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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Josefa Idem

• Goch (Germania) 23 settembre 1964. Canoista. Ex ministro delle Pari opportunità, sport e politiche giovanili nel governo Letta (dal 28 aprile al 24 giugno 2013). La prima e unica olimpionica ad aver guidato un dicastero.
• Italiana dal 1992 grazie alle nozze col suo allenatore, Guglielmo Guerrini («Tutti sono capaci di nascere con una certa nazionalità, non ci vuole niente, invece scegliersela è più difficile»). Ha partecipato a otto olimpiadi. Medaglia d’oro del K1 500 alle Olimpiadi di Sydney (2000), argento a quelle di Atene (2004) e Pechino (2008, sconfitta per soli quattro millesimi dall’ucraina Inna Osypenko-Radomska), bronzo a quelle di Atlanta (1996). «Se a Pechino avessi vinto l’oro, molto probabilmente avrei già smesso. Quell’argento mi ha dato la voglia di andarmi a cercare un altro record. E vedere se c’è la possibilità di riscrivere la storia». Da tedesca aveva vinto un bronzo nel K2 500 a quelle di Los Angeles (1984). Nel 2006 argento mondiale del K1 500 metri e bronzo europeo del K1 1000, nel 2008 bronzo europeo del K1 500. A Londra 2012, sua ottava e ultima Olimpiade, è arrivata quinta nella finale della gara K500. «Ricordo sempre una cosa che mi diceva un ragazzo che andava in canoa con me: se il sogno ce l’hai dentro, avrai anche la forza per realizzarlo. E così è stato anche per me». Per lei la realtà conta più delle decisioni di partito: «In canoa se arrivo a una cascata scendo, non mi butto di sotto». [Alessandra Retico, la Repubblica 28/4/2013]
Carriera sportiva «Ha avuto un solo idolo: Wilma Rudolph che vinse a Roma, dopo che i medici le avevano detto che con la poliomielite non avrebbe mai corso veloce. Josefa che quando parla del suo primo bronzo a Los Angeles 1984 (era con la Germania) prima premette: “Oh ricordatevi, c’era il boicottaggio”. E che al primo tentativo di chiamarla dottoressa in giunta ha risposto: “Alt, non lo sono. Anzi a scuola sono stata una somara, mi hanno bocciato due volte”. Ha preso la maturità a 30 anni, pagaiando sui libri per sei mesi e tagliando felice il traguardo a cui gli altri arrivano dopo tre anni. Questo spiega il tipo: mai dirle che non c’è tempo, che non si può, che sarà faticoso. Per lei è un invito. Lei non misura i sogni, li lavora, li stende sul tavolo: come la pasta fatta in casa. E ci dà dentro: perché la vita la impasti tu, a forza di gomiti. Dispiace per Feuerbach: l’uomo non è ciò che mangia, ma quello che fa. Perfino suo marito, Guglielmo Guerrini, che è anche il suo coach, una mattina d’inverno alle sei per l’allenamento, in mezzo alla nebbia, mentre lei si spogliava nuda in macchina, le ha chiesto: “mi spieghi che piacere è il tuo?”. Se il mondo non ti capisce va bene. Ma se vengono dei dubbi a tuo marito vuol dire che forse stai esagerando. Ma lei nel suo italiano energico vi risponderà: “Con tutti gli alberi non si vede più bosco”. E cioè: a far due cose alla volta capita di perdere l’orientamento per la cosa principale. Ma figuriamoci se si perde lei, ex poliziotta, figlia di poliziotto. Una che se vede che gli altri sono bravi a fare una cosa, pensa subito di poterla fare anche lei» (Emanuela Audisio).
