28 maggio 2012
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Biografia di Carla Bruni-Sarkozy
• (Carla Bruni) Torino 23 dicembre 1967. Ex modella. Cantante. Moglie di Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese: già prima donna di Francia. «Bonjour Stronsesse» (Stenio Solinas).
• Vita Ufficialmente figlia del compositore Alberto Bruni Tedeschi (Moncalieri 1915-Parigi 17 febbraio 1996, figlio del Virginio che negli Anni Venti fondò la Ceat, gomme) e della pianista e attrice Marisa Borini (Marysa secondo alcune biografie). In realtà è il frutto di una relazione della madre col musicista Maurizio Remmert, da anni residente in Brasile, che nel gennaio 2008 ammise: «È mia figlia, nata quando avevo 19 anni, da un amore durato sei anni con Marisa, allora 32enne e già sposata. Non ho mai negato la mia paternità, anche il marito di Marisa sapeva». Cecilia Zecchinelli: «Carla, spiega Remmert che dice di parlare solo per smentire tutte le bobagens (fesserie) scritte finora, ha infatti saputo di lui quando Alberto Bruni (“persona eccezionale”) era già malato». Lo scrittore Gian Piero Bona, al quale la vedova Bruni Tedeschi aveva commissionato un libro sulla storia di famiglia, L’imprenditore dodecafonico (Marsilio), in cui non aveva fatto cenno alla vicenda: «Fu la stessa Marisa, mia grande amica fin da quando eravamo ragazzini, a dirmelo qualche tempo fa. Mi aveva invitato a fare con lei il giro del mondo sulla Queen Elizabeth, passammo quattro mesi insieme, s’era creato un clima favorevole alle confidenze e mi raccontò l’intera storia». Diretta dall’altra figlia Valeria (vedi scheda), la madre ha recitato in Actrices: «Vi interpreta la madre di Marcelline-Valeria, cioè se stessa, come già nel precedente È più facile per un cammello... Di lei, pur brava, all’epoca si erano accorti in pochi: il film raccontava proprio la storia della famiglia Bruni Tedeschi arrivata in Francia nel 1973 per sfuggire alle minacce di rapimento delle Br. Il padre era Roberto Herlitzka, Carla Bruni aveva il volto di Chiara Mastroianni, il fratello Virginio (1959-4 luglio 2006) quello di Lambert Wilson. Valeria di quella madre così vivace non sa fare a meno. La mette dappertutto e lei si trova a proprio agio. In Actrices perseguita la figlia in piena depressione per sapere tutto sui suoi amanti. Subissa di chiacchiere, in italiano, l’amica del cuore, interpretata da Simona Marchini, e seduce il giovane insegnante di inglese raccontandogli quante avventure ha avuto mentre era sposata, incurante del fatto che la figlia l’ascolti. “Sa una cosa?” dice più o meno al ragazzo che cadrà presto tra le sue braccia “finché mio marito era vivo l’ho sempre tradito. Da quando è morto non riesco più a farlo, non mi diverte”. Poiché il film è autobiografico e il pettegolezzo mediatico impazza, si è portati a prendere per vero il dialogo» (Piera Detassis).
• L’istitutrice Teresa Bello, che conosce Carla Bruni fin da bambina e il 5 dicembre 2007, su suo invito, l’ha raggiunta a Parigi per una cerimonia all’Unesco, la ricorda così: «Da piccola aveva un temperamento irruente. Riusciva sempre a ottenere quel che voleva, con le buone o con le cattive. Insomma, un caratterino. Molto bisognosa di coccole. Quando combinava una marachella, era facilissimo scoprirla». Perché? «All’improvviso cessavano le note del pianoforte: Carla s’era rifugiata fra le braccia della madre e così cascava il palco, niente punizione». Era autorizzata a punirla? «Altrimenti che istitutrice sarei stata? Qualsiasi punizione, tranne quelle corporali. (…) Niente gioco, niente gelato, pane al posto dei dolci. Ma già allora non è che le interessasse molto il cibo. È sempre stata esile e alta, a differenza di Valeria, più tonda». Carla voleva diventare ballerina. «Tutto quello che faceva Valeria, voleva farlo anche Carla. La sorella maggiore fu iscritta alla scuola di danza di Susanna Egri, figlia di Ernesto Egri Erbstein, il direttore tecnico ungherese del Grande Torino morto con la sua squadra nella tragedia di Superga. Carla insistette per seguirla. La coreografa disse alla madre: “Questa bimba non diventerà mai una ballerina. È troppo lunga e ha i piedi troppo grandi”». Qual era il suo gioco preferito? «La parrucchiera. Passava ore e ore a torturare con pettine e spazzola la povera Romana, la governante di casa». Mai avuto voglia di rifilare a Carla una sberla? «Qualche volta sì. M’indisponeva soprattutto quando pretendeva l’impossibile. Una volta mi sbatté la cartella sulla testa e faticai a trattenermi» (Teresa Bello a Stefano Lorenzetto).
