30 maggio 2012
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Biografia di Nando Dalla Chiesa
• (Fernando) Firenze 3 novembre 1949. Sociologo (Bocconi). Presidente dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino. Politico. Sottosegretario all’Università nel Prodi II (2006-2008). Nel 1992 (Rete) e 96 (Ulivo) eletto alla Camera, nel 2001 al Senato (Margherita). Candidato sindaco di Milano nel 93, fu sconfitto dal leghista Marco Formentini. Libri: Il giudice ragazzino (storia del giudice Rosario Livatino, Einaudi 1992), Delitto imperfetto (sull’assassinio del padre, Mondadori 1994), La partita del secolo (storia di Italia-Germania 4-3, Rizzoli 2001), Album di famiglia, storia di quattro generazioni di Dalla Chiesa (Einaudi 2008), Lo statista. Francesco Cossiga: promemoria su un presidente eversivo (Melampo 2011) ecc. Da ultimo Buccinasco. La ’ndrangheta al nord, con Martina Panzarasa (Einaudi 2012).
• «Collaboro con diversi giornali, in particolare con il Fatto. Da cinque anni sono anche editore di Melampo, la casa editrice che ho fondato insieme a Lillo Garlisi e Jimmy Carocchi. Faccio pure del teatro Comico e soprattutto civile (nel 2008 ha presentato a Roma l’anteprima della sua opera teatrale Poliziotta per amore)».
• Figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (1920-1982), ucciso dalla mafia, fratello di Rita.
• «Una delle personalità che più ha contribuito a dare apertura e credibilità alle istituzioni presso l’opinione pubblica e la società civile, un uomo politico da sempre impegnato per la legalità e l’etica pubblica» (dall’inutile appello per farlo tornare in Parlamento firmato nel 2008 da don Luigi Ciotti, Novella Calligaris, Dario Fo ecc.). Quando la sua candidatura fu esclusa dalle liste per le politiche 2008, commentò così: «Mi amareggia che siano andati a cercare cognomi da rotocalco e abbiano accantonato uno di quelli più amati dal Paese nel dopoguerra. Torno a Palermo, a insegnare Sociologia economica: è un modo per fare da vicino la battaglia contro il racket, il pizzo, il riciclaggio».
• Dal 1968 al 1981 fu politicamente impegnato nella sinistra extraparlamentare: «Mio padre non era certo entusiasta delle mie idee politiche. Ma ciò non gli impedì – proprio per il rispetto e l’amore che sempre ebbe per i giovani – di voler dialogare, capire».
• Nel 1985 fondò il circolo “Società Civile” (si potevano iscrivere tutti i cittadini salvo chi aveva un incarico politico): «Fummo bollati dalla destra come “comunisti” e dalla sinistra come “anticomunisti”. Per entrambi eravamo dei “moralisti, salottieri, manichei, rompic...”. E, soprattutto, dei “qualunquisti”».
• «Mi piace fondare». Oltre alla Melampo e a Società Civile, ha dato vita a la Rete (un movimento per combattere la mafia, con Leoluca Orlando e Diego Novelli), a Italia democratica («anche quello con mensile, che confluì nell’Ulivo battendosi contro il razzismo e la secessione»), a Omicron (rivista sulla criminalità organizzata al nord), al comitato di parlamentari La legge è uguale per tutti («per fronteggiare l’offensiva del signor B.»), al Mantova Musica Festival («nato per contestare Sanremo», con Fabio Zanchi e Lidia Ravera), e infine, alla Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”.
• È stato presidente onorario di Libera, l’associazione di don Ciotti.
• Non va allo stadio dal 2006: « Quando ero ragazzino, rubavo l’abbonamento a mio padre pur di non mancare a una partita dell’Inter. Poi, cresciuto, ho sempre acquistato il biglietto: la mia è una vera passione. Ora basta. Calciopoli ha rotto il mio giocattolo preferito. L’organizzazione scientifica del campionato mi ha proprio schifato» (a Giancarla Ghisi).
• Nel 2012, per celebrare i primi vent’anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha pubblicato il racconto Quando lo Stato fa lo Stato non ce n’è per nessuno, contenuto in Dove eravamo. Vent’anni dopo Capaci e Via D’Amelio (Caracò Editore).
• Il 6 febbraio 2013 è stato nominato presidente dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino. In occasione delle primarie dello stesso anno ha dichiarato di aver votato il Partito Democratico: «Mi piace la democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non ho ancora capito se lei me ne sia grata. Sono del Pd ma sono soprattutto un democratico senza aggettivi» (dal suo blog).
• Sposato con Emilia Cestelli, due figli: Carlo Alberto e Dora, come i genitori («Se li avesse visti Cornelia ne sarebbe rimasta folgorata, altro che i suoi Gracchi, con tutto il rispetto»).