Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Alessandro Haber

• Bologna 19 gennaio 1947. Attore. «Sono un animale da palcoscenico. E ormai ho tre donne con cui fare l’amore: teatro, musica e cinema».
• Padre rumeno, ha vissuto in Israele fino a 9 anni e a Verona fino a 17: «Ero incontenibile, attaccabrighe. Ho fatto a pugni, nella mia vita, tante volte. Avevo un carattere ribelle. A scuola poi ero un disastro. Ho ripetuto la prima media due volte, la seconda tre, la terza due. Nelle occasioni in cui mamma andava a parlare con gli insegnanti, entrava con gli occhi bassi e usciva strisciando».
• «Ha esordito nel 67 con Marco Bellocchio e ha lavorato tra gli altri con i fratelli Taviani, Fellini, Bertolucci, Avati. In comune conRocco Papaleo ha una vera carriera musicale che si sviluppa parallela a quella dell’attore» (Giuseppina Manin).
• È uno degli attori preferiti di Pupi Avati, che lo ha lanciato con Regalo di Natale (1986): «Quella volta che fece una scenata nel mio ufficio, entrò come una furia, si mise a piangere e urlare, disperato perché non lo chiamava mai. Fu così che ottenne una parte per Regalo di Natale» (Pupi Avati, in La grande invenzione, Rizzoli 2013). È forse l’unico attore che possa vantare un’autobiografia in forma di film (La vera vita di Antonio H. Monteleone, 1994). Morandini: «Divisa in 9 capitoli come una regolare biografia, è la storia fittizia di Antonio Hutter, attore di insuccesso, e quella, falsamente vera, di Haber, svergognata forza della natura in forma di attore che eccede, esorbita, straripa. A slalom tra verità e finzione, facendo intervenire come testimoni (veri? falsi?) personaggi famosi dello spettacolo, Monteleone, sceneggiatore al suo esordio nella regia, coglie di Haber (che ha un padre ebreo romeno) soprattutto la dimensione patetica delloschlemiel, buffo sognatore sfortunato».
• 88 film (di cui 5 nel 2007) e 31 fiction (partecipò anche a un episodio de I Cesaroni, su Canale5, nel 2009). Vincitore del Nastro d’argento come miglior attore non protagonista per Willy Signori e vengo da lontano (F. Nuti 1990), Nastro d’argento e David di Donatello non protagonista per Per amore solo per amore (G. Veronesi 1993), Nastro d’argento come protagonista per La vera vita di Antonio Hutter.
• Nel 2006 è stato, tra le altre cose, il portiere de La sconosciuta di Tornatore e il maggiore Strucchi in Le rose del deserto di Monicelli. Successo a teatro nel 2007 con È tempo di miracoli e canzoni (con l’amico Rocco Papaleo, regiaGiovanni Veronesi): «Non è un concerto, non è un recital, ovviamente non è uno spettacolo di prosa e non è nemmeno un reading. Di sicuro c’è che si ascoltano canzoni e si sorride per la carica di simpatia dei protagonisti...» (Matteo Speroni).
• Al cinema in L’amore non basta di Stefano Chiantini (2007) col quale si lamentò nella conferenza stampa di presentazione: «Hai tagliato un paio di cose, la scena che avevo proposto io, significativa, quando non riesco a far l’amore con mia moglie e lei mi ritrova che guardo un film porno. Hai un attore come me...». E con Shooting Silvio di Berardo Carboni in cui un giovane ricco, orfano, eccentrico, constatato che con le parole non è possibile scalfire il potere di Berlusconi, decide di ucciderlo. Visto anche in Un giorno della vita di Giuseppe Papasso (2011), Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi (2011). Da ultimo L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi (2013).
• A teatro fu sostituito nel 2011 con Franco Branciaroli nello spettacolo dell’Otello a causa di «gravi comportamenti tenuti nel corso delle prove dello spettacolo nei confronti di Lucia Lavia»: tra i due ci sarebbe stato uno scambio di schiaffi sul palco dopo che l’attore avrebbe cercato di baciarla [XIX 30/6/2011].
• Nei panni di Craxi in Una notte in tunisia (2014, pièce scritta da Vitaliano Trevisan e diretta da Andrée Ruth Shammah): «Nella mia vita non ho mai votato per il Partito Socialista e ho giudicato Craxi senza pietà quando si è scoperto quel che aveva fatto. Tuttavia l’errore che abbiamo cercato di non commettere nella costruzione di questa recita era quello di voler giudicare il politico. La riabilitazione finale è umana e non rappresenta un perdono per il leader di un’Italia che ha attraversato gli anni di piombo e l’edonismo degli anni 80. Craxi è stato un personaggio che ha fatto parte della storia del nostro paese, un tipo carismatico e beckettiano, certamente scomodo. Un interprete, però, della stagione di Mani Pulite, anni che hanno generato quel senso di sfiducia degli italiani verso la politica». [Lib 4/4/2014]
• Come cantante ha inciso cinque dischi Haberrante (1995), Qualcosa da dischiarare (1999), Tango d’amore e coltelli (2001), Il sogno di un uomo (2003) e nel 2012 Haber bacia tutti. Nel 2014, sul palco dell’Ariston ha cantato Il mare d’inverno con Alessio Boni e Giusy Ferreri [Ilsussidiario.net 21/2/2014].
• «Noto incontinente verbale» (Manin).
• «Non amo i cimeli, le cose commemorative. A casa non ho una mia fotografia né uno straccio di pagina di giornale con le critiche. Che ci dovrei fare, che cosa rappresentano di me? Be’, il Donatello lo tengo, mi fa sentire vivo».
• Ha firmato l’appello per convincere Veltroni ad aprire le sue liste ai radicali (politiche del 2008).
• Noto per la sua vita da single ha sempre detto: «Io non resisto più di una settimana con una donna, ma come tutti gli uomini sono un po’ vigliacco per ammetterlo, allora mi faccio lasciare». Poi però ha conosciuto Antonella, 30 anni in meno di lui (è più vecchio anche dei suoi suoceri): «Un paio d’anni fa, a teatro. Io avevo appena concluso una tappa della mia tournèe, ricorda con un sorriso Haber. Quel giorno lei bussa al camerino, si presenta, mi fa i complimenti per lo spettacolo. Io la guardo e penso: però, proprio carina la ragazza. Un secondo dopo la invito a cena con il resto del gruppo teatrale. Lei accetta, chiacchieriamo tutta la sera, mi racconta che aspira a diventare attrice, poi le chiedo il numero del cellulare. Da quel giorno non l’ho più mollata». Una figlia Celeste nata nel 2004: «Passo per uno che si arrabbia facilmente. È vero. Ma adesso che c’è mia figlia sono cambiato. Sono su una nuvola, ho il cuore gonfio di emozione e il sorriso sempre stampato in faccia» (nel 2004).
• Una passione per i tramonti e i panini con la mortadella.