• A metà degli Anni Settanta il padre ufficiale (Alberto) vendette la Ceat e traslocò con tutta la famiglia a Parigi. Carla studiò in scuole private svizzere e francesi, quindi si iscrisse ad Architettura alla Sorbona (ma smise dopo poco). «Ha 19 anni e una gran voglia di vedere il mondo, di fare nuove esperienze e mantenersi da sola. Il primo passo è quello di presentarsi ad una nota agenzia di Parigi: bingo! Viene subito scritturata per una campagna dedicata al marchio di jeans Guess. Sarà quella pubblicità a lanciarla come donna bella e impossibile. La top-model è perfetta, pare la creatura di un altro mondo. Tutti la vogliono. Si scatena la corsa per aggiudicarsela sulle copertine dei giornali patinati. Sfila per i più grandi stilisti: da Armani a Gaultier, da Ungaro a Versace. Alla fine degli Anni Ottanta è una delle modelle più pagate al mondo, guadagna la bellezza di 7,5 milioni di dollari all’anno. La sua carriera procede come una saetta con innumerevoli servizi fotografici, anche come testimonial di campagne sociali. Come quella del Natale 1995, che l’ha vista protagonista a titolo gratuito a favore dell’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Oppure come quando nel 1996 è stata madrina della serata milanese promossa dalle modelle della Riccardo Gay a favore dell’Anlaids. Ma ben più di recente con Tommy Hilfiger ha iniziato una collaborazione per supportare il Breast Health Institute. Il risultato è stata una borsa dall’allure vintage disegnata da lei, in vendita a 200 euro. Un piccolo tuffo nella vita passata della moda solo a fin di bene. Carla, infatti, quel mondo l’ha lasciato nel 1998 per dedicarsi alla musica. Nel 2000 compone i testi di alcune canzoni dell’album Si j’etais elle di Julien Clerc. Inizia la sua carriera solista nel 2002 pubblicando il cd Quelqu’un m’a dit, uscito in Italia l’anno dopo, con grande successo di critica e di vendite, soprattutto in Francia. Nel 2003 partecipa al Festival di Sanremo in qualità di ospite» (Antonella Amapane).
• Nel 2000 si infuriò con se stessa per aver tenuto il cellulare spento proprio nei giorni in cui Fazio sceglieva la valletta per Sanremo: «Quando mi hanno cercato per offrirmi di condurre la manifestazione ero in Marocco. In una di quelle vacanze in cui stacchi tutte le spine dal mondo: prima fra tutte quella del telefonino. Non avrei mai immaginato per quale motivo mi stessero chiamando. Così Inés (Sastre, ndr) ha preso il mio posto» (Gianluca Lo Vetro).
• «Soprannominata “Terminator” per la conclamata fama di rubacuori, è «famosa per aver sconvolto cuori e famiglie in vari settori del vippismo internazionale. Musica rock: Eric Clapton che nella sua autobiografia racconta della sua disperazione quando la stupenda signora cominciò a tradirlo platealmente con Mick Jagger che per lei aveva lasciato la bella moglie Jerry Hall. Immobiliare: Donald Trump, certo un errore di gusto, ma chissà. Intellò: una geniale e torbida scorribanda, passando dall’anziano filosofo Jean Paul Enthoven, al di lui figlio Raphaël» (Natalia Aspesi).
