30 maggio 2012
Tags : Elisabetta Dami
Biografia di Elisabetta Dami
• Milano 1959. Scrittrice. Editore. Autrice della saga del topo Geronimo Stilton che nel 2007 ha debuttato a teatro nel Geronimo Stilton Super Show (Gino Landi).
• «A differenza della mamma di Harry Potter, J. K. Rowling, ritratta dalla stampa inglese nelle piangenti vesti di single mother abbandonata, Elisabetta vanta tutta un’altra storia. A cominciare dalla lunga e fortificante esperienza con il padre Pietro Dami, l’editore dei giganteschi album illustrati tradotti all’estero, il maestro che le ha insegnato a “costruire storie esportabili: un mondo fantastico fuori da spazi riconoscibili, animali al posto di bambini”. La giovinezza non deve essere stata tra le più quiete: giro completo del mondo, corsi di sopravvivenza nel Maine, trekking in Nepal, maratone nel deserto (cento chilometri nel Sahara), gare su fuoristrada in Africa (Tunisi-Cape Town). Ha anche il brevetto di pilota e di paracadutista, e le capita non di rado di guidare il deltaplano. “Una ribelle di razza”, dice di lei la scrittrice Vivian Lamarque. Una figlia irrequieta che a un certo punto taglia con l’ingombrante padre e trasloca insieme alla sua dorata creatura alla Piemme, di cui acquista il 50 per cento. “Ma a mio padre devo tutto”, dice lei con convinzione. “Ancora oggi è il mio consigliere più ascoltato. Se me ne sono andata è perché sentivo il bisogno di mettermi alla prova, fuori dalle protezioni famigliari”» (Silvia Fumarola). Con Piemme ha venduto 65 milioni di copie, venti in Italia, il resto in 150 paesi, arrivando a conquistare le classifiche americane (Simonetta Fiori) [Rep 11/12/2010].
• «Molti anni fa ho scoperto che non avrei potuto avere figli ed è stato, naturalmente, un grande dolore. Ma ci ho ragionato sopra e ho cominciato a fare volontariato tra i piccoli pazienti degli ospedali. Per farli ridere inventavo per loro storie buffe, protagonista un topo che incappava in una serie di avventure divertenti. Ho capito presto - come, del resto, sa ogni madre che racconta favole ai figli – che i bambini amano la serializzazione, nel senso che, giorno dopo giorno, vogliono ascoltare le vicende dei medesimi personaggi. Per cui topo è stato, al principio, per caso e topo è poi rimasto per forza di cose» (a Isabella Bossi Fedrigotti).
• «Tutte le storie sono autobiografiche. Anche i libri in cui racconto una tremenda maratona nel deserto del Sahara e la scalata del Kilimanjaro» (…). Fin da bambina avevo il sogno di specializzarmi in pediatria e aiutare i bambini. Però mio padre ha avuto bisogno di me nell´azienda di famiglia. A 13 anni correggevo già bozze, a 15 lo accompagnavo alle fiere di Bologna e Francoforte, a 18 lavoravo già per lui. Ho imparato tutto sul campo» (…).«Vuol sapere se sono diventata ricca? Mi sono comprata una casa in Arizona, con una vista panoramica sulle montagne rosse. È bellissimo, devo solo stare attenta ai serpenti a sonagli e agli scorpioni…» (…). I suoi personaggi «traggono ispirazione dagli amici, ma soprattutto sono ispirati da me, dai miei tic e dalle mie manie. Solo così li esorcizzo in una specie di catarsi» (a Simonetta Fiori).
• Geronimo viene dal grido dei paracadutisti americani (prima di aprire il paracadute, affinché non s’impigli nelle ali, bisogna lasciar passare una manciata di secondi, quei tanti che ci si impiega a urlare, appunto, “Geronimo”!). Il cognome viene dal formaggio («Molto meglio di Geronimo Grana o Geronimo Stracchino, no?»).