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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Aldo Braibanti

• Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) 17 settembre 1922 - Castell’Arquato (Piacenza) 6 aprile 2014. Filosofo. Pittore. Scrittore. Già membro del Comitato centrale del Pci, da cui uscì – prima dello scandalo che lo riguarda – imputando al partito un eccesso di centralismo.
• «Studiava le formiche e si dedicava ai collages, scriveva opere teatrali e sceneggiature, si misurò col cinema sperimentale. Intellettuale discreto e multiforme, era noto in una cerchia relativamente ristretta. Erano gli anni in cui l’essere apertamente gay suonava scandaloso, talvolta intollerabile. Si rischiavano i rigori della legge (come era accaduto anche a Pasolini). La sua fu però una vicenda particolare e complessa» (Mario Baudino).
• Alla fine degli anni Sessanta, il padre di un Giovanni Sanfratello, 18 anni, lo accusò di avergli sequestrato il figlio e di averne plagiato la mente. Trascinato in tribunale, Sanfratello disse di non aver subìto alcun tipo di coercizione e di aver convissuto con Braibanti per sua libera scelta. Un altro giovane che stava in casa con l’ex esponente comunista – Piercarlo Toscani, 19 anni – disse invece: «Braibanti ha tentato di introdursi nella mia mente». Basandosi soprattutto su questa testimonianza, al termine di una requisitoria in cui l’accusa aveva insistito sui concetti di “omosessualità”, “balletti verdi” eccetera, e in un contesto in cui erano state strumentalmente esaltate le pretese stranezze del soggetto (viveva in un torrione sperduto nel piacentino, teneva un cane cieco, studiava le formiche, scriveva tragedie ecc.), venne condannato a nove anni di carcere per “plagio”, un reato previsto dal Codice ma mai richiamato in alcun processo né prima né dopo (14 luglio 1968). Durante la requisitoria venne definito «diabolico, raffinato seduttore di spiriti, affetto da omosessualità intellettuale». Carlo Casalegno, che fu poi ammazzato dai terroristi, scrisse: «Se è così, allora un secolo fa qualche padre reazionario avrebbe potuto trascinare in processo Giuseppe Garibaldi: plagiava i giovani, trascinandoli in avventure illegali come l’impresa dei Mille».
• Contro i giudici intervennero intellettuali come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco e i fratelli Bellocchio, che testimoniarono in suo favore. Ma invano. Mentre Braibanti finiva dietro le sbarre, Giovanni Sanfratello fu rinchiuso in manicomio a Verona da dove uscirà nella primavera del 1966, dopo una quarantina di elettrochoc e con l’obbligo di non leggere libri che avessero meno di cento anni.
• Uscì dal carcere dopo due anni (il condono gli fu concesso in quanto ex partigiano). Ad attenderlo fuori c’era la poetessa Amelia Rosselli (poi morta suicida).
• Il reato di plagio è stato abrogato dalla Corte Costituzionale nel 1981.
• «“Dopo una vita passata a scrivere libri, poesie, lavori teatrali e sceneggiature non voglio essere ricordato come quello del plagio”, spiegò lui stesso. “Ho partecipato alla Biennale di Venezia, pubblicato con Feltrinelli, lavorato in Rai”. Fu anche studioso di Spinoza, cofondatore della rivista della sinistra radicale Quaderni piacentini e organizzatore del Festival mondiale della gioventù. Diventato dirigente di spicco del Pci nei primi anni della Repubblica, se ne era andato sbattendo la porta perché allergico a ogni “ismo”. Il che spiega in parte l’imbarazzo della sinistra di allora al processo, con l’eccezione di Pasolini e Pannella. Allo stesso modo in cui difese la sua indipendenza da ogni partito, si rifiutò di diventare la bandiera del movimento gay, pur non sottraendosi mai dal discutere apertamente le tematiche omosessuali» (Alessandra Farkas).
• Camelo Bene, che considerava Braibanti «un genio», aveva progettato con lui di lanciare palloni aerostatici a Portofino [Filippo Ceccarelli, Rep 9/4/2014].
• Nel 2006 gli è stato riconosciuto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli per cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in condizioni di indigenza.
• Dalla sua vicenda è stato tratto un film tv, Il caso Braibanti (Franco Bernini, 1995).