• «Quando ero una bambina ero sempre stanca. Più allenamenti facevo e più faticavo. Sembra strano, eppure le energie sono aumentate quando ho avuto i miei due bambini. È un meccanismo che ricorda le marce di un’auto. In prima, anche se uno va a tutto gas, difficilmente supera i 30 km/h. Si può arrivare fino a 60 km/h, certo, ma il motore si rovina. Cambiando marcia, invece, si può accelerare tranquillamente» (Josefa Idem)[Marco Sarti, Il Riformista 16/9/2009]
• Il 9 agosto 2012 alle Olimpiadi di Londra, a quasi 48 anni, è arrivata quinta: «Sono andata oltre ogni limite personale. Mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo della folla. È la mia ultima gara, è stato bello sognare insieme» [Il Resto del Carlino 10/8/2012].
Carriera politica • Dal febbraio 2007 al marzo 2011 è stata membro della commissione scientifica per la Vigilanza e il controllo sul doping nello sport al ministero della Salute. Dal 2001 al 2007 assessore allo Sport del comune di Ravenna con l’Ulivo.
• A Londra 2012 fece scalpore dando della «patacca» a Beppe Grillo, che aveva definito le Olimpiadi «un trionfo dei nazionalismi».
• Nel 2012 si è candidata alle primarie Pd per scegliere i candidati parlamentari ed è stata eletta nel 2013 alle politiche come capolista al Senato in Emilia Romagna. Qualche mese prima, dopo le Olimpiadi di Londra, aveva dichiarato: «Sono refrattaria alle poltrone. Mi sento più invogliata a scrivere. Ho almeno 50 spunti di interviste o di racconti con i personaggi dello sport, anche i perdenti, che ho incontrato, che mi passano per la mente» [Marco Ansaldo, La Stampa 28/4/2013].
• Alla prima votazione delle presidenziali ha votato scheda bianca e non Marini come indicato dal Pd: «Nessuno dei miei elettori sarebbe stato contento di ritrovarselo al Quirinale». [Alessandra Retico, la Repubblica 28/4/2013]
• La conferma di essere stata inserita nel governo l’ha avuta nella sua casa di Santerno (Ravenna): «Mi tremavano le mani. Non me lo aspettavo, sono onorata. Sento la responsabilità ma non la temo. Mi rimbocco le maniche al servizio del Paese».
• Le dimissioni da ministro dopo neanche due mesi dalla nomina in seguito alla polemica per il mancato pagamento dell’Imu su un palazzo di sua proprietà a Santerno, in provincia di Ravenna. Sebbene abiti con la famiglia a Santerno in un appartamento in via Lamone, fino al 2011 la Idem ha dichiarato di avere la residenza in via Carraia Bezzi, dove invece si allena e ha sede la palestra “Jajo Gym”. Registrando così entrambi gli edifici come abitazione principale, ha ottenuto l’esenzione dal pagamento dell’Ici. In più l’edificio dove ha sede la palestra, secondo un accertamento del Comune di Ravenna effettuato l’11 giugno, è stato censito al catasto come abitazione privata, e secondo i tecnici del Comune «non risulta la conformità edilizia e l’agibilità della struttura». La storia è diventata pubblica il 2 febbraio 2013, quando ne parlò il quotidiano locale La Voce di Romagna (rilanciata poi da Libero). In quell’occasione Guglielmo Gerrini, il marito di Idem, parlò di «una dimenticanza»: spiegò che la famiglia aveva abitato fino al 2008 in via Carraia Bezzi, l’edificio dove ora c’è la palestra, e che la residenza non era mai stata spostata. I consiglieri locali del M5s e del Pdl chiesero che il Comune facesse una verifica sugli immobili, da cui secondo Libero è emerso che «con riferimento all’Ici risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi 104 che il fabbricato Argine destro Lamone 23/A e, conseguentemente, non hanno corrisposto l’Ici per gli anni dal 2008 al 2011, fruendo delle esenzioni previste dalla legge». Il 5 giugno Idem ha poi fatto un «versamento a titolo di ravvedimento operoso» all’Agenzia dell’Entrate per sanare l’Ici non pagata, di cui però non si conosce la cifra. Dopo un tentativo maldestro di difendersi prima con un’intervista a Concita De Gregorio su Repubblica («Capisco che posso aver fatto un errore nell’affidarmi a persone che non hanno fatto il mio interesse, perché di questo con evidenza si tratta»), poi con una conferenza Stampa («Ho sempre fatto la sportiva, non la commercialista»), il 24 giugno 2013 ha rassegnato le sue dimissioni: «Come Ministra ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del “gioco”. La “persona” Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti».