• Justine Lévy, figlia di Bernard-Henry ed ex moglie di Raphaël Enthoven, ne ha immortalato il fascino funesto nel suo romanzo Niente di grave: «Raphaël andò un giorno a prendere all’aeroporto il padre e la fidanzata, si offrì di prenderle la valigia e lei gli disse: “Grazie, non ho bisogno di nessuno, gli uomini li castro da subito, io”. Seguirono giorni tragici, tutti insieme a Porquerolle, Justine pazza di gelosia e il marito che la rassicurava: “Non devi essere gelosa, sei un miliardo di volte più bella di lei, è tutta rifatta, tutta rigida, ‘sta ragazza è Terminator... e comunque, ora che sta con papà, non è più una donna, è un tabù, amore è la mia matrigna, non sarai gelosa della mia matrigna!”. Intanto le spalmava la crema solare sulla schiena, cantava in coro con lei dopo cena (“la trovavo bella e bionica, con lo sguardo assassino”, scrive la Lévy), il padre filosofo si inquietava, diceva: “Smettetela voi due”. È finita che Carla e Raphaël hanno fatto un figlio insieme (e lui ha avuto il coraggio di telefonare a Justine Lévy, neodivorziata sotto psicofarmaci, per dirle: “Sai, è nato Aurélien, è il giorno più bello della mia vita”), finché Carla l’ha sputato via, come ha sputato via tutti, tradito tutti, fatto innamorare tutti. “Non sono mai stata fedele”» (Annalena Benini). Il figlio è nato nel luglio 2001 (leggenda vuole che per smaltire i chili messi su con la gravidanza abbia fatto una dieta a base di mandarini).
• La storia con Sarkozy si svolse secondo le seguenti tappe: divorzio del neoeletto presidente dalla seconda moglie Cécilia Ciganer-Albeniz (18 ottobre 2007), incontro casuale o semicasuale di Sarkozy con la Bruni (17 novembre 2007), corteggiamento, rivelazioni alla stampa pilotate dall’Eliseo (16 dicembre 2007), voci su nozze segrete (gennaio 2008), nozze (2 febbraio 2008).
• Sarkozy aveva appena sconfitto Ségolène Royal alle elezioni presidenziali francesi (6 maggio 2007: Carla Bruni aveva votato per Ségolène) quando si diffusero voci sulle difficoltà del presidente con la moglie Cécilia. Costei lo aveva già lasciato nel 2005 per il pubblicitario Richard Attias, durante la campagna elettorale gli era rimasta vicino distrattamente, la sera della vittoria s’era mostrata per pochi minuti e dopo il voto aveva mancato volutamente e clamorosamente parecchi impegni ufficiali del marito (tra questi una visita al presidente Bush). Infine, la crisi venne ufficializzata. Il 18 ottobre 2007 i due divorziarono e Cécilia si trasferì a Londra con Attias.
• Un mese dopo Sarkozy chiese a Jacques Séguela, pubblicitario già fedelissimo di Mitterrand, di organizzare una serata, «non ne posso più di stare tutto il tempo da solo all’Eliseo». Séguela mise insieme un tavolo a otto con Luc Ferry e la moglie Marie Caroline, la conduttrice tv Péri Cherin con il suo compagno, infine Carla Bruni che si presentò da sola e con la chitarra. Cantò, disse che sarebbe presto partita in tournée, Sarkozy le promise: «Sarò seduto in prima fila». Lei gli chiese se avesse una macchina per riaccompagnarla a casa, lui rispose di sì, in macchina si scambiarono i numeri di telefono e, appena rientrata a casa, Carla chiamò Séguela per dirgli: «Strano quel tuo amico, gli ho dato il mio numero di cellulare e non ha ancora chiamato». Erano passati appena dieci minuti.
• L’Eliseo pilotò la notizia del flirt in modo da far dimenticare al più presto lo smacco che il presidente aveva subito ad opera di Cécilia. Il settimanale Point de Vue diede notizia della love story, l’ufficio stampa della presidenza fece poi sapere che i due si sarebbero visti e avrebbero passeggiato insieme a Disneyland. Libertà assoluta di fotografare. La madre di lei, Marisa, accompagnò Sarkozy nella sua visita a Roma, si lasciò intervistare e raccontò felice del «colpo di fulmine». Foto in libertà anche qui, in particolare del Presidente con la futura suocera alle prese con tagliatelle, mozzarella, fritti, vino rosso per lei e succo d’arancia per lui al Bolognese di piazza del Popolo.
• A gennaio 2008 impazzavano le voci sul matrimonio. I giornali arrivarono a scrivere che le nozze erano già state celebrate in segreto. Si sposarono invece il 2 febbraio, all’Eliseo, celebrante il presidente dell’VIII arrondissement di Parigi, François Lebel. Nessuna stravaganza, appena una ventina gli invitati.
