ci si deve allenare per bene, fare il mercato senza fretta. Un torneo come la Nba: nessuno retrocede, le ultime sono aiutate dalle prime (…). Abolizione di Champions ed Europa League (…). Oltre al campionato nazionale, un unico campionato europeo per club di Italia, Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Così si potrebbero creare i presupposti per fatturare fino a 8 miliardi di euro. Giocano le prime 8 con un calendario che non sfasci i giocatori. Se poi le nazionali li vogliono, che paghino (…). Almeno 100 mila euro a partita ai club e, soprattutto, assicurare i giocatori dagli infortuni (…)» (a Gaia Piccardi) [Cds 11/12/2010].
• «Tra i presidenti di calcio non ha rivali, visto che ormai Berlusconi – l’unico forse più bravo di lui – del Milan quasi non si occupa più. Le cheerleader, la fuga sullo scooter, la cerimonia di premiazione della Supercoppa disertata, l’elicottero per portare Benitez in albergo, sono solo alcuni dei trofei che riempiono la bacheca della sua esuberanza» (Fulvio Bufi) [Cds 28/8/2013].
• «È la rappresentazione, ormai fuori controllo, de Il presidente del Borgorosso Football Club senza l’immensità di Alberto Sordi e con la pretesa di essere preso sul serio» (Fulvio Bufi) [Cds 29/7/2011]. «L’apparente contraddizione sta nei modi da strada e nel rigore della gestione del club. La Gazzetta dello Sport, ogni anno, pubblica un’inchiesta sui conti delle nostre squadre. Ecco: il Napoli è la più virtuosa. Spende quello che può, incassa quello che deve: la città più disastrata d’Italia che ha la società pallonara col miglior bilancio d’Italia». (Di Corrado, cit.). Quello chiuso al 30 giugno 2013 è il settimo consecutivo che chiude con un utile di esercizio.
• Grazie ad un accordo con la Energas, nel settembre del 2013, ha fatto installare la prima pompa di benzina sponsorizzata, azzurra con il logo della squadra.
• «Più di ogni altro padrone del pallone De Laurentiis rappresenta oggi l’idea del lavoro-guadagno-pago-pretendo che rese memorabili i personaggi di Guido Nicheli, a cominciare dal Donatone di Vacanze di Natale (…). Oggi nel Napoli, il club lo comanda De Laurentiis. Da solo, tranne per la parte tecnica, giusto perché di calcio vero ne sa veramente poco (…). Mette i soldi e comanda, perché in trent’anni di lavoro il mestiere del produttore cinematografico gli ha insegnato che chi tira fuori la lira non può delegare (…). De Laurentiis è un tribuno. Un padrone sempre incazzato. Un Masaniello ricco (…). Gli piace fare show, gli piace l’attenzione, gli piace che si parli di lui. La scoperta che il cinema è un’industria, ma che il pallone lo supera e lo semina. Prima andavi a chiedere in giro chi fosse Aurelio De Laurentiis: “Il produttore” (…). Oggi, da presidente del Napoli è diventato personaggio (…). Quando si presenta sul campo accompagnando Gonzalo Higuaín guarda i sessantamila presenti allo stadio San Paolo e pensa: guagliò, ma l’avete capito che qui il campione sono io? » (Di Corrado, cit.).
• Superstizioso, ha dei numeri fortunati in cui crede, primo fra tutti il 7 (gli altri sono il 9, il 14, il 24).
• Sposato con Jacqueline Baudit, tre figli Luigi (vedi Luigi De Laurentiis), Valentina, Edoardo.