30 maggio 2012
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Biografia di Alfredo Davanzo
• Treviso 7 febbraio 1957. Militante per la costituzione del Pcpm (Partito comunista politico militare). Accusato di essere il capo delle nuove Br “movimentiste”, il 12 febbraio 2007 fu arrestato (era nascosto a Raveo, un minuscolo centro agricolo di poco più di 500 abitanti 70 chilometri a nord di Udine).
• Nel 1982 fu condannato a dieci anni per rapina a mano armata. «Il 20 gennaio 1998 viene fermato a Parigi su richiesta della magistratura italiana, ma la Corte d’Appello parigina lo scarcera. Rimane lì finché scatta la prescrizione, passa in Svizzera e torna in Italia, dove prosegue nel redigere “L’Aurora”, organo clandestino del movimento. Viso da duro, taglio degli occhi un po’ sfottente e enigmatico» (Marco Neirotti).
• Si è dichiarato prigioniero politico: «Hanno chiamato l’operazione contro di noi Operazione Tramonto Rosso perché il nostro giornale si chiama L’Aurora: è vero, voi siete il tramonto della vecchia società. E noi, forse apparteniamo all’Aurora della nostra società perché il tramonto non vincerà mai sull’alba».
• «Undici imputati delle nuove “Brigate Rosse Partito comunista politico-militare” lanciano proclami durante il processo, a Milano, che li vede accusati di banda armata con finalità di terrorismo. Tra loro Alfredo Davanzo, presunto ideologo del gruppo, che in una pausa di udienza, pur senza rispondere direttamente alle domande dei cronisti sul ferimento del manager dell’Ansaldo (“Non parlo con i giornali borghesi”), dice: “Questo è il momento buono, viva la rivoluzione”» (Cds 16/5/2012).
• «Ricordando il ’gesto politico’ dei brigatisti al processo torinese del 1976, Davanzo ha rifiutato la difesa: "Chiariamo subito, per evitare incidenti burocratici, che noi non accettiamo la difesa e il codice borghese, noi siamo qui per sovvertire lo Stato borghese", ha detto alla notizia che gli era stato conferito un nuovo difensore d’ufficio, l’avvocato Massimiliano Meda. Il precedente, una giovane avvocatessa di 30 anni, ha rinunciato al mandato perché spaventata. La giovane avvocatessa G.D. era stata nominata il 15 maggio scorso dalla Corte d’Assise di Milano per difendere Davanzo, ma ha dato comunicazione della sua decisione con una lettera, depositata alla stessa Corte, nella quale scrive: "Lascio perché non mi trovo nelle condizioni di sufficiente calma e tranquillità, ritengo che la mia incolumità psicofisica sia valore di interesse superiore rispetto all’obbligatorietà della difesa d’ufficio". La sua nomina era arrivata dopo il primo ’gesto politico’ di rinuncia alla difesa di Davanzo, che aveva licenziato il suo legale di fiducia, Giuseppe Pelazza» (www.Tg1.rai.it. 22/5/2012).
• Nel settembre 2013, con un volantino diffuso dal carcere, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, i leader delle “Nuove Br”, si sono rivolti ai movimenti No Tav incitandoli a «compiere un altro salto in avanti, politico organizzativo, assumendone anche le conseguenze, o arretrare».