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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Maria Teresa De Filippis

• Napoli 6 novembre (per l’anagrafe l’11) 1926. Contessa. Ex pilota di Formula 1, 11 anni di gare, sei Gp corsi (prima donna, su Maserati nel 1958 e 1959). Presidente onoraria del Maserati club e vice del Club des anciens pilotes. «Sono stata idolatrata anche in maniera esagerata. In paesi come l’Argentina o il Venezuela venivano apposta solo per vedermi».
• Ultima di cinque figli, nata in via Caracciolo, abitava nel magnifico Palazzo Bianco di Marigliano. Il papà ingegnere, Franz, aveva elettrificato l’irrigazione della Campania.
• Detta «pilotino»: 159 centimetri, 50 kg di peso. Per farla stare comoda al volante le infilavano sotto un cuscino.
• «Cominciò per una sfida con due dei miei tre fratelli, Antonio e Giuseppe. All’epoca amavo i cavalli, non le automobili. Mi fecero esercitare sulla Costiera Amalfitana. Poco dopo feci la prima corsa, Sorrento-Cava de’ Tirreni e arrivai seconda. Riprovai alla Sorrento-Sant’Agata e vinsi. Era il 1948, guidavo una Topolino beige. Decisi di fare sul serio. Andai da Taraschi a Teramo e comprai un’Urania 750 sport» [Pietro Gargano, Mat 23/11/2003].
• «Quando le donne dovevano pregare in ginocchio padri e mariti per prendere la patente, Maria Teresa De Filippis filava ai 250 all’ora con Stirling Moss, Jean Behra, Cesare Perdisa e Louis Rosier, suoi compagni alla Maserati. Chi c’era allora ricorda che dalla maestosa vettura del Tridente emergeva a stento il suo caschetto bianco e che tutti le volevano un gran bene. Non solo perché unica donna, ma anche perché brava. Napoletana benestante, si impose all’attenzione generale fin da giovanissima battendo sovente gli uomini nelle gare di durata e in salita, la sua specialità» (Raffaele Dalla Vite).
• Tanti incidenti in gara, ma l’unico a lasciare il segno fu quello del 1954 in Sardegna in cui perse l’udito all’orecchio sinistro e il titolo italiano per un punto e mezzo.
• Miglior piazzamento in Formula 1 il quinto posto al Gran Premio di Siracusa del 1958. Abbandonò la carriera nel 1959 dopo la morte di Jean Behra in un incidente al Gp di Germania: l’aveva sostituita all’ultimo momento utilizzando la Porsche con la quale avrebbe dovuto correre lei. «Ho visto morire tanti amici. All’epoca era davvero una sfida con la morte. Ed è stato il motivo per cui ho smesso: non per la paura, sia chiaro, ma per la tristezza e il dolore».
• «Non so spiegarmi perché oggi non ci sia una donna in Formula 1» [Arianna Ravelli, Cds 30/1/2009].
• «G uardo i Gp e a volte mi arrabbio. Soprattutto quando fanno i paragoni con il passato, io conosco i sacrifici di una volta. Ora è tutto facile, per fortuna c’è più sicurezza, ma troppi soldi e poche risate» [Ravelli, cit.].
• Ebbe una storia (segreta) con Luigi Musso, pilota della Ferrari, morto in Francia nel 1958: «Aveva due occhi bellissimi, profondi, ci siamo amati follemente».
• Oggi vive in mezzo a un bosco nel bergamasco col marito austriaco Theodor Huschek, chimico e gentiluomo, sposato nel 1961. Lui la definisce «il mio trofeo vinto a un Gran Premio» [Stefano Lorenzetto, Grn 23/11/2008]. Una figlia e due nipoti.