28 maggio 2012
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Biografia di Gianluca Buonanno
• Borgosesia (Vercelli) 15 maggio 1966 – Gorla Maggiore 5 giugno 2016. Politico. Europarlamentare dal 2014. Vicepresidente dei deputati della Lega nord. Deputato dal 2008. Sindaco di Borgosesia già di Varallo e Serravalle: «Sceriffo, provocatore, showman, futurista a sua insaputa, politicamente più che scorretto, scorrettissimo, al limite dell’oltraggio, spesso oltre» (Paolo Bracalini) [Grn &/&/2016].
• «In quanto a tasso provocatorio, non aveva più rivali nel partito: senza dubbio era ormai diventato il numero uno. Superando in scioltezza anche il maestro di “sparate” in casa Lega Nord, l’altro europarlamentare Mario Borghezio, piemontese come lui» (Matteo Pucciarelli) [Rep. 6/6/2016].
• «Ragioniere, ex operaio alla Cartiera Scott e alla Valvometal e poi venditore della scopa Pippo, padre artigiano, nonno di origine pugliese attore girovago e niente meno che spalla di Ettore Petrolini, nonna che di cognome faceva Los Rios, a sedici anni si iscrive al Msi affascinato da Giorgio Almirante, “che già allora voleva l’elezione diretta del sindaco e la repubblica presidenziale”. Lui il sindaco l’ha fatto da quando aveva 27 anni, prima a Serravalle, poi, ineleggibile dopo due mandati, a Varallo. E, non negando di essere ormai un professionista della politica, giura che oltre a sanare i conti, a riportare la disciplina tra gli impiegati pubblici, a bloccare la proliferazione dei centri commerciali che danneggiano le piccole botteghe e a riparare le buche, “che non sono né di destra né di sinistra ma vanno tappate”, dice di aver portato la fantasia al potere. (...) Viagra gratis ai cittadini prostatici e ancora vogliosi, premi antiobesità per chi dimagrisce di un tot, spogliarello con gli assessori per reperire fondi da destinare al restauro del santuario. Fu un grande happening il giorno che i varallesi, uscendo di casa, s’imbatterono in 11 caprette del Tibet e 4 pecore locali incaricate di occuparsi, gratis, della manutenzione del verde pubblico, cominciando dal parco di Villa Becchi» (Alberto Statera). Ha anche inventato i vigili di legno, fatto costruire la prima statua di Vasco Rossi e stabilito che sotto al tergicristalli, insieme alla multa, ci siano anche un buono per un caffè e un gratta e vinci: «Il caffè serve per far sbollire l’arrabbiatura. E con il gratta e vinci, se siete fortunati, rientrate dalla contravvenzione».
• Buonanno faceva parlare di sé e i programmi tv se lo contendevano, anche per le posizioni contro i rom e contro i gay, ma nel suo Comune istituì per primo il registro delle unioni civili. Guai a chiamarlo «onorevole»; il suo numero di cellulare era affisso sui manifesti delle città che amministrava. Chiunque poteva segnalargli una buca in strada e lui interveniva, «perché è il mio dovere e mi piace farlo – diceva -. Io sono sempre in campagna elettorale» [Giuseppe Orrù, Sta 6/6/2016].
• Il primo partito è il Msi e l’ammirazione per Giorgio Almirante non l’ha mai abbandonato. Nel 1990 è consigliere comunale a Serravalle Sesia, di cui diventa sindaco nel 1994. Più tardi, quasi inevitabile, l’approdo alla Lega: diventa deputato nel 2008 e tra i primi atti chiede di rinunciare al vitalizio [Marco Cremonesi, Cds 6/6/2016].
• «Roma? Appena arrivo non vedo l’ora di girare i tacchi. Qui in Parlamento c’è gente che è scollegata dalla realtà. Ho chiesto a qualche parlamentare quanto costa un chilo di pane. Niente, non lo sapeva nessuno».
• «Bossi è come Cristoforo Colombo. Gli davano di scemo, guardate ora cosa vi ha combinato».
• A luglio del 2013 è stato espulso dalla Camera per un suo intervento contro Sel («Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di Sinistra e libertà cambino nome e si chiamino, invece, Sodomia e libertà») e per aver invaso i banchi con cartelli con le scritte: «Il governo libera i pedofili», «Il governo libera delinquenti» e «Governo Caino» (la Repubblica). A settembre, mentre si discuteva in Parlamento della questione di Barilla e dei gay negli spot, ha tirato fuori un finocchio.
• «Incarnava il leghista sboccato e senza freni, di “lotta”: contro i migranti, i gay, gli zingari, l’Islam, contro le buone maniere. A suo modo, rappresentava una certezza per chi della politica apprezza il lato spettacolare e macchiettistico.
Il segretario federale Matteo Salvini lo ricorda con commozione («Una persona leale, coraggiosa, concreta, onesta, generosa, sempre fra la sua gente da sindaco e parlamentare») e così anche il suo predecessore, il governatore lombardo Roberto Maroni («Provo un dolore immenso per la scomparsa di un amico»). Messaggi di cordoglio anche dagli altri partiti, dal premier Matteo Renzi e dalla presidente della Camera Laura Boldrini. Dalla Francia arriva persino il pensiero della leader del Front National, Marine Le Pen» (Matteo Pucciarelli) [Rep. 6/6/2016].
• «Aveva la capacità unica di far indignare tutti quanti. Compresi i compagni di partito, spesso in imbarazzo davanti alle sue sortite. Come quando si presentò in tv, durante una trasmissione televisiva, con una pistola per perorare la causa della legittima difesa. O quando sui social network diffuse un proprio video in mutande, indicando il proprio sedere e protestando contro i tagli agli enti locali: “Renzi no, non te lo do”. Oppure in Parlamento con le manette, un po’ come fecero i primi leghisti con i cappi ai tempi di Tangentopoli; o, meglio ancora, quando dalla giacca tirò fuori una spigola presa in pescheria, con il vicepresidente dell’aula Luigi Di Maio costretto a fargliela sequestrare e a cacciarlo: il giorno dopo Buonanno chiese la parola alla Boldrini: “Voglio sapere dove avete messo la spigola”. Eletto a Bruxelles due anni fa, un giorno si presentò vestito con un burqa: «L’Europa rifiuta le radici cristiane ma io non voglio morire islamico» (Matteo Pucciarelli) [Rep. 6/6/2016].
• Morto sul colpo il 5 giugno 2016, in un incidente stradale sulla Pedemontana a Gorla Minore, in provincia di Varese. La moglie era in macchina con lui ed è ricoverata a Busto Arsizio, ma non è in pericolo di vita. Buonanno era alla guida del suo New Beetle, ma per cause ancora da chiarire si è schiantato contro un’altra macchina ferma per un guasto e che trasportava altre tre persone. Aveva 50 anni, lascia due figli.
• L’ultimo suo messaggio su Facebook diceva: «Io amo tutti: alcuni amo averli attorno. Altri amo evitarli. Praticamente vivo di amore».