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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Antonio D’Amato

• Napoli 6 giugno 1957. Industriale. Guida un gruppo leader in Europa nel settore dell’imballaggio per alimenti (il suo prodotto più popolare sono i bicchieri di cartone con cui al bar viene servita la Coca Cola), quartier generale ad Arzano. Nel 2000 divenne presidente della Confindustria (non gradito a Cgil e Ds) battendo il candidato Fiat Carlo Callieri. Elezione vista come una svolta a destra dell’associazione che si andava posizionando sull’arrivo di Silvio Berlusconi (vincitore delle elezioni l’anno successivo). Si sgolò in favore dell’innovazione di «processo e di prodotto» e per una politica di liberalizzazioni e maggiore flessibilità del lavoro. Nel 2004 l’elezione al suo posto di Luca Cordero di Montezemolo ne sancì la sconfitta.
• «Sono cresciuto in azienda, sotto gli occhi di mio padre. Lui aveva cominciato dal nulla. Proveniva da una famiglia della media borghesia, ma era rimasto orfano quando aveva appena sei mesi, nel 1930. La famiglia aveva vissuto di quello che aveva fino alla guerra, dove poi perse tutto. Papà cominciò a lavorare che aveva appena 15 o 16 anni. Fece molti mestieri finché non provò a vendere bicchieri di carta fabbricati da una piccola azienda napoletana. Era un prodotto nuovo su un mercato che si apriva e fu la chiave di volta del suo successo» (a Stefania Rossini).
• «Sono e resto liberale. Lo ero fin da ragazzo quando, al ginnasio, dirsi tali significava essere guardati come alieni».
• Nel 2008 rifiutò la candidatura offertagli dal Pdl: «Non vedo l’impegno riformista e la determinazione a cambiare».
• Il 15 ottobre 2013 è stato eletto all’unanimità presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro.
• In dicembre, esplicitamente citato da Silvio Berlusconi tra i possibili volti nuovi della ricostituita Forza Italia, con una nota ha ribadito, «come ha fatto più volte in passato, di ritenere incompatibile il suo impegno imprenditoriale con alcun ruolo politico».
• «Un grande industriale del Mezzogiorno perbene, figlio di una nuova Italia industriale senza padrini nel sistema politico e bancario» (Massimo Mucchetti) [Cds 25/3/2012].
• Molto importante la compagna, Marilù Faraone Mennella (1968), bionda, anche lei imprenditrice, conosciuta nel 1990 proprio in Confindustria.