30 maggio 2012
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Biografia di Mario D’Urso
• Napoli 8 aprile 1940 – Roma 5 giugno 2015. Avvocato. Politico.
• Laurea in Giurisprudenza con master a Washington. Nel 1968 diventa amministratore della Lehman Brothers (fino al 1995). Ex senatore (1996-2001, Rinnovamento). Sottosegretario per il Commercio con l’estero nel governo Dini (1995-1996).
• Nato da Alessandro, avvocato internazionale con studio in via Veneto a Roma, e da Clotilde Serra di Cassano. «Si diceva fossi il più bel pupo di Napoli». Primo di tre fratelli, Carlo è avvocato di Mediobanca, Luigi si occupa di promozioni turistiche.
• Fra i suoi antenati, due martiri della rivoluzione del 1799, Gennaro Serra e Domenico Cirillo. Nonni e bisnonni si chiamano Cottrau, «il Teodoro che nella fine dell’Ottocento diventa una leggenda con le canzoni, sua è Santa Lucia, e Alfredo, l’ingegnere delle ferrovie che progettò per primo il ponte Sullo Stretto, e costruì – sul serio – mille ponti. Aveva, perfino, un suo treno privato, che imprestava ai re». Un altro bisnonno della mamma Clotilde, George Clymer, di Philadelphia, era stato tra i firmatari della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti, il 4 luglio del 1776. «Sodale di George Washington, Clymer spese tutto il suo patrimonio per l’amico politico, grazie a queste benemerenze, a Philadelphia, ancora oggi, io non pago i tram e i musei. Abbiamo delle terre, negli Stati Uniti» (Barbara Palombelli) [Cds 30/4/2013].
• Studente al San Gabriele di Roma, ha fatto la comparsa in vari film: «Ho fatto I giovani mariti di Bolognini, Guendalina, La Dolce Vita, Primo Amore. In quegli anni ero innamorato di Lorella De Luca, che andavo a prendere a casa con una scala, per farla uscire di nascosto. Ma la mia compagna di casini era la vivacissima Marina (Ripa di Meana, ndr), come ci siamo divertiti!».
• «Dal 1957 ero leader diciassettenne del movimento federalista, il mio capo era il grande europeista Altiero Spinelli. Tentai di forzare le frontiere di Francia e Germania con pullman di giovani, per protesta contro le formalità doganali. Spinelli si spaventò, ero troppo rivoluzionario».
• «A 28 anni è già ai vertici della Lehman Brothers, una delle principali banche d’investimento degli Usa. Lavoro di forte responsabilità ma affrontato con la stessa naturalezza priva di ostentazione con cui indosserà sempre i suoi perfetti gessati, gli smoking inappuntabili, o certi completi estivi di lino bianco ghiaccio o di un inimitabile color tabacco (magari spezzati da calze verde smeraldo)» (Paolo Conti) [Cds 6/6/2015].
• «Stranoto e impudico, mondano e festaiolo, ma anche talvolta nascosto in certe dolcezze di tratto, in certe vulnerabilità malinconiche non difficili a riconoscersi nello stile e nell’amicizia. Fu Re dei memorabilia, protagonista di una gallery in bianco e nero delle più squisite, principe della conversazione e gastronomo padrone di casa impeccabile, mediatore allegro e infaticabile lungo il parallelo unico che collega Napoli e New York, stessa latitudine fatale (…) Sapeva essere sottile come una carognetta, e come avrebbe mai potuto evitarlo con la vita che faceva Dio solo lo sa, e denso e dolce come il miele» (Giuliano Ferrara) [Fog 8/6/2015].
• «Super-presenzialista per diletto e per affari, vanta un record assoluto: tre capodanni nella stessa notte: Manila, Honolulu, Los Angeles. Capace di partecipare a dieci eventi nella stessa giornata, abilissimo nell’arte di sparire per passare al successivo impegno del suo fittissimo carnet, D’Urso è una delle persone più divertenti d’Italia. Stare con lui è come stare a teatro. Si muove in continuazione: altissimo, elegantissimo, sicurissimo di sé» (Barbara Palombelli) [Cds 30/4/2001].
• Tra le sue amicizie: Marella e Suni Agnelli, Jackie Kennedy («con lei ho avuto un’amicizia lunga, nel tempo»), Imelda Marcos («le insegnai l’humour napoletano»).
• «Stirpe di avvocati e di duchi, da parte di madre, Serra di Cassano che nel 1960 tennero a Napoli un ballo con cinque re in occasione delle Olimpiadi. E lo stesso Mario è stato l’unico italiano invitato ai 100 anni della regina madre d’Inghilterra» (Cesara Buonamici).
• «Frequentare i reali è molto istruttivo. Nel 1960, per le Olimpiadi, la regina d’Olanda fu ospite in casa nostra, a Roma. Scoprimmo che tutte le mattine si faceva il letto da sola, si lavava la biancheria, mutande, reggiseno, tutto. E che, stirando, preparava a memoria il discorso di riapertura del Parlamento. Sono educati alla disciplina».
• Per difendere la privacy di Margaret d’Inghilterra, sorella minore di Elisabetta II, intrattenne una rissa la notte del 16 settembre 1994 con il re dei paparazzi romani, Rino Barillari, all’uscita del Jackie’O, night della Dolce Vita. Volarono schiaffi.
• «“Avvocato secondo solo a Gianni Agnelli”, ha avuto modo di dire di sé scherzando, vista la grande amicizia che li legava» (Carlo Bonini).
• Uno stretto legame con Fausto Bertinotti: «Era un uomo profondamente buono. Era un uomo considerato snob ma l’ho visto nutrire rapporti affettuosi e amicali ben più profondi con i suoi collaboratori domestici che con la contessa o la principessa» (a Paolo Conti) [Cds 6/6/2015].
• Ricevette la Légion d’Honneur, di cui andava fierissimo, presiedeva l’associazione dei Membri d’Italia e della Santa Sede organizzando attività di beneficenza.
• Nelle sue ultime volontà un lascito di 500mila euro a Bertinotti, tra i maggiori beneficiari anche i suoi domestici, le quattro figlie del fratello Luigi e di Inès de la Fressange, la Dynamo Camp di Vincenzo Manes e un ristretto gruppo di amici fra cui, oltre ai coniugi Bertinotti (anche la signora Lella è ricordata), spiccano l’avvocato Roberto Simeone, Nicolò Dubini, il banchiere Massimo Ponzellini destinatario di un dipinto d’un certo valore. Abiti e cravatte, invece, «ovunque siano, essi sono destinati a mio nipote Francesco».
• C’è infine da spartire l’archivio «dell’avvocato nato a Napoli e cresciuto a Washington». Ma non verrà spartito. Fotografie, libri, documenti conservati nella sua casa romana verranno tutti affidati alle cure di un nipote, Francesco Serra di Cassano, che avrà il compito di creare una Fondazione apposita e di redigere un libro sulla vita e sulle opere di Mario d’Urso [Pezzini, Mess 29/7/2015].
• In uno dei suoi tipici calembour una volta raccontò a un amico: «In fondo dovrei essere molto considerato dalla Chiesa. Perché è facile, come fa Madre Teresa di Calcutta, essere caritatevole con i poveri. Molto più difficile farlo con i ricchi» [Francesco Bei, la Repubblica 6/6/2015].