• Debutto ufficiale nel marzo 2008, in occasione della visita presidenziale in Gran Bretagna (la prima dopo dodici anni). Gli inglesi l’accolsero con un agguato: una sua foto senza veli di 15 anni prima spiattellata sui tabloid col titolo ironico «Benvenuta in Gran Bretagna, signora Sarkozy». Lei li ricambiò con molto stile: si presentò alla regina Elisabetta vestita da perfetta first lady, «con un manteau di lana e jersey di Christian Dior molto anni Quaranta e un toque, quei cappellini che possono portare solo certe belle donne, opera di John Galliano, che è uno stilista francese, ma di sangue inglese» (Solinas). Colpo magistrale: rinunciò ai tacchi per non far sfigurare, dal suo quasi metro e 80 di altezza, il consorte che è alto un metro e 65 e ha il complesso della statura (fatto subito sottolineato dai quotidiani britannici che misero in parallelo le ballerine piatte di lei e i mocassini fibbiati con tacco rinforzato di sette centimetri di lui). Carla si inchinò infine davanti alla regina con grazia perfetta. Alla fine della visita-lampo di poche ore, la Bruni aveva conquistato i media britannici, che la definirono «un misto tra Jackie Kennedy, Grace Kelly e la principessa Diana». «Bonjour Stronsesse, dunque, ha sedotto l’Inghilterra e noi che da sempre siamo suoi ammiratori sapevamo che sarebbe andata a finire così. (…) Diciamo la verità. Della nuova coppia monarco-repubblicana francese Carla sembrava la regina e Nicolas tutt’al più il suo chauffeur. Lo diciamo con invidia, naturalmente, e con quel disagio che prende sempre noi maschi educati quando ci accorgiamo che l’eleganza femminile è spesso attratta, come per reazione, dalla volgarità maschile. I quotidiani francesi che stanno all’opposizione, come per esempio Libération, sul contrasto fra i due sono andati a nozze, mettendo in evidenza il modo scomposto di muoversi e di ridere dell’uno, l’allure delicata e semplice dell’altra. Se la coppia regge, Monsieur Le Président ha, sotto questo punto di vista, tutto da guadagnare. (…) Che altro? Bonjour Stronsesse ha buoni gusti letterari e musicali, a petto di un marito che non è mai andato oltre le canzoni di Johnny Halliday e gli scritti di Jean-Marie Bigard, un umorista che nelle sue gag ricorda il piccolo-grande Bombolo dei film spazzatura degli anni Settanta... Anche qui, dunque, c’è tutto da imparare» (Solinas).
• Nel 2007 uscì in tutta Europa il suo secondo album No Promises, interamente cantato in inglese. Nel 2008 il terzo, Comme si de rien n’était, in francese.
• Nell’aprile 2008 una foto che la mostra nuda mentre si copre davanti con le mani (scattata nel 1993 da Michel Comte), messa all’asta da Christie’s di New York, fu comprata per 91 mila dollari. Era stata stimata quattromila.
• Tra il 2008 e il 2009 si adoperò ripetutamente nel perorare la causa di terroristi assassini condannati in via definitiva dalla giustizia italiana e latitanti all’estero, intercedendo dapprima presso il presidente francese suo marito Nicolas Sarkozy per Marina Petrella (Br), quindi (insieme al marito) presso il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva per Cesare Battisti (Pac): in entrambi casi fu poi negata all’Italia l’estradizione di tali criminali, suscitando lo sdegno della pubblica opinione, delle istituzioni nazionali e dei familiari delle vittime. La Bruni ha più volte recisamente negato il proprio coinvolgimento nel caso Battisti, confermato però da varie fonti assolutamente attendibili, prima tra tutte lo stesso Ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro. «Nella vicenda relativa allo squallido caso Battisti (…) emerge il velleitarismo di un demi-monde che della vita ignora tutto, perso com’è nell’inseguire il proprio narcisismo. (…) In tutta la vicenda Battisti non c’è purtroppo un briciolo di umanità, di reale sofferenza, di difesa anche sbagliata dei diritti di una persona. C’è, più semplicemente, un mezzocalzettismo ideologico-politico, catafratto e autoreferenziale» (Stenio Solinas) [il Giornale 16/1/2009].
• Nel novembre 2008, quando, all’indomani dell’elezione di Barack Obama alla Presidenza Usa, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi lo definì goliardicamente «giovane, bello e anche abbronzato», la Bruni stigmatizzò la battuta, dichiarando: «Credo che adesso siamo tutti pieni di speranza, di attesa. Per contrasto, quando sento Silvio Berlusconi prendere l’evento alla leggera, e scherzare sul fatto che Obama è “sempre abbronzato”, mi stranisce. Si farà pure dell’umorismo... ma certe volte sono molto felice di essere diventata francese». Le replicò a nome dell’Italia il Presidente emerito Francesco Cossiga: «Anche noi italiani siamo ben lieti che Carla Bruni non sia più italiana, anzi siamo addirittura felici».
