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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Sabrina Impacciatore

• Roma 29 marzo 1968. Attrice. Tra i suoi film: L’ultimo bacio (G. Muccino 2001), Concorrenza sleale (E. Scola 2001), La passione di Cristo (M. Gibson 2004), Manuale d’amore (G. Veronesi 2005), E se domani... (G. La Parola 2006), N (Io e Napoleone) (P. Virzì 2006), Signorina Effe (W. Labate 2007), Baciami ancora (G. Muccino 2010), Amiche da morire (G. Farina 2013). «Sono una donna senza filtri, mi faccio possedere totalmente dai personaggi» [a Livia Grossi, Cds 4/3/2012].
• Anche imitatrice in varie trasmissioni televisive (Mai dire Grande Fratello, Raiot, Convenscion ecc.), famosa la sua parodia di Lara Croft. Nel 2007 ha condotto La valigia dei sogni su La7, nel 2010 è stata la prima donna a presentare il Concerto del Primo Maggio su Rai Tre.
• Applaudita la sua prova d’attrice nel monologo teatrale È stato così (regia di Valerio Binasco, 2012), tratto dall’omonimo libro di Natalia Ginzburg, storia di una donna che dopo anni di tradimenti uccide il marito. «Impacciatore è davvero brava, è lei a dar vita a un testo poco brillante, è lei a suscitare attenzione. Racconta la sua storia di assassina seduta immobile. Con le mani si tiene aggrappata alla sedia. Scaglia ogni frase come fosse l’ultima contro il nulla che ha di fronte» (Franco Cordelli) [Cds 5/2/2013].
• «È una ragazza che sa ridere degli altri, ma soprattutto di se stessa. Ha un viso mobile, irregolare, una risata contagiosa che contrasta con un velo di malinconia negli occhi» (Silvia Fumarola).
• «Non sognavo di “fare la comica”, sognavo semplicemente di diventare attrice. Non porto la quarta di reggiseno, non posso contare sullo stacco di coscia. Essendo una persona realista mi sono messa a fare l’assicuratrice. Ho fatto tanti lavori, li cambiavo in continuazione, provavo un gran senso di inquietudine. Poi un giorno mi sono sentita male, sono stata malissimo, come se il mio organismo si ribellasse contro di me. Allora ho provato a fare quello che volevo davvero: recitare. Mi sono iscritta a una scuola di recitazione, ma a casa non erano felicissimi. Mia madre mi svegliava tutte le mattine sbattendomi il giornale sulla faccia, consigliandomi di trovarmi “un lavoro vero”. Quando sono apparsa a Non è la Rai si è un po’ calmata, poi è arrivata Macao».
• Quando stava a Non è la Rai rispondeva alle lettere degli spettatori e le commentava in video. Siccome ha un naso importante (e non lo vuole cambiare), Boncompagni la inquadrava sempre di profilo. Faceva siparietti comici con un’altra debuttante, Lucia Ocone. Boncompagni «ha visto in me, prima di tutti, la commedia e l’ironia. È un vero artista, un innovatore della tv. Quando hanno provato a imitare la sua televisione sono riusciti soltanto a farla degenerare» (a Sandra Cesarale) [Cds 30/4/2010].
• Ha rivelato di essersi vista soffiare da Penélope Cruz l’ambitissimo ruolo della protagonista in Non ti muovere (S. Castellitto 2004): «Ero già stata scelta. Mangiavo come il personaggio, mi cucivo da sola i vestiti, non mi lavavo i capelli da due settimane. Poi è arrivata lei, ed è stata la fine di tutto. Ho pianto tutti i giorni per un mese. È subentrata la coproduzione con la Spagna e Penélope “Puz”, come l’ho ribattezzata, voleva fare a tutti i costi il film. Castellitto come poteva dirle di no? Giuro che se arriva un’altra straniera a soffiarmi la parte della vita… Sarebbe potuta restare a casa sua, no? La legge Bossi-Fini per lei non ha funzionato» (a Sara Faillaci) [Vty 1/12/2010].
• «Quando torno a Roma io non smetto mai d’incantarmi: i vicoletti di Trastevere, le piazzette, le atmosfere che hanno resistito nel tempo. Vivo al quartiere Testaccio e quando ho un attimo libero mi piace infilarmi nei negozietti artigianali, il piccolo bar anni ’50, la merceria che non ha mai cambiato arredamento. Guardo i titolari dritto negli occhi e li imploro: “Vi prego, restate sempre così”. Quelli all’inizio mi prendono per pazza, poi mi capiscono» (a Laura Martellini) [Cds 20/1/2013].
• Ha la casa piena di giocattoli: «Ho scatole piene di pupazzi, ali, fermagli, bacchette magiche; potrei soddisfare qualunque bambino da zero a dodici anni» [a Sara Faillaci, cit.].