• La Idem ribadisce di aver sanato tutto pagando tremila euro, «anzi, il Comune me ne restituirà duemila: negli anni, ho versato troppo». Forse la senatrice Pd si riferisce alla palestra precedentemente accatastata come abitazione: per gli immobili a uso economico, infatti, il moltiplicatore sulla rendita catastale è più basso che per le case. In ogni caso, per la senatrice la colpa è anche della burocrazia: «Sono entrata in politica perché ho subìto sulla mia pelle alcuni difetti della normalità italiana, le lacune legislative, le troppe norme. È per questo che le associazioni sportive dilettantistiche chiudono: vengono messe in croce su piccoli difetti burocratici».
• A Marzo 2014 nuove polemiche sulla sua posizione: «La Idem ribadisce di aver sanato tutto pagando tremila euro, “anzi, il Comune me ne restituirà duemila: negli anni, ho versato troppo”. Forse la senatrice Pd si riferisce alla palestra precedentemente accatastata come abitazione: per gli immobili a uso economico, infatti, il moltiplicatore sulla rendita catastale è più basso che per le case. In ogni caso, per la senatrice la colpa è anche della burocrazia: «Sono entrata in politica perché ho subìto sulla mia pelle alcuni difetti della normalità italiana, le lacune legislative, le troppe norme. È per questo che le associazioni sportive dilettantistiche chiudono: vengono messe in croce su piccoli difetti burocratici» (Il Resto del Carlino).
Famiglia Sposata con l’allenatore Guglielmo Guerrini, due figli, Janek (nato il 30 aprile 1995) e Jonas (nato nel maggio 2003), «è la donna che ha tracciato la strada al plotone delle campionesse-madri, rivoluzionando l’abitudine italiana per cui dopo il parto si chiudeva con lo sport» (Marco Ansaldo). «Il marito, nato a Bagnacavallo, centro alle porte di Ravenna, è il classico romagnolo che si è fatto da sé. Ex canoista, insegnante di educazione fisica nelle scuole, scriveva saggi sulla forza e allenava squadre di pallavolo quando, nel 1989, incontrò Josefa a Praga, durante un raduno sportivo. Un amore a prima vista. Un anno dopo erano già sposati e inseparabili». [Raphael Zanotti, La Stampa 23/6/2013]
Curiosità Ama ripetere «Lamentarsi non serve a niente». Ha collaborato con la Gazzetta dello Sport. Nel 2009 è stata testimonial per la Kinder in tv. Nel febbraio 2013 a Vanity Fair si disse favorevole alle nozze gay: «Ovviamente. Ma tra gli sportivi è difficile trovare chi racconta pubblicamente la propria sessualità, per via degli sponsor. Ripeto, io sono favorevole ai matrimoni omosessuali. Ma, vede, io non chiederei mai a un mio collega di sacrificare le entrate della sua carriera da sportivo per fare questa lotta alla Don Chisciotte. Perché avere una sponsorizzazione significa un guadagno, e delle regole di immagine ben precise».
Quando è nata, il padre poliziotto aspettava un figlio per chiamarlo Josef. I parenti, il marito, gli amici la chiamano Sefi.
Nel 2013 è uscita la sua autobiografia, Partiamo dalla fine (Mondadori), che inizia con il racconto della sua esperienza politica. «La telefonata di Letta che annunciava la mia nomina a ministro è arrivata mentre ero al funerale di un’amica».