• Nell’estate 2010 interpretò un piccolo cammeo all’interno del film di Woody Allen Midnight in Paris, in cui, nelle parole del regista, «è una guida raffinata e colta del Museo Rodin, e lei è assolutamente credibile perché irradia intelligenza e cultura. Non volevo un’attrice qualsiasi, che si limitasse a recitare una parte. Avevo bisogno di qualcuno che, spiegando le opere di Rodin, desse davvero l´impressione di sapere di che cosa stava parlando» (Leonetta Bentivoglio) [la Repubblica 7/3/2011]. «Un ruolo nato da una battuta: “Se potesse ingaggiare Elisabetta d´Inghilterra o il Dalai Lama, chi sceglierebbe? – Senz’ombra di dubbio, Carla Bruni!”. Lei ha ricambiato con un altro inchino: “Quando sarò nonna, potrò dire ai nipotini che ho girato un film con Woody Allen”» (Mario Serenellini) [la Repubblica 13/7/2010]. Grande clamore suscitò la notizia di un’irruzione notturna, durante le riprese, del marito Nicolas Sarkozy in preda alla gelosia: «È notte, il signor presidente raggiunge sua moglie Carla Bruni sul set di Midnight in Paris di Woody Allen. Lei ride e scherza col suo partner di set, l’aitante (e alto e giovane e biondo) Owen Wilson. Il presidente si innervosisce. Woody anche. Una scena ripetuta trenta volte. Alla fine Carla placa il marito con un caritatevole (e assai poco sexy) bacio sulla guancia, poi tutti – nervosissimi e stanchi – a casa alle quattro del mattino» (Paolo Conti) [CdS 7/8/2010].
• Nel settembre 2010 prese parte alla grande mobilitazione in favore di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, donna iraniana accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito, e pertanto condannata dal regime alla lapidazione. In una lettera aperta, la Bruni proclamò «Dal fondo della vostra cella sappiate che mio marito difenderà la vostra causa senza sosta e che la Francia non vi abbandonerà», inducendo Sarkozy a dichiarare la donna sotto la protezione della Francia. In seguito a ciò, il quotidiano ultraconservatore iraniano Kayhan, in un articolo intitolato Le puttane francesi fanno cagnara intorno ai diritti dell’uomo, la definì «puttana» (fahisha, in farsi), «depravata» e «rovina-famiglie», rievocandone i movimentati trascorsi amorosi. Seguirono una protesta formale di Parigi a Teheran, la solidarietà internazionale alla Bruni e infine la stigmatizzazione dell’episodio da parte dello stesso Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad («È un crimine contro l’Islam, peggiore di un comune crimine»). Unica voce critica, quella di Catherine Deneuve: «Quando si è una personalità molto nota bisogna essere cauti: sottoscrivere appelli può rivelarsi un’arma a doppio taglio, talvolta persino controproducente per la causa per cui ci si spende. (…) Nel caso di Carla Bruni, l’aver aggiunto il cognome del marito al suo certo non ha giovato. Dall’altra parte hanno colto la palla al balzo. L’allusione alla sua vita passata poco morigerata è stato come dire: “Occupatevi dei fatti vostri”».
tartufo di quattro chili!».
• «In un anno di Eliseo, Carla Bruni è riuscita a migliorare in modo impressionante la comunicazione di Sarkozy, personaggio teso come una corda di violino e dunque perennemente a rischio di gaffe. In quel modo, oltre che togliendo spazio alla sinistra, la first lady ha cercato d’affermarsi come personaggio politico» (Alberto Toscano) [Panorama 29/1/2009]. «L´influenza della Premiere dame non si misura soltanto nei dettagli che hanno decretato la fine dello stile "bling bling" del presidente. I giudizi di "Carlita", come la chiama il marito, possono fare o disfare carriere politiche. (…) “La sua influenza è immensa, ascolto molto quello che mi dice. Le sue riflessioni allargano le mie vedute, il mio pensiero”, ha detto Sarkozy della moglie. (…) La "Présidente", come dicono ormai tutti, ha adesso una sua agenda autonoma» (Anaïs Ginori) [la Repubblica 5/9/2009].
• «Jacques Séguéla, il pubblicitario che organizzò la cena in cui Sarkozy conobbe Carla Bruni: “Carla Bruni ha cambiato Sarkozy. In meglio. Gli ha aperto ambienti nuovi, gli ha presentato artisti e musicisti, l’ha avvicinato al mondo dell’arte e della cultura ancorato a sinistra. Ha persino portato all’Eliseo Woody Allen”. Quelli del settimanale Le Point hanno scritto che, grazie a lei, Sarkozy ha cambiato gusti: dai dischi di Johnny Hallyday a quelli Brassens, dai film di Louis de Funès a quelli Luchino Visconti, dai romanzi gialli a Sartre e Marco Aurelio» (Aldo Cazzullo) [CdS 22/3/2010]. «Sarkozy ha abbandonato i toni troppo pop e cerca di interpretare con maggiore solennità la funzione di presidente della Repubblica; prima diceva di amare il Grande Fratello in tv, poi su influsso di Carla comincia a citare il cinema danese di Carl Theodor Dreyer» (Stefano Montefiori) [CdS 29/10/2012]. «È come se lei l’avesse messo su un triciclo, poi sulla bicicletta e infine lui avesse cominciato a pedalare da solo, ha riassunto Libération» (Solinas) [il Giornale 3/4/2012].
• «La Première dame racconta una telefonata di Obama a Sarkozy, nel gennaio 2010. Il figlio del presidente francese, Jean, è appena diventato padre. “Complimenti al nonno!”, ironizza il leader Usa. Sarkozy, che si sta riposando con la moglie, risponde in vivavoce. “Stai tranquillo, anche a te succederà”. “E cosa pensa Carla di essere sposata con un nonno?” incalza Obama. “Ragazzi – interviene allora lei – vi ricordo che siete presidenti, allora un po´ di serietà!”» (Ginori) [la Repubblica 16/9/2010].
• Il 19 ottobre 2011 ha dato alla luce Giulia, a lungo fortemente desiderata da lei e dal marito Nicolas Sarkozy (secondo alcuni anche in vista delle elezioni previste per l’anno seguente).
• Conclusasi la parentesi presidenziale con la mancata rielezione di Sarkozy nel 2012, la Bruni è tornata alle scene musicali, e nell’aprile 2013 ha pubblicato il suo quarto album, Little French Songs, anticipato da alcuni singoli rilasciati a partire da fine gennaio. In febbraio presentò il primo singolo, Chez Keith et Anita, durante la seconda serata del Festival di Sanremo (partecipazione preceduta da forti polemiche, legate soprattutto al suo coinvolgimento nel caso Battisti e alle dichiarazioni sulla propria nazionalità); il momento migliore fu il siparietto con Luciana Littizzetto: «Io e Carlà siamo gemelle diverse, separate dalla nascita. Carlà è una che ha avuto una vita difficile: è nata ricca e gnocca. Ha voluto sfilare ed è diventata una top model famosa nel mondo. Ha pensato “Quasi quasi sposo un francese”, e si è presa il Presidente. Con lui ha pensato “Faccio un bambino, nonostante l’età”: buona la prima. È una che ha più culo che anima, ’sta donna! Se pesta una cacca, sotto c’è un
• «Il giornalista Jonathan Alter (…) scrive che una volta Carla Bruni si vantò con Michelle Obama di aver fatto l’amore con Sarkozy mentre erano attesi da un capo di stato straniero. Raccontando ciò, la première dame voleva sapere se anche i coniugi Obama avessero mai fatto attendere qualche personalità per lo stesso motivo (la first lady rispose di no). Non si sa chi fosse la personalità che li stava aspettando, ma in molti sospettano la regina Elisabetta II» [Corriere.it 10/5/2010].
• «La nuova canzone di Carla Bruni dedicata a suo marito Sarkozy: “Et bien qu’il porte une cravate / mon Raymond est un pirate”. E poi (traducendo): “Il mio Raymond ha tutto di buono, è un valore autentico… è un cannone, è una bomba atomica… è complesso, sentimentale ma tattico… resta in asse in ogni situazione critica… è il padrone, è lui che regge la bottega”» (Alberto Mattioli) [La Stampa 26/1/2013].
• «Carla Bruni è amica di un senza tetto di nome Denis: “È adorabile, a volte mi fermo a parlare con lui di letteratura e di musica”. L’uomo, che ha circa 50 anni, vive nelle strade del raffinato XVI arrondissement: “Abbiamo gli stessi gusti, e non parliamo mai di politica. Mi ha perfino proposto di cantare nel suo album”» (Cecilia Zecchinelli) [CdS 18/12/2009].
• Ha fatto sapere che essere parodiata da Fiorello («che volgarité!») era per lei motivo d’orgoglio: «Oltre a farmi ridere, mi lusinga: è un irresistibile massaggio all’ego».
• La Bruni e Sarkozy hanno due cani, un chihuahua e un labrador (Cazzullo) [CdS 22/4/2012].
• Dieta Lory Del Santo: «L’ho conosciuta quando faceva la modella a New York. Era amica di un’amica di mia sorella, e una volta siamo andate a pranzo insieme. Quella volta ordinò un carciofo enorme, poi staccava una foglia alla volta e ne mangiava il pezzettino finale» (ad Azzurra Della Penna).
• Colori Nelle uscite ufficiali da first lady ha mostrato una predilezione per gli abiti viola: «Non è viola-viola, ma piuttosto viola-porpora, o viola-melanzana, o viola-fiordaliso, o viola-prugna. E questo non per sfuggire di stretta misura al viola stretto, quello dei paramenti quaresimali e funerari, lugubre per funzione e fama, ma perché quel viola funebre e funesto non «dona», riverbera sull’incarnato un riflesso livido, ben più immediatamente nocivo d’una supposta, futura disgrazia» (Maria Giulia Minetti).
• Frasi «Fin da bambina non ho mai avuto la possibilità d’essere ignorante. Vede? Non solo sono molto bella ma anche poco modesta. Un po’ mi sento in colpa per questo» (a Specchio, nel 1998).
• «Tradire gli uomini mi piace, se lo meritano».
• «Non ho mai capito perché siamo obbligati ad accoppiarci con una sola persona alla volta, in questa vita piccolina che viviamo e che scivola via veloce. La fedeltà non è una cosa da chiedere né da offrire, né da sollecitare, né da imporre, né da scrivere. È una pazzia furiosa» (a Claudio Sabelli Fioretti, 2000).
« Ciao, sono Carla, non sono fedele. Non essere fedele con me perché me ne frego. Coppia aperta e non diciamoci niente. » (a Claudio Sabelli Fioretti, 2000)..
• «Ho fatto lezioni di sesso in sette lingue»; «Non sposerei mai un uomo povero»; «Trenta amanti suona meglio di dieci» [Christopher Andersen, Mick Jagger. Gli eccessi, la pazzia, il genio, Sperling & Kupfer 2012].
• «Nicolas ed io abbiamo deciso di sposarci in due giorni. Sì, un po’ di fretta, ma ci eravamo già parlati chiaramente, io gli avevo detto: “Non chiedermi di scegliere tra te e la mia musica, è ridicolo. Non posso lasciare il mio lavoro e stirare le camice di mio marito per i prossimi quattro anni”. L’amore non ha niente a che spartire con il sacrificio» (Andrea Nicastro) [Cds 29/12/2008].
«Da bambina ero paralizzata dalla timidezza, avevo un grande bisogno di essere riconosciuta. Forse è per contrasto che mi sono sempre sovraesposta».
• «Non sono che la ciliegina sulla torta. Cerco di essere una bella ciliegia, in ogni caso una ciliegia che fa onore a questo fantastico dolce» (nel 2010 sul suo ruolo di first lady).
• «Per mio marito cucino io gli spaghetti al pomodoro. I cuochi francesi sono straordinari, ma la pasta è italiana» (a Ivan Rota) [Chi 27/10/2010].
• «La moda non mi interessa più, sono quasi un’eremita» [Chi 7/4/2010].
• «Ho fatto parte di una comunità d’artisti. Eravamo bobo (bourgeois bohèmes, cioè persone abbienti con idee progressiste, ndr), eravamo di sinistra, ma a quell´epoca votavo in Italia. Non ho mai votato per la sinistra in Francia e non è certo adesso che comincerò a farlo. Non mi sento più veramente di sinistra» (a Giampiero Martinotti) [la Repubblica 1/2/2011].
• «Mi sento borghese nel senso che amo la famiglia, i pranzi con i figli, la routine dei giorni uguali agli altri. Mi piace il matrimonio e l’abitudine all’altra persona che ne deriva, il senso di intimità. Non mi interessa la follia della passione che fa strappare i capelli».
«Mi sono sposata molto tardi, e l’ho presa come una cosa seria: non riesco a immaginarmi separata, e nemmeno con un altro uomo. Vorrei che durasse fino alla morte. Detto questo, un legame tiene solo se sei consapevole di potertene disfare in qualunque momento. Se dimentichi l’eventualità del fallimento, dimentichi l’essenziale» (a Sara Faillaci) [Vanity Fair 3/4/2013]. «Il matrimonio è per sempre, ma chi sa cosa sarà di noi: forse domani saremo morti» (a Nicoletta Sipos) [Chi 24/3/2010].
«Se trovate un elisir che permette di evitare la vecchiaia, vi prego avvertitemi. Tra quarant’anni rimarrò un po’ scapestrata, continuerò a fumare e bere champagne. Non signora ma sempre “mademoiselle”: è un termine così grazioso e allegro, non capisco chi ha chiesto di abolirlo. (…) Cosa mi ha insegnato la moda? Se non puoi essere ben vestita, allora meglio svestita» (Ginori) [D di Repubblica 31/8/2013].
• Commenti «Un corpo statuario, una classe e una eleganza non comuni» (Maria Volpe); «Bellissima, scicchissima, luminosa, di una stronzaggine assoluta e senza pudore» (Annalena Benini).
• «E Dio creò la donna, femmina e donna la creò, l’una sorella dell’altra, nella Torino dove regna Lucifero. Dapprima fu Valeria, la donna, e nei suoi occhi si rifugiò l’azzurro dell’alba incredula; quando venne la femmina, Carla, il cielo già splendeva nel blu del desiderio notturno. Dio diede loro il corpo prendendolo dalle costole di due nuvole, tempestosa era quella di Carla, assolata quella di Valeria. Quindi, Dio concesse loro l’anima, tessendola di silenzio e inquietudine per Valeria, impastandola con carne e fragore per Carla. Poi, Dio mandò la donna e la femmina nel mondo» (Pietrangelo Buttafuoco) [Il Foglio 5/2/2000].
• Per Cesare Paciotti, il piede perfetto è «quello delle statue greche, con l’alluce più corto. Carla Bruni lo ha così» (Antonella Matarrese) [Panorama 8/5/2008].
• «Parlando della versione de Il cielo in una stanza cantata in duetto con Carla Bruni, Gino Paoli ha detto: «Meglio la Bruni a Mina, perché Mina canta Il cielo in una stanza e l’elenco telefonico allo stesso modo"» [Dagospia 19/11/2010].
• «Condannare il Cavaliere è il sogno di tanti, come toccare il culo a Carla Bruni: un qualcosa da raccontare ai nipotini» (Umberto Silva) [Il Foglio 2/2012].
• «Carla Bruni in Sarkozy ha una grande abilità nel dire cose piane e semplici in un tono un po’ pomposo, sa “porgere” con garbo anche e quasi esclusivamente delle inezie, ma come fossero pensieri di gran rilievo» (Domenico Quirico) [La Stampa 9/4/2010].
• Laetitia Casta: «Mi ricorda una gatta: non si sa mai cosa sta per fare, è imprevedibile» (Anna Maria Speroni) [Io donna 23/1/2010].
• «A Parigi la chiamano le chat (il gatto), ma non solo per le forme sinuose e l’atteggiamento: Carla Bruni, anche secondo l’amica Marianne Faithfull, si è fatta prendere la mano dal botox tanto da rassomigliare alla famigerata "donna gatto"» [Chi 21/4/2010].
• «Carla Bruni arrivò all’Eliseo da avventuriera e ne uscì trasformata anche nel corpo, depressa, vestita come una moglie devota degli anni Sessanta, ma con la testa ancora nei Cinquanta. Lei, che aveva solcato mari, sopraffatto amanti e seppellito rivali, dichiarato la propria infinita libertà, si affannava a raccontare di essere una ragazza semplice, il cui massimo desiderio era guardare la televisione la sera, e far rilassare il marito, fargli dimenticare le preoccupazioni» (Benini) [Il Foglio 4/10/2012].
• «Carla Bruni, spento come una sigaretta il passato da first lady, adesso ha di nuovo una faccia, uno sguardo. Il tempo trascorso a fare inchini alla regina d’Inghilterra, a darsi malata agli incontri più noiosi, a indossare cappellini e a prendere il tè con le dame di Parigi, per convincerle a votare ancora Sarkozy, l’aveva trasformata in una sofferente signora della botox-borghesia: cento anni oppure nessuno sulla faccia, quell’età che non si chiede più, e molto livore per tutti. I giornalisti, le altre donne, la Carla Bruni che non poteva più essere. Ora, mentre suona di nuovo la chitarra e tutti spettegolano sul disco che uscirà in aprile, Piccole canzoni francesi, sembra che si sia ripresa la vita» (Annalena Benini) [Il Foglio 30/1/2013].