Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Alessandro D’Alatri

• Roma 24 febbraio 1955. Regista. Da ultimo Sul Mare (2010)
• Nel 1991 ha vinto il David di Donatello come miglior esordiente per Americano rosso. Nel 1995 David e Nastro d’argento per la sceneggiatura di Senza pelle. Poi, tra gli altri, Casomai (2002), La febbre (2005), Commediasexi (2006). «Sono uno che non ha mai fatto lo stesso film, non propongo piatti riscaldati, mi metto sempre in gioco».
• Tra gli spettacoli teatrali Il sorriso di Dafne (2005): «Ho vinto agli Olimpici di Vicenza. È una commedia sull’eutanasia: il sacrosanto diritto che ha ciascuno di noi di decidere quando morire»; nel 2007 Diatriba d’amore contro un uomo seduto; nel 2011 Scene da un matrimonio, poi Disco risorgimento – una storia romantica e Tante belle cose.
• «Grazie al lavoro della madre entra a otto anni nel mondo dello spettacolo come attore. Al Piccolo Teatro di Milano recita con Giorgio Strehler, a Roma lo dirige Luchino Visconti, in televisione lavora con Sandro Bolchi, al cinema lo sceglie De Sica per Il giardino dei Finzi Contini» (Miro Silvera).
• «È un cane sciolto. Un po’ cattolico e un po’ no, un po’ rivoluzionario e molto pacifista, un po’ leggero nel modo di girare e molto pesante in quello di pensare» (Simonetta Robiony).
• «Sono stufo di una certa intellighenzia chiusa nei suoi salotti. La tv fa schifo? Fatela voi. I film di Natale non vi piacciono? Fatene altri. Gli attori di cassetta non vi convincono? Scegliete facce nuove. Avete un paio di idee per migliorare il paese? Raccontatele alla gente. In tv, sui giornali, nei film, perfino alla radio. E ascoltatene le risposte».
• Apprezzatissimo regista di spot pubblicitari: quello per la Telecom con Massimo Lopez, quello per la Lavazza con Tullio Solenghi, e quello per “3” con Luciana Littizzetto (2008).
• «Occhi azzurri, di un azzurro innocente. Dentro c’è la luce dell’intelligenza. Se gli piaci, è fatta: hai una persona generosamente battagliera su cui poter contare, ed è capace di travolgerti con la sua carica di quotidiana umanità. In caso contrario, l’azzurro si fa ghiaccio duro, in grado di respingerti con cortese fermezza come se il pensiero fosse rivolto altrove, perso in terre irraggiungibili. Ogni tanto lo si vede con la barba, ogni tanto con i baffi o il pizzo, oppure torna improvvisamente più giovane, col mento nudo, il volto difeso solo dagli occhiali con la montatura di metallo. Ecco, gli occhiali sono il suo scudo, l’argine agli assalti del mondo, il filtro di ogni immagine che giunge da fuori. Perché Alessandro D’Alatri con le immagini ci lavora e sono il suo pane quotidiano sin da quando era piccolo» [Miro Silvera, Fog 4/3/2001].
• Di sinistra, ma critico col Pd.
• Appassionato di automobilismo sportivo [alessandrodalatri.it].
• Sposato dal 1995 con Cristiana, due figlie (Federica e Carolina).