28 maggio 2012
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Biografia di Lando Buzzanca
• (Gerlando) Palermo 25 agosto 1935. Attore. «Pochi anni fa ero a Rio de Janeiro, una ragazza mi ha visto e ha urlato “Lando Buzzanca o macho italiano!”».
• A Roma dall’età di 16 anni, per campare fece il cameriere, lo scaricatore di mobili, la comparsa. Lanciato da Pietro Germi in Divorzio all’italiana (1962), poi grande protagonista della commedia all’italiana, ebbe spesso la parte del maschio italiano seduttore/stallone (Il magnifico cornuto, Il merlo maschio): «Grazie a quei film mi sono comprato la villa al mare. E, comunque, anche in quelle parti c’erano risvolti meno banali di quello che si pensa. Le femministe mi odiavano, ma emergeva un uomo debole, succube delle donne». Il cosiddetto «homo eroticus», dal titolo di un suo film del 1971 per la regia di Marco Vicario.
• «Viene dall’Accademia d’arte drammatica, cioè da un’epoca e da un mondo in cui oramai riusciamo a fatica a recuperare i tratti: l’idea di gavetta e l’esempio dei più bravi, l’essere grandi registi e insieme persone semplici, il piacere del lavoro senza l’ansia di arrivare» (Stenio Solinas) [Grn 4/2/2010]. «Ridurrlo al Merlo Maschio significherebbe sfigurare il ritratto di un ottimo e versatile attore e cancellare tanti capitoli del cinema, del teatro, della tv italiani». (Paolo Conti) [Cds 8/8/2013].
• «Aveva inventato una frase sgrammaticata che ripeteva a non finire nei suoi varietà al fianco di Delia Scala. Quel “mi vien che ridere” che divenne tormentone negli anni Settanta e che era, ed è ancora oggi, un po’ il suo stato d’animo nei confronti dell’esistenza» (Claudia Carucci).
• «A un certo punto cominciò a rifiutare le parti più imbarazzanti: “Mi proposero Adamo ed Eva, io e la Fenech dovevamo stare sulla scena nudi con una foglia di fico davanti: era davvero troppo, dissi di no”. Queste rinunce, però, ebbero un prezzo e Buzzanca scomparve» (Francesco Olivo).
• Nel 2007 ha interpretato il principe Giacomo ne I viceré di Roberto Faenza, ricevendo la nomination al David come miglior attore protagonista: «Per me è una svolta. Avevo cercato di svoltare tantissime volte senza riuscirci, ho 72 anni, ho fatto giusto in tempo...». Faenza: «Al provino ho capito che è un grande attore, al pari di Mastroianni è capace di cambiare registro».
• Negli anni ha avuto problemi per le sue convinzioni politiche, apertamente di destra: «Buzzanca è sempre stato uomo di destra, amico degli Almirante, schierato quando schierarsi era rischioso. Ma innanzitutto è un grande artista, cui Pietro Germi aveva dato dignità di maschera anche se le pagine degli spettacoli l’hanno sempre considerato un caratterista. Carmelo Bene, che aveva fatto l’accademia con lui, ne parlava con ammirazione» (Pietrangelo Buttafuoco). «La destra garantisce valori che mi sono cari: ordine, famiglia, merito. Non ho mai sopportato il Sessantotto. Una sbornia collettiva, l’ignoranza al potere (...) Mi è sempre piaciuto Fini, lo trovo un politico lungimirante. Stimo Veltroni (...) Berlusconi non sarà un politico puro, ma sa dialogare col popolo, si esprime in modo diretto» (Michele Anselmi) [Grn 8/2/2009]. Sempre su Berlusconi: «Se è vero che ogni tanto dà un colpo di minchia un po’ qua e là, mi fa un piacere immenso» (Malcom Pagani) [Fat 9/8/2013]. • Alla vigilia delle politiche 2006, sorprese tutti dichiarando che, mentre avrebbe sostenuto come sempre An alla Camera, avrebbe votato Ds al Senato per far passare il suo amico Gianni Borgna, «persona splendida» (poi non eletto). Su questo fu attaccato da Luca Barbareschi, altro attore di destra: «Che pena quelli che ti devono dire Walter Veltroni è bravo, Enrico Gasbarra pure, e che Fini gli piace, e però anche un sorriso a Francesco Rutelli, un saluto a Fausto Bertinotti e Emma Bonino. Patetici». • Ha ribadito questa libertà mentale dichiarando, il 23 giugno 2007, che se si fosse rivotato per il sindaco, si sarebbe espresso per Veltroni: «Resto uomo di destra, ma a Roma voto Veltroni: un intellettuale di statura europea» (ad Aldo Cazzullo). Non ha esitato però, poche settimane dopo, ad attaccare la direzione della Festa del Cinema, rea di non aver invitato I viceré: «Goffredo Bettini ha commesso un grave errore di valutazione. Ha privato la Festa di una straordinaria, irripetibile occasione di confronto sull’eterno trasformismo della politica. Avrebbe capovolto le sorti della Festa da così a così» (a Paolo Conti). La Festa replicò: «Da settimane registriamo dichiarazioni degli autori e protagonisti de I Viceré che lamentano censure politiche per motivare la non selezione della loro opera alla Festa. Abbiamo fin qui evitato repliche ma ora va precisato che il film non è stato selezionato esclusivamente per ragioni artistiche» (4 novembre 2007).
• Oltre che per I viceré di Faenza, negli ultimi anni ha vissuto una ritrovata popolarità anche grazie alla tv: Mio figlio di Luciano Odorisio, progetto ideato e fortemente voluto dallo stesso Buzzanca, che racconta di un padre poliziotto e tutto d’un pezzo che fatica ad accettare un figlio gay, per il quale ha ricevuto attacchi dal Secolo d’Italia («fa credere che essere omosessuali sia normale») ed elogi dall’Unità. E ancora Lo scandalo della banca romana e in ultimo Il restauratore, di cui si sta girando la seconda serie per Raiuno, storia di un uomo al quale hanno ucciso la moglie e che si vendica ammazzando l’assassino.
• Nel febbraio 2009 ha ricevuto il diploma honoris causa in recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. «Mi danno un diploma senza aver fatto un esame».
• «La prima volta: “A dodici anni, a Palermo, con una mignotta di cinquanta: fantastica”. A diciannove anni, appena arrivato a Roma: “Conosco per strada una signora più grande di me di almeno vent’anni. Bellissima, mi porta in albergo, facciamo sesso. Sto per andar via e quella, davanti alla porta, tira fuori una pistola. Non voleva che la lasciassi. Ho impiegato un’ora per convincerla a mollarmi”. Qualche anno fa: “Mi sono portato a letto una collega splendida, una femmina sensualissima. Dopo averla amata, ho acceso una candelina che ho piazzato proprio ‘lì’ vicino, e mi sono messo a parlare con ‘lei’, a farle i complimenti, a ringraziarla”. (...) Al Roma Fiction Fest ho visto un’attrice che avevo adocchiato qualche settimana prima. Mi sono avvicinato, l’ho sfiorata, ho sentito la femmina, l’ho desiderata. Lei l’ha capito, ho visto che era contenta. Però è finita lì”» (Andrea Scarpa, cit.). «L’uomo di destra è molto più macho “perché non ha ideologie, ma ideali”» (Tiziana Mantovani, cit.).
• Nel 2010, dopo 55 anni di matrimonio e due figli, sua moglie Lucia è morta nel giro di pochi mesi di un male incurabile: «Quando ci siamo conosciuti lei non aveva ancora 18 anni e io 20, siamo cresciuti nell’amore. Dopo la sua morte avevo preparato tutto, avevo riempito la vasca d’acqua calda, ero pronto a tagliarmi le vene. A fermarmi sono stati i miei figli Mario e Massimiliano. Mi ha mollato tre schiaffi in 55 anni di matrimonio, ma “senza di te non posso stare”, mi disse» (Tiziana Mantovani) [Chi 15/2/2012]. «Dice di aver “incontrato molto”, ma di aver fatto l’amore, “quello vero”, solo con la moglie» (Andrea Scarpa) [Van 19/8/2009].
• Il 7 agosto 2013 è finito in ospedale. All’inizio s’è detto per tentato suicidio: alle 6 e 35 la governante l’ha trovato in bagno, sdraiato a terra, con i polsi tagliati. Avrebbe compiuto il gesto dopo il rifiuto a un suo copione. Poi dall’ospedale invece hanno fatto sapere che si è trattato di attacco ischemico transitorio. Il figlio Massimiliano ha dichiarato: «Il mio augusto genitore era piuttosto contrariato perché gli hanno cambiato i copioni de Il Restauratore a pochi giorni dal ciak. Ora sommate tre settimane di lavoro a Roma con 38 gradi di media, stress da memoria, incaz... varie, più 78 anni di età e il risultato è un crollo fisico». L’attore ha raccontato di aver lavorato fino a tardi la sera prima e di essersi fatto un bagno l’indomani mattina per rilassarsi. «Mi sono portato appresso anche un bicchiere di aranciata fresca (...) Il bicchiere è scivolato dal bordo della vasca e mi sono ferito per raccoglierne i pezzi» (Emilia Costantini) [Cds 9/8/2013]. «Figurati se uno si suicida mentre sta lavorando a un progetto di otto puntate in tv!» (Luca Sofri) [Gds 12/8/2013].