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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Mariella Burani

• (Arduini) Cavriago (Reggio Emilia) 8 marzo 1943. Stilista. Fondatrice con il marito Walter Burani del Mariella Burani Fashion Group.
• «La mia immagine ha un segreto. Un piccolo, grande segreto che porto da sempre nel cuore e ispira tutte le mie collezioni. E che ha un nome: Seta. Seta sta per Rosita, non è un tessuto ma un soprannome: era una donna chiamata così per via della sua pelle bianca e liscia. Era una lontana parente di mio marito. E quando si presentò per la prima volta nella nostra casa nel Reggiano, non era più giovanissima. Io invece avevo poco più di 20 anni, due figli piccoli da accudire e un diploma di maestra elementare appeso malinconicamente al muro. La Seta era diversa da tutte le altre donne che conoscevo, quelle che vivevano solo in funzione dei loro uomini: non si era mai sposata, girava per l’Italia in autostop, era libera e indipendente come un uomo. Durante le sere d’inverno era solita sedersi al grande tavolo della mia cucina. Con la voce rauca, raccontava delle sue scelte di vita, del suo amore per la libertà, delle lotte che aveva dovuto affrontare per conquistarsi l’indipendenza. Oggi la mia più grande gioia è sapere che, nonostante sia scomparsa tanti anni fa, la Seta rivive un po’ ogni volta che comincio a creare una nuova collezione».• Nel febbraio 2010 il tribunale di Milano dichiarò il fallimento della holding. «I Burani. Sì, perché mai come per il gruppo della moda di Cavriago il plurale è d’obbligo. Più che una famiglia, una squadra, uniti ma ognuno con il suo ruolo ben definito. Aperti al management ma non troppo, tanto che nei posti chiave siede almeno un membro della famiglia. A parte lei, Mariella Arduini in Burani, che pensa solo alle sue linee e non si “intromette” nella gestione degli affari. Una famiglia che ai pizzi e merletti della donna gitana deve sostituire l’amara sentenza del fallimento. [...] Tutto comincia a cavallo tra gli anni 50 e 60. Si chiama Selene, l’azienda di abbigliamento che nasce vicino a Reggio Emilia dalla volontà un po’ pazza di una giovane coppia, Mariella e Walter Burani, lei stilista appassionata, lui imprenditore coraggioso. Produce vestiti per bambine. E così va avanti per tutti gli anni Sessanta. Poi arrivano le teenager, successivamente la donna, fino al 1977 quando Mariella dà il nome alla griffe più nota del gruppo emiliano» (Antonia Jacchia) [Cds 4/4/2010]. Il marito Walter e il figlio Giovanni (all’epoca presidente e ad) sono stati arrestati con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Condannati entrambi a sei anni.
• «Ora mi sto disinteressando completamente di moda. Voglio pensare. Non ho più voglia, sono rimasta disgustata. E poi sono cose difficili, ci vuole il materiale. Ero abituata a lavorare con tessuti bellissimi, di grande qualità, non mi piacevano i farlocchi. Mi piacevano i vestiti senza tempo che potevano durare [...] Un amore, per quell’azienda. Non riesco a passare più di lì. Era come la mia casa, pensavo di morirci dentro. Avevo diciotto anni, facevo il facchino, andavo in stazione, Walter girava l’Italia in Seicento. Cinquant’anni di lavoro. Sono stata troppo modesta e umile, non amavo i salotti, la mondanità. Ma ogni sfilata che facevo aumentavo le vendite. Dolce & Gabbana l’ha sempre detto che ho precorso i tempi, con le sottovesti, gli anfibi, la donna piuttosto androgina, non mi piacevano troppo truccate e neanche troppo bambine perché era un prodotto da donna. I cardigan, le spalle nude, il chiodo di pelle come i camionisti... Ora voglio cercare di dimenticare» (Mariella Burani al Resto del Carlino nel febbraio 2011).