Rassegna, 28 maggio 2012
Siria, la condanna delle Nazioni Unite
• Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha inviato una lettera di condanna al governo siriano per la strage di Hula, dove sono morti 108 civili, tra cui 49 bambini, compiuta con l’uso di armi pesanti. Anche la Russia, all’inizio recalcitrante, ha firmato. Spiega Olimpio (Cds): «Non una risoluzione come volevano gli occidentali ma comunque un messaggio importante firmato all’unanimità dai 15 membri dove si avverte che “i responsabili saranno perseguiti” e comunque si sottolinea la necessità di appurare come siano andati realmente i fatti. Una formula di compromesso per superare il no di Mosca che per ore ha difeso l’alleato sostenendo che non vi erano prove del coinvolgimento dei soldati. Non hanno avuto dubbi, invece, gli Usa e gli alleati, convinti della colpevolezza di Assad. La Casa Bianca, “inorridita”, ha denunciato “l’atto vile di un regime illegittimo”. Il governo britannico ha convocato l’ambasciatore siriano non escludendo di impedire la partecipazione alle Olimpiadi di dignitari siriani».
• Riguardo alla Siria, Obama ha proposto un piano che prevede l’uscita di scena di Assad, con il passaggio di potere a qualche altro esponente della nomenklatura. Una figura più accettabile. Ossia, la ripetizione di quanto è avvenuto nello Yemen dove il presidente Saleh se ne è andato lasciando le redini al suo vice. Il progetto americano contiene anche un aspetto importante: la Russia potrebbe mantenere la sua influenza nel Paese. Un riconoscimento che dovrebbe convincere il Cremlino a lavorare per la rimozione di Bashar. [Olimpio, Cds]
• Scrive Stabile su Rep: «Quel che resta, di concreto, sul versante internazionale di questa crisi siriana che si trascina da 16 mesi è soltanto la presenza degli osservatori, voluti da Annan, il quale si appresta a volare in Siria nello scetticismo generale e soprattutto dell’opposizione. La quale considera (e non è la prima volta) il piano di pace dell’ex segretario delle Nazioni Unite non soltanto morto e sepolto, ma uno strumento nelle mani del regime di Assad. Secondo l’Osservatorio per i diritti umani, organizzazione militante stabilita a Londra, i morti dall’inizio della protesta sono più di 13 mila, di cui oltre 9 mila civili».