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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Lorenzo Damiani

• Lissone (Milano) 2 aprile 1972. Designer.
• Pezzo che l’ha lanciato Flex (Montina International), mobile porta stereo-Cd realizzato in coverflex e acciaio (collezione permanente del Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design). Autore del Tumb Tumb, un tavolino esposto al salone del Mobile del 2006, su cui i giapponesi si fermavano a tamburellare. Vari premi: Young & Design Competition, Good Design Award ecc. Tutto è cominciato «una mattina, mentre bevevo il caffè e leggevo il giornale, notai un bando per partecipare a un master della scuola Politecnica di Design. Presentai tre progetti e vinsi».
• «I miei oggetti nascono dall’ osservare i bisogni di casa mia, vivere in uno spazio ridotto aguzza l’ ingegno. Nasce la necessità di sopperire alla mancanza di un ripostiglio, di un sottoscala, dove nascondere alla vista elettrodomestici e valigie» (a Lauretta Coz).
• «“Essere italiano non aiuta come una volta: io continuo a far fatica ad avvicinarmi a certe aziende, anche se parlo la loro stessa lingua”. Ammissione di un designer inventore, che combina progetti e funzioni, che sforza i limiti dell’ oggetto per esplorarne le possibilità, che unisce in un unico artefatto più utilizzi: “A volte propongo cose non molto digeribili” (…). “A me - continua - interessa l’ idea che c’ è alla base di un progetto. Molto più della forma”. Esempio: “Da motociclista quale sono, mi sarebbe piaciuto disegnare la Ducati Monster. Qui la struttura diventa componente fondamentale del progetto”. La funzionalità sopra tutto. E il rapporto con gli artigiani, la manualità, la ricerca. Sogni e aspirazioni di un architetto che fa i conti con l’ anagrafe: “In Italia l’ età progettuale non coincide con quella anagrafica, io sono un giovane designer da tempo, ma ci sono colleghi cinquantenni che ancora si definiscono tali” (…). Da Lissone ha fatto molta strada, anche se la distanza non è poi così tanta: “Sono pigro. La vicinanza geografica al Salone del Mobile mi ha aiutato” » (Annachiara Sacchi) [Cds 9/4/2011].