Rassegna, 28 maggio 2012
L’allarme del Papa: «Viviamo una nuova Babele»
• Celebrando la messa della Pentecoste a San Pietro, davanti a tutti i cardinali e vescovi che vivono a Roma, Benedetto XVI ha detto che «siamo tornati alla Babele», riferendosi indirettamente alle vicende interne al Vaticano che hanno portato all’arresto del suo maggiordomo Paolo Gabriele. [leggi Il fatto del giorno] Nell’omelia il Pontefice ha rilanciato la «perenne verità» del racconto biblico della Torre di Babele: «Assistiamo a fatti quotidiani in cui ci sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi». «Non ci accorgiamo che stiamo rivivendo la stessa esperienza di Babele – ha affermato –. È vero, abbiamo moltiplicato le possibilità di comunicare, di avere informazioni, di trasmettere notizie, ma possiamo dire che è cresciuta la capacità di capirci o forse, paradossalmente, ci capiamo sempre meno? Tra gli uomini non sembra forse serpeggiare un senso di diffidenza, di sospetto, di timore reciproco, fino a diventare perfino pericolosi l’uno per l’altro? Ritorniamo allora alla domanda iniziale: può esserci veramente unità, concordia?». «E come?», ha chiesto Benedetto XVI, indicando la risposta nella Pentecoste: «Una capacità nuova di comunicare». [Bartoloni, Cds]
• Il Papa ha una nuova predella mobile. [Bartoloni, Cds]
• «Benedetto XVI dedica ore e ore ogni giorno alla scrittura di libri, anziché governare la Chiesa. E nei ranghi della Curia è diffusa l’opinione che egli non governa. Se vuole scrivere libri, avrebbe fatto meglio a restare un grande professore e teorico» (il teologo tedesco Hans Küng). [Tarquini